Dal Corriere della Sera
del 21 luglio 2003.
SCIENZE
L'esperienza di Jeanne Louise Calment, deceduta a 122 anni
Quanti anni potremmo vivere? Scienziati divisi
Per alcuni specialisti si può arrivare a 500 anni, per altri 120 è un
limite invalicabile. Ma ciò che conta è la qualità della vita
SAN FRANCISCO
- Quanti anni vorreste vivere? Se i limiti della vita fossero spostati fino a 500 anni, potreste dire di aver conosciuto Cristoforo Colombo e di aver vissuto in prima persona la scoperta dell'America. È un po' troppo? Secondo alcuni scienziati che a San Francisco hanno preso parte all'annuale conferenza della World Future Society, società senza fine di lucro dedicata agli sviluppi sociali e tecnologici che possono influenzare il futuro, il limite della vita, grazie alle nuove scoperte e ai miglioramenti della medicina, della genetica, dei trapianti e delle nanotecnologie potrebbe essere spostato oltre l'immaginabile, là dove nemmeno gli scrittori di fantascienza si sono mai avventurati: 500 anni.
FANTASCIENZA
- Ma altri scienziati che non hanno partecipato alla conferenza di San Francisco sono molto scettici riguardo a queste stime e affermano che il corpo umano non è stato «progettato» per vivere oltre i 120 anni. Secondo loro, anche con il gli stili di vita più sani e la diminuzione delle malattie, non c'è modo per contrastare il decadimento del cervello e di altri organi vitali. Certo, ribattono gli scienziati «ottimisti», ma non tengono conto la possibilità di trapianti e di organi artificiali.
QUALITÀ DELLA VITA - Ciò che conta in
realtà non è la durata della vita, ma la qualità della stessa. Harvey Cohen, direttore del Centro di
studi sull'invecchiamento e lo sviluppo umano del Centro medico della Duke
University, è convinto che l'aumento della durata della vita umana non può
avvenire senza modificare
il nostro patrimonio genetico nel quale sono già programmate le disabilità
legate all'invecchiamento. «E questa è una cosa che certo non può avvenire
nell'immediato futuro. Ci sono possibilità, ma oggi non ci sono dati che lo
lasciamo immaginare».
Leonard Poon, direttore del Centro di gerontologia dell'Università della
Georgia, che ha studiato il caso di Jeanne Louise Calment, una francese deceduta
nel 1997 all'età di 122
anni (la persona più anziana di cui sono disponibili dati certi) e segue oltre
150 persone ultracentenarie in Georgia, è molto scettico che la qualità della
vità oltre i 120 anni possa essere tale da desiderare di oltrepassare i limiti.
«Le persone che raggiungono
quell'età sono tutt'altro che in buone condizioni di salute», ha detto Poon. «Ho
visitato Jeanne Calment quando aveva 119 anni: era quasi del tutto cieca e
aveva molta difficoltà nell'udito».
VITA MEDIA - Forse è meglio incrementare la vita media
attuale in alcune zone dell'Africa dove, già bassa, a causa dell'Aids è scesa
ulteriormente e in Zambia e in Malawi, per esempio, non supera i 40 anni.
IL REDUCE - Lunedì
è morto in
Gran Bretagna il più
anziano reduce britannico vivente della prima guerra mondiale. In
una casa di cura del Buckinghamshire all'età di 108 anni è deceduto Jack Davis. Arruolato
nel sesto battaglione della fanteria leggera del duca di Cornovaglia, Davis
sfuggì al massacro della battaglia della Somme nel 1916 perché la febbre della
trincea lo costrinse a lasciare il campo.