HOLOS GLOBAL SYSTEM
ESSERE
POTENZA
ATTO
PERCEZIONE E MEMORIA
REALTA’
1) Tejas (Energia)
2) Udaka (Acqua)
3) Asana (Cibo)
4) Ayus (Salute)
5) Jnana (Conoscenza)
6) Vadana (Comunicazione)
7) Karoti (Produzione)
8) Tetrakos (Progetti economici)
9) Nava (Nuove imprese)
10) Varga (Impresa universale)
11) Karana (Mezzi di produzione)
12) Bhaks (Beni durevoli)
14) Ecology (Ambiente)
15) Kosa (Finanza)
16) Cinoti (Risparmio)
17) Parasparam (Reinvestimento ricchezza)
18) Synergy (Rapporti fra imprese)
19) Vencap (Potenziamento imprese esistenti)
20) Vikraya (Compensazione commerciale)
21) Stellar (Sistema informatico)
22) Eka (Sicurezza personale)
23) Pat–Patati (Circolazione aerea)
24) Cyberbank (Banca telematica)
25) Santi (Pace)
26) Avatar (Ricerche)
27) Rinnovamento (Rifoma sistema umano)
28) Repubblica della Terra (Governo mondiale)
29) Dhana (Moneta)
30) Kayamara (immortalità)
CONCLUSIONI
ESSERE
L'essere in sé è potenza.
L'atto dell'essere è la manifestazione della sua potenza.
La potenza dipende dalla forma e lo scopo dell'atto è una maggiore potenza.
L'atto in sé libera potenza.
Ogni atto provoca per reazione altri atti.
Anche ogni atto di reazione in sé libera potenza.
L'atto può essere rivolto all'esterno o all'interno
dell'essere.
Dall'atto rivolto all'interno si ha una scomposizione
dell'essere che lo compie.
Dall'atto rivolto all'esterno si ha una disgregazione
oppure una aggregazione.
Si ha disgregazione quando l’atto provoca contrasto fra i
comportamenti delle parti e le regole che le tengono unite.
Si ha aggregazione quando l’atto propone una nuova regola
che stimola le parti ad adottare comportamenti idonei al miglioramento dei
rapporti.
Se l'essere è unico, e quindi non c'è alcun soggetto
esterno all'essere, il suo primo atto non può che essere rivolto verso se
stesso.
Il primo atto rivolto a se stesso dall'unico essere non
può che dare origine alla sua stessa scomposizione, altrimenti non vi sarebbe
manifestazione di alcuna potenza.
Dalla scomposizione dell'unico essere hanno origine due o
più parti.
Gli atti successivi al primo aumentano la potenza
dell'insieme di tutte le parti, nonostante che ogni atto in sé liberi potenza.
Questo apparente paradosso si spiega con il fatto che
l'atto, cioè la manifestazione di potenza liberata, modifica la forma
dell'insieme.
È la nuova forma dell'insieme che ne aumenta la potenza,
secondo la seguente concatenazione: forma iniziale ® potenza minima ® atto ® forma transitoria ® potenza media ® atto ® forma transitoria ® potenza media ... atto ® forma finale ® potenza massima.
In tal modo, nel processo costituito da ogni fase
transitoria, come l'atto è mezzo per manifestare potenza ed aumentarla
modificando la forma, così la maggiore potenza diventa mezzo per l'atto, fino
al raggiungimento della massima potenza, che corrisponde alla forma finale,
quando non servono più altri atti per manifestare potenza.
Purtroppo, questo processo avviene sia in funzione del
potenziamento dell'insieme sia in funzione del potenziamento della parte che
compie l'atto.
Perciò, se rivolti all’esterno, gli atti che hanno come scopo
il potenziamento provocano il decadimento di chi li compie o di chi compie atti
di reazione; se rivolti all'interno, provocano il potenziamento di chi li
compie.
Per evitare che una potenza media, diventando strumento
per produrre l'atto, provochi il proprio o l'altrui decadimento, bisognerebbe
avere la possibilità di manifestare potenza senza compiere l'atto o di compiere
l'atto senza modificare la forma, in modo da non aumentare la potenza.
La prima soluzione è impossibile, come sarebbe stato
impossibile per l'essere unico manifestare potenza senza compiere il primo
atto.
Anche la seconda soluzione è impossibile, perché fino a
quando l'insieme non avrà raggiunto la massima potenza, ogni atto sarà mezzo
per manifestare potenza ed ogni potenza sarà mezzo per produrre l'atto.
L'unica soluzione sembra essere quella di rivolgere l'atto
verso chi lo compie, provocando così un potenziamento di se stesso, senza alcun
decadimento di se stesso o di altri.
La potenza dell'insieme di tutte le parti è superiore alla
somma delle potenze di ciascuna delle parti dell’insieme ed anche alla potenza
dell'unico essere originario.
Quindi la massima potenza si ha solo con l'insieme del
massimo numero di parti e non con la fusione di diverse parti.
Alla massima potenza dell'insieme di tutte le parti
corrisponde la massima potenza di ciascuna parte rispetto all'insieme.
Se dal primo atto hanno avuto origine due parti dotate
della stessa potenza, è identica anche la massima potenza di ogni parte di un
insieme.
Ciascuna parte tende dunque alla sua massima potenza
rispetto all'insieme fino a quando non l’avrà raggiunta.
Ogni parte compie perciò gli atti necessari a raggiungere
la sua massima potenza rispetto all'insieme.
Si riduce in tal modo il differenziale di potenza di
ciascuna parte rispetto all'insieme di tutte le parti e di ciascuna parte
rispetto ad ogni altra e rispetto all'insieme di tutte le altre, fino a quando
ogni parte non avrà raggiunto un'identica massima potenza, cui corrisponderà la
massima potenza dell'insieme di tutte le parti.
Prima dell'inizio è sola energia.
Esiste potenza senza forza.
Poi, l'energia si scompone in diverse parti.
È il primo atto.
Scomponendosi, le diverse parti di energia producono onde.
Le onde costituiscono lo spazio.
Nello spazio si forma la materia.
La materia si trasforma.
La trasformazione della materia provoca la scomposizione e
la successiva ricomposizione delle particelle di energia.
È il processo evolutivo.
Con l'evoluzione, le particelle aumentano la loro potenza,
che si manifesta con ulteriori atti.
Se vi è manifestazione di potenza (azione), l'energia
subisce un decadimento e tende quindi a ripotenziarsi.
Se l'energia è talmente potente da riuscire ad inibire
ogni atto teso a manifestare potenza all'esterno, si ha un accumulo di potenza.
Ma l'accumulo di potenza in capo ad un organismo non
produce in sé alcun beneficio rispetto all'insieme.
Se invece un tale accumulo viene proiettato nello spazio,
prescindendo dall'energia che lo produce, si ha una modifica delle onde prodotte
dall'energia, quindi una modifica dell'effetto senza modificare la causa
originaria.
La percezione è l'atto con il quale si prende coscienza
della realtà attraverso una sensazione. È una funzione psichica, che elabora
ciò che i sensi, quali recettori esterni ed interni, trasmettono alla
coscienza.
Il carattere della sensazione deriva dal modo di
percezione, un processo che inizia con la trasmissione – tramite il cervelletto
– dei dati dai sensi alla memoria recente e continua con il loro confronto con
i dati già residenti nella memoria recente, in quella remota ed in quella
genetica.
La memoria genetica è la base del sistema cerebrale nella
quale sono registrati i caratteri ereditari. Essa caratterizza l'evoluzione di
una determinata specie. Si trova nel tronco del cervello e contiene i dati che
provocano stimoli ed istinti.
La memoria remota è una sovrastruttura della base
cerebrale nella quale sono contenuti i dati elaborati in precedenza. Ha sede
nei due lobi, sotto la corteccia, ed è la parte più complessa e consistente
della capacità cerebrale. Nella memoria remota sono registrati gli schemi di
comportamento sperimentati e vengono elaborate le strategie deduttive e le
spinte induttive. Le prime analizzano logicamente quello che è per come risulta
dal proprio sistema di elaborazione; le seconde immaginano – intuiscono –
quello che può essere: si potrebbe dire che creano la realtà.
La memoria recente risiede nella corteccia cerebrale e
contiene i dati recepiti dagli organi sensori ed anche le decisioni trasmesse
dopo l'elaborazione dei dati stessi.
La percezione non deriva da un complesso di sensazioni
derivanti da tanti stimoli, ma da fatti, oggetti e forme. La nostra attività
psichica, a causa della natura e della conformazione degli organi sensoriali,
registra soprattutto effetti, sovrapposti e dominanti sulle cause che li hanno
prodotti.
Ciò dipende anche dalla limitata velocità di trasmissione
dei dati nel sistema nervoso e quindi dalla necessità di impiegare il fattore
tempo in un determinato modo. Dalla percezione si passa rapidamente alla
reazione, senza dedicare il tempo necessario a ricercare le cause per cui si
percepisce in un certo modo ed a prevedere logicamente gli effetti delle
reazioni.
Di conseguenza, sfuma la percezione di quello che
realmente è, mentre si afferma la percezione di ciò che appare, di ciò che si
vede e di ciò che si sente.
Il modo di percezione è quindi più strettamente legato al
rapporto tra presente e passato che a quello tra presente e futuro. Così, il
futuro sarà effetto di stimoli (reazioni) già adottati e ritenuti efficaci e
non della rimozione delle cause del presente, proprio perché richiederebbe
troppo tempo ricercare le cause.
Per modificare questo stato (questo processo),
bisognerebbe potersi dare un tempo di elaborazione maggiore ma per darsi più
tempo sarebbe necessario avere maggiore potenza e per avere più potenza sarebbe
necessario inibire almeno parzialmente lo stimolo che induce la potenza a
manifestarsi nell’atto.
Come inibire questo stimolo? Solo con la consapevolezza di
poterselo permettere, altrimenti l'effetto sarebbe una sorta di repressione che
avrebbe poi bisogno di esplodere. La coscienza di potersi permettere la
parziale inibizione di uno stimolo deriva dalla conoscenza della causa dello
stimolo.
Consideriamo lo stimolo della paura. Esso trova la sua
origine nella memoria genetica e la sua causa nella insicurezza dettata dalle
informazioni registrate nella memoria remota ed in quella recente. Modificando
la causa, cioè superando l'insicurezza, si modifica progressivamente lo
stimolo, fino a quando viene inibito nella memoria genetica e riconsiderato
nella memoria recente, la quale registra a sua volta una diversa deduzione e lo
comunica alla memoria remota, in un processo circolare costante dal quale trae
origine un nuovo processo.
Tuttavia, solo se l'insicurezza viene superata per effetto
di maggiore potenza, la causa risulta definitivamente modificata, mentre se
viene superata attraverso l'azione di altri soggetti, la causa è normalmente
destinata a ripresentarsi quando cessa l’azione degli altri, a meno che
l'azione stessa non si ripeta per il tempo necessario a «riabituare» il processo (si dovrebbe dire lo stato) sul quale
incide.
L'organismo risente sempre delle azioni incidenti
provenienti dall'esterno, ma gli effetti di tale risultato sono diversi anche
in rapporto all'obiettivo che si propone il soggetto che le compie ed alla
durata delle azioni stesse. Ne consegue che la rimozione della causa originaria
di un processo si compie in un certo modo se è effetto di un aumento di potenza
ed in modo diverso se è effetto di azioni esterne.
In un certo senso, questo processo di rimozione avviene in
modo proporzionale alla forza con la quale si interviene sulla causa. A parità
di importanza e di accelerazione, si sente più forte l'azione compiuta verso se
stessi rispetto a quella subita dall'esterno. Di conseguenza, per superare la
valenza delle forze di un altro organismo è necessaria una forza – una
manifestazione di potenza – più importante e più accelerata di quella che
normalmente esprime verso se stesso l'organismo dal quale si vuol rimuovere la
causa.
In ogni caso, per provocare un cambiamento radicale del
processo bisogna conoscere la causa originaria, altrimenti le azioni si
rivelano solo tentativi pressoché ininfluenti.
Percepita e riconosciuta la causa per cui un organismo
complesso percepisce in un determinato modo, bisogna compiere lo sforzo di
emularne i caratteri, immaginando – o intuendo – le stesse sensazioni che prova
quell'organismo. In pratica bisogna compiere una replicazione del processo che si vuole modificare, per sentire i
medesimi stimoli, facendo molta attenzione nel distinguere le proprie naturali
sensazioni da quelle che si intuiscono mettendosi nei panni di un altro.
Pur avendo carattere sperimentale e non patologico, c'è
sempre un margine di differenza tra essere un altro e sembrare di esserlo,
anche perché il proprio organismo si trova costretto a gestire due stati
diversi nello stesso tempo.
Questo è il cosiddetto quarto livello di percezione. Il
primo livello si ha con la pura presa d'atto dell'evidente, il secondo con la
sua memorizzazione, il terzo con la sensazione che si prova. L'insieme dei tre
livelli determinano il modo di percezione. Il quarto livello, che si ottiene
con la replicazione, è in sostanza un confronto tra il proprio e l'altrui modo
di percezione.
È difficile. Supponiamo che una persona neghi l'evidente.
Quali possono essere l'origine e la causa? Che cosa è successo in un ipotetico
momento iniziale e che cosa è accaduto prima della negazione? Se si conosce lo
stato del soggetto nel presente, rispondere alla seconda domanda – la causa – è
abbastanza agevole. Ma la stessa causa della negazione è effetto di una causa
originaria, e quella causa è l'origine della negazione.
Che fare? Bisogna ricondursi ai dati relativi a quel
soggetto e memorizzati nella sua memoria remota, replicarli come se gli stessi
dati fossero riferiti a se stesso e non ad un altro soggetto, quindi dedurre la
causa originaria ed intuire il modo per modificarla, chiedendosi: «come farei io?». Si scoprirà che la
causa è un errore, una cosa falsa, brutta e ingiusta: un fatto, un pensiero od
una convinzione. Qualunque cosa sia, si è radicata, ha sviluppato effetti e
processi che, nonostante i tentativi di modificarli, sfuggono all'autocontrollo
di chi li prova.
Una volta identificata l'altrui causa originaria, non si
può sfuggire al confronto con proprie analoghe cause originarie, a propri
simili errori, che hanno prodotto un determinato modo di percezione, isolando
quelli che si è riusciti a modificare. Si ricorderà allora come si è fatto per
modificare il proprio modo di percezione e si userà lo stesso modo per
rimuovere la causa originaria dell'organismo replicato.
A quel punto, si può ricorrere al metodo analogico od al
metodo dissociato. Con il metodo analogico si comunicano messaggi che hanno per
oggetto processi analoghi a quello da adottare per superare la negazione
dell'evidente. Un messaggio analogico potrebbe essere il seguente. Con il
metodo dissociato si comunicano messaggi che non hanno nulla a che fare con il
processo necessario a superare la negazione dell'evidente, facendo leva
sull'aumento di potenza del soggetto per indurlo ad adottare spontaneamente
quel processo.
La necessità è la causa originaria della trasformazione
dell’energia nello spazio e nel tempo, è lo stimolo che trasforma la potenza in
forza e spinge l’energia verso una maggiore complessità, alla ricerca ed alla
conquista della massima perfezione.
La necessità è la forza che determina l’agire di ogni
parte del tutto.
L’agire è manifestazione della forza fisica o spirituale
dell’energia, è intelligenza e movimento.
L’intelligenza è coscienza ed elaborazione dell’esperienza,
è l’idea, la potenza.
Il movimento è spostamento di qualcosa dalla quiete, è
l’atto, la forza.
È necessario ciò di cui non si può fare a meno, che serve
o che è utile.
La complessità è il risultato dell'unione di varie parti e
si manifesta sotto molteplici e contrastanti aspetti, spesso difficili da
comprendere.
La realtà è l’insieme di tutto ciò che esiste e nasce
dalla necessità.
La necessità crea il problema,
una condizione da superare o risolvere.
Il problema si supera o si
risolve adottando regole e comportamenti adatti allo scopo.
L’effetto del superamento o
della risoluzione del problema è una maggiore complessità.
Una maggiore complessità stimola
nuove necessità.
Nuove necessità creano nuovi
problemi.
Lo stato della realtà è la situazione
e la condizione della realtà nel tempo e nello spazio.
L’essere umano è parte di una realtà complessa.
Egli è una manifestazione della complessità della realtà.
L’essere umano percepisce la parte di realtà della quale
può prendere coscienza mediante i sensi e l'intuito.
Come tutto ciò che esiste, l’essere umano percepisce la
necessità, come forza superiore alla sua volontà.
Le necessità dell’essere umano sono i bisogni, i desideri
e le emulazioni.
Il bisogno è la necessità di procurarsi qualcosa che manca
per superare una situazione di malessere o per conquistare uno stato di maggior
benessere.
Aria, acqua, cibo, riposo, luce, calore, spazio,
compagnia, abiti, casa sono bisogni vitali.
Il desiderio è la necessità che spinge verso qualcuno o
qualcosa che procura piacere.
Sesso, autostima, sicurezza, affetto, realizzazione,
conforto fisico sono i desideri fondamentali.
L’emulazione è la necessità di eguagliare o superare
qualcuno o qualcosa.
Misurarsi e confrontarsi nella vita, nel lavoro, nel
gioco, nel disporre delle cose sono emulazioni.
Percependo necessità, l’essere umano si pone problemi.
La soluzione dei problemi umani
ha origine dall’idea deduttiva e si realizza con l’azione finalizzata.
L’idea è la rappresentazione intellettuale che
riassume in sé un insieme di conoscenze possibili.
La deduzione è la capacità di
elaborare idee e pervenire
ad una soluzione particolare da un principio generale.
L’idea deduttiva è rappresentazione ed elaborazione di
esperienza e di conoscenza.
L’azione è l’atto del produrre determinati effetti,
l’operato individuale che implica una valutazione morale.
Finalizzare significa attribuire un fine, uno scopo a
qualcuno o a qualcosa.
L’azione finalizzata è l’atto che si compie in funzione di
un fine.
L’azione richiede decisione e determinazione.
La decisione è una scelta, una determinazione della
volontà.
La determinazione è l’atteggiamento di risolutezza,
sicurezza e convinzione di agire in un determinato modo.
I problemi umani sono processi
di necessità, idee ed azioni.
L’essere umano percepisce
bisogni, desideri ed emulazioni.
Ne riconosce l’esistenza quando
li considera risolvibili.
Stabilisce l’ordine di priorità secondo l’urgenza.
Ne ricerca l’origine e le cause.
Si propone lo scopo di superarli o risolverli.
Pensa alle soluzioni.
Immagina e prevede gli effetti delle soluzioni.
Cerca di realizzarle e, come tutte le altre parti,
utilizza le sue risorse e quelle ambientali come mezzi per soddisfare le
proprie necessità.
Organizza i mezzi a disposizione
in funzione dello scopo ed imposta un progetto.
Supera gli ostacoli.
Ottiene risultati.
Il processo della realtà umana parte con lo stimolo di una necessità, sia esso bisogno, desiderio od emulazione, continua con la percezione dei problemi, passa attraverso le soluzioni e si conclude con la soluzione del problema e la soddisfazione della necessità.
Ci si chiede perché, cosa, come, quando e con chi fare.
Perché fare? Perché si sente una necessità e ci si pone il problema di soddisfarla.
Cosa fare? È la soluzione da trovare.
Come fare? È il modo per realizzare la soluzione decisa.
Quando fare? Dipende dall’urgenza della necessità da
soddisfare, dal suo grado di priorità, e dalla possibilità immediata o futura
di risolvere il problema.
Con chi farlo? Riguarda i rapporti mediante i quali si
realizza la soluzione.
La realtà è in costante trasformazione.
I due momenti fondamentali della realtà degli esseri umani
sono l’inizio e la fine, la vita e la morte.
Questa è la realtà della realtà che percepisce e spesso
trascura l’essere umano.
Si nasce e si muore perché è ancora necessario.
Anche la morte è una necessità, la necessità che la vita
cessi affinché la realtà si rinnovi e si trasformi.
Nonostante gli sforzi compiuti, la realtà dell’essere umano è ancora e sempre condizionata dalla necessità.
La forza della necessità prevale sulla volontà di ogni
essere umano e del suo insieme.
Fino a quando esisterà un solo essere umano che non possa
soddisfare le proprie necessità vitali tutti gli esseri umani moriranno.
L’essere umano è un organismo complesso che fa parte di un
insieme.
È energia allo stato più complesso.
La
morte è la cessazione irreversibile delle funzioni vitali che comporta un
cambiamento totale della condizione dell'essere vivente e la perdita delle sue
caratteristiche essenziali.
È
un evento che per ora accomuna tutti gli esseri viventi, compreso l’essere
umano.
Ma
si può sconfiggere la morte?
La
scienza ha dimostrato che le cellule del’organismo sono potenzialmente
immortali.
Nel 1910
per dimostrare la validità di questa affermazione, il ricercatore francese
Alexis Carrel, prelevò alcune cellule da embrioni animali e li allevò in
laboratorio.
Oggi,
dopo innumerevoli cicli riproduttivi, le cellule che furono conservate al
Rockefeller Institute for Medical Research di New York
continuano a vivere.
Questo
dimostra l'immortalità cellulare.
Ora
bisogna dimostrare l’immortalità di un insieme di cellule, di un organismo
vivente, dell’essere umano.
La coniugazione di ricchezza, solidarietà e democrazia è
stata giustamente paragonata alla quadratura del cerchio.
Infatti, non solo non esiste un contesto in cui risultino
contemporaneamente successo economico, stato sociale e sovranità popolare, ma
non esiste neppure la soluzione teorica per realizzarlo.
Il motivo di questa lacuna non può essere ricondotto ad
una sorta di soluzione impossibile ma piuttosto ad un ben preciso limite: la
settorializzazione.
Eppure, la soluzione non è più dentro di noi, la soluzione
è nell'insieme.
L'economista che conosce ogni risvolto dei rapporti di
produzione non ha il tempo di dedicarsi ai processi morali e politici.
Il filosofo segue un processo logico che deduce da
informazioni affatto parziali rispetto ai rapporti di produzione ed ai rapporti
di partecipazione.
Il politico, a sua volta, anche quando conosce i processi
economici e sente il riflesso morale di ciò che ritiene giusto, non può che
adeguare la propria azione alla ricerca del consenso, proprio perché questo, in
democrazia, è il metodo.
L'unica entità che oggi sia in grado di concentrare in sé
il sapere sufficiente a modificare i processi è l'insieme del complesso
scientifico–tecnologico il quale, tuttavia, ha come obiettivo il proprio
potenziamento e non la coniugazione di ricchezza, solidarietà e democrazia
dell'insieme.
Né appare immaginabile che la soluzione possa essere
individuata da un'intelligenza artificiale alla quale vengano conferite le
necessarie informazioni e la logica per dedurre. Essa sarebbe il frutto di
quello stesso complesso scientifico–tecnologico, il quale ne orienterebbe il
modo di percepire e quindi di dedurre a propria somiglianza.
La soluzione è nell'insieme. Insieme si può. Ma bisogna
che l'insieme possa emulare chi conosce i processi di produzione e sa che cosa
è giusto ma crede che sia necessaria la partecipazione di tutti per fare, per
creare il giusto. E bisogna che l'emulato sia una parte organizzata
dell'insieme, senza apparire come soggetto, per evitare di essere considerato
un mito e, quindi, di essere fondamentalmente ammirato, invidiato ed imitato.
Non c'è bisogno soltanto di un esempio ripetibile. Bisogna
che l'esempio abbia un potenziale sufficiente ad impossessarsi della conoscenza
delle parti prevalenti ed a produrre interventi sensibili sull'insieme. Come
l'energia produce onde senza essere onda essa stessa, l'emulato deve saper
produrre effetti senza essere scambiato per l'effetto prodotto.
Il complesso scientifico–tecnologico consente oggi ad un
soggetto di agire in tal modo da solo, senza apparire e senza partecipanti. Le
azioni incidenti potrebbero riguardare la procreazione, la produzione,
l'informazione ed altre scienze ancora piuttosto sconosciute, intervenendo
rispettivamente sui meccanismi genetici, sul sistema monetario, sul processo di
comunicazione, sulle iperenergie cerebrali.
Ma potrebbe farlo solo per creare disequilibrio e non
anche per ripristinare equilibrio.
Questo è lo stato attuale delle cose, la realtà dei fatti.
Un solo soggetto potrebbe soltanto dimostrare il proprio potere ma non potrebbe
riuscire, da solo, a potenziare quello degli altri.
Forse la reazione rispetto all'atto con il quale si
manifesta potenza potrebbe modificare il modo di percezione e, quindi,
provocare la creazione dei mezzi per un tale potenziamento, ma ci sarebbe
indubbiamente il rischio di una reazione diversa, che potrebbe al limite
annichilire anche gli animi che già oggi si propongono il miglioramento
complessivo dell'insieme.
Oltre tutto, ci sarebbe chi reagirebbe manifestando con la
forza il proprio potere, senza preoccuparsi di ciò che simili atti possono
produrre sull'insieme.
Quindi si può ma non si deve fare da solo.
Bisogna farlo fare, diluendo in un numero consistente di
soggetti i riferimenti emulativi, in modo che l'osservatore comprenda nuovi
processi senza pensare di non poterli adottare.
Con un complesso di esempi di carattere produttivo,
spingendo al tempo stesso i partecipanti a ragionare ed a partecipare, si
gettano le basi per dimostrare che si può essere e conviene essere come si
vuole essere, invece che altrimenti.
Nessuna insurrezione armata, disubbidienza civile,
elezione popolare, secessione o scissione, unificazione o fusione, federazione
o confederazione potrà eguagliare la forza di emulazione di coloro i quali
dimostrano di saper realizzare, non solo nei rapporti interni, una reale
rifondazione sociale, intesa come modifica contestuale dei rapporti e dei
comportamenti.
FUTURO
La previsione del futuro consiste nella deduzione logica
che deriva dalla realtà effettiva – non dalla realtà storica – dei fatti che
conosciamo.
Il futuro sarà come ciascuno di noi razionalmente può
immaginarlo. È vero che è sempre indeterminato ed indeterminabile – in quanto
si rivela sempre in modo diverso da come lo si attende ed anche da come si
cerca di costruirlo – ma è pur vero che alcuni elementi fondamentali si sono
manifestati sempre in modo ricorrente, ad eccezione dei casi in cui i rapporti
e le regole tra le parti del sistema non si sono adeguati all'aumento del
livello di complessità.
In quei casi, quando al livello di complessità non si sono
adeguati i rapporti tra le parti, il sistema non è più stato in grado di tenere
insieme tutte le parti con le vecchie regole e le parti hanno subito rapide
mutazioni, una sorta di accelerazione. Proprio queste mutazioni hanno provocato
nuove regole e, quindi, nuovi rapporti. Sono i casi in cui sono cambiati i
comportamenti di alcune parti, nonostante i rapporti esistenti.
Ma in che cosa consiste il comportamento? Quale ne è la
causa? Il comportamento è l'atto. La sua causa è il rapporto tra livello di
potenza e potenza massima raggiungibile dall'essere.
Finché è dotata di un livello di potenza che non coincide
con la sua potenza massima, la parte compie atti endogeni tesi a modificare la
propria struttura, a prescindere dai legami esogeni.
Ora, noi ci troviamo in uno stato di complessità tale da
richiedere la modifica, il rinnovamento delle regole e dei rapporti tra le
parti. La sola constatazione che da almeno quindici anni sarebbe possibile
assicurare a tutti gli esseri umani la libertà dal bisogno, senza che questo
risultato sia stato raggiunto, dimostra che le regole del sistema non sono più
adatte al suo livello di sviluppo e, quindi, al suo livello di complessità. È
perciò naturale, storicamente logico e probabile che qualcuno sfugga alle
regole, adottando comportamenti avulsi dalle regole stesse, le quali si
evolveranno per effetto di tali comportamenti atipici.
Torniamo al futuro. Potremo avere un aumento di ricchezza,
di solidarietà e di democrazia, sia nel complesso, sia per una parte
dell'umanità, ma non potremo avere queste condizioni per tutte le parti. Anzi,
la realtà ci dimostra che in cent'anni è aumentato il numero dei poveri, degli
emarginati e degli impotenti. E così sarà finché continueremo a presupporre che
sia possibile realizzare almeno una, o magari due, di queste condizioni, senza
una delle tre. Il problema è posto in modo distorto, irreale. In effetti le
cose stanno diversamente. Il problema non è tanto nel fatto che non si riesca a
coniugare queste tre condizioni, quanto nel fatto che non esiste, né potrà mai
esistere, nessuna di queste tre condizioni riferita ad un gruppo, se non si realizzano
tutte tre insieme.
Senza ricchezza non si possono avere solidarietà e
democrazia. Senza solidarietà non si possono avere ricchezza e democrazia.
Senza democrazia non si possono avere ricchezza e solidarietà. Esattamente come
non si possono avere il vero, il bello ed il giusto se non si hanno tutte
insieme queste tre condizioni.
Quindi il problema è irrisolvibile proprio perché ... non
è questo il problema. E non è possibile dedurre una soluzione rispetto ad un
problema inesistente. Il problema vero è come realizzare le tre condizioni
tutte insieme. E la soluzione è il volerlo realizzare insieme. Per farlo,
occorre percepire che il massimo potenziamento individuale si realizza nel
massimo potenziamento complessivo.
Ma come farlo percepire? Quali sono gli strumenti? Qual è
la strategia per riuscire a farlo capire? I mezzi disponibili, in termini di
conoscenza e di capacità d'azione, esistono, e sono costituiti proprio dal
complesso scientifico–tecnologico. Per organizzarli in funzione dello scopo che
si vuole realizzare (cioè il cambiamento del modo di percezione), può essere
adottato un processo che si può definire protostrategia,
concepita come emula–zione dell'essere unico originario: scissione dell'energia
con il primo atto, formazione di onde, creazione dello spazio, creazione e
trasformazione della materia, con la conseguente ricomposizione dell'energia,
di tutta l'energia, ad uno stato più complesso. Così, si scinde l'uno e si
ricrea il tutto.
Holos Global System è un insieme di progetti per
contribuire al superamento ed alla soddisfazione delle necessità umane nel suo
insieme. È un progetto complesso, un insieme di idee, di iniziative e di azioni
tutte riconducibili al medesimo obiettivo di consentire ad ogni essere umano di
soddisfare le proprie necessità per conquistare l’immortalità. È un progetto
ambizioso ma necessario.
L'obiettivo di Holos Global System è la modifica del modo di percezione, della strategia d'insieme, del futuro prevedibile. Gli effetti saranno dapprima la mutazione dei comportamenti di alcune parti, poi il potenziamento di un gruppo di parti, quindi la creazione di nuovi rapporti, infine l’emulazione dell'insieme. I mezzi sono la conoscenza, le idee, le risorse, l’organizzazione, la comunicazione. La strategia è il trasferimento di conoscenza, l’induzione e potenziamento delle idee, l’acquisizione delle risorse, una nuova destinazione strutturale delle risorse, l’accentramento organizzativo, il decentramento strutturale, l’informazione interattiva, l’accelerazione dei processi (disgregazione e partecipazione). Il risultato (scopo funzionale al fine) sarà maggiore conoscenza, miglioramento dei comportamenti, nuova percezione dei problemi, nuove soluzioni ai problemi, emulazione, potenziamento degli emulatori, assorbimento degli antagonisti, superamento delle vecchie regole, creazione delle nuove regole, inizio del nuovo processo.
Holos Global System è costituito da trenta progetti in parte già
attivati:
1) Tejas –
Sviluppo della produzione e dell’utilizzo dell’energia sul pianeta;
2) Udaka –
Aumento della quantità di acqua disponibile e sua redistribuzione;
3) Asana –
Risoluzione del problema della fame nel mondo;
4) Ayus –
Miglioramento della salute attraverso ricerca, terapia e prevenzione;
5) Jnana –
Potenziamento dell’informazione e sua disponibilità per ogni essere umano;
6) Vadana –
Diffusione di centri di comunicazione sociale;
7) Karoti – Piani
di produzione settoriali e regionali;
8) Tetrakos –
Progetti economici nazionali di sviluppo;
9) Nava – Promozione e realizzazione di nuove imprese in ogni settore;
10) Varga – Impresa universale costituita da gruppi
regionali di imprese;
11) Karana – Sviluppo mondiale dei mezzi di produzione;
12) Bhaks – Produzione di beni durevoli di consumo ad
utilizzazione continuata;
14) Ecology – Programma di disinquinamento ambientale;
15) Kosa – Nuovo sistema globale di rapporti finanziari;
16) Cinoti – Raccolta del risparmio da destinare a scopi
produttivi;
17) Parasparam – Reinvestimento produttivo della ricchezza
prodotta;
18) Synergy – Sistema di rapporti societari e commerciali
fra le imprese;
19) Vencap – Interventi per il potenziamento delle imprese esistenti;
20) Vikraya – Compensazione internazionale dei pagamenti
commerciali;
21) Stellar – Sistema
informatico interattivo via etere;
22) Eka – Progetto di sicurezza personale a diffusione
globale;
23) Pat–Patati – Nuovo sistema di circolazione con veicoli
a decollo verticale;
24) Cyberbank – Banca telematica utilizzabile con tutti i
mezzi di comunicazione;
25) Santi – Programma di conversione dell’industria
bellica;
26) Avatar – Centro mondiale di ricerche applicate;
27) Rinnovamento – Progetto di riforma contestuale e
programmata dei sistemi umani;
28) Repubblica della Terra – Governo mondiale eletto dagli
abitanti del pianeta;
29) Dhana – Nuova unità monetaria di misura del valore;
30) Kayamara – Progetto per realizzare l’immortalità delle
cellule viventi.
Il simbolo del Programma Holos Global System è un
triangolo all’interno di un esagono dal quale partono trenta segmenti racchiusi
in un cerchio.
Ogni progetto è del tutto autonomo dagli altri ma fa parte
della stessa strategia.
Per realizzare ogni progetto servono idee, risorse,
organizzazione. Per idea si intende soluzione a problemi materiali esistenti.
Le risorse sono umane e materiali. Le risorse umane sono le persone che possono
e vogliono partecipare ad un progetto e svolgere una certa funzione. Le risorse
materiali sono quelle naturali ed il denaro per acquisirle. L’organizzazione è
il sistema di rapporti e di comportamenti da adottare in funzione di un fine.
Le idee, cioè le soluzioni, sulle quali sono fondati i
progetti ed i programmi di Holos Global System costituiscono soluzioni alle
necessità prevalenti di ogni essere umano.
Esse potranno essere aggiornate ed implementate nel corso
della loro realizzazione.
Le risorse umane e materiali necessarie per realizzare i
30 progetti sono notevoli.
Tendenzialmente, ogni partecipante al progetto dovrà
produrre la ricchezza necessaria a sostenere le proprie esigenze economiche,
non tanto perché questo incida sulle
esigenze finanziarie del progetto, quanto perché ognuno deve tenere in
considerazione le proprie esigenze economiche e sapere come soddisfarle.
Le risorse materiali potranno essere tipiche ed
innovative.
Risorse materiali tipiche sono il denaro ed i crediti.
I crediti possono essere rappresentati da vendite,
prestazioni od obbligazioni.
Le risorse innovative sono fondate su Dhana, la nuova
moneta.
L’organizzazione sarà di tipo circolare a cerchi
concentrici: un nucleo centrale per il coordinamento dei 30 progetti ed una struttura
per ogni progetto.
Le funzioni essenziali sia del nucleo centrale di
coordinamento sia dei nuclei di coordinamento di ogni progetto saranno sempre
idee, risorse, organizzazione.
Chi ha ideato il progetto e lo propone non partecipa alla
struttura, che dovrà essere costituita esclusivamente da tecnici nelle varie
mansioni.
Per ognuno dei 30 progetti di Holos Global System si
precisano le soluzioni proposte e le risorse e l’organizzazione per
realizzarle.
1) Tejas (Energia)
Il livello di benessere è direttamente proporzionale alla
quantità di energia impiegata. La crescita annuale mondiale della produzione di
energia è inferiore all’uno per cento. Negli ultimi anni è stata del due per
mille. Tejas è un programma di sviluppo mondiale dello sfruttamento dell’energia.
Il programma si propone lo l’utilizzo di tutte le fonti di energia (metano,
biomasse, fiumi, cascate, deserti, foreste, maree, correnti marine, vento,
sole, spazio, batteri, nucleare) e di ricercare nuove soluzioni (motori,
impianti, apparati) per accelerare l’incremento delle sfruttamento delle
risorse energetiche.
L’aumento della produzione di energia si ottiene mediante
un maggiore sfruttamento delle risorse naturali.
Per la diffusione ottimale della produzione di energia è
necessario realizzare piani regionali e locali di utilizzazione delle risorse
naturali. L’unica risorsa naturale presente in ogni angolo abitato del pianeta
è l’energia solare.
I sistemi di sfruttamento richiedono impianti di
metanizzazione, apparati per produzione di energia dalle biomasse, dighe,
centrali idroelettriche, convertitori del calore in energia elettrica, sistemi
di trasformazione dell’ossido di carbonio in ossigeno, impianti di sfruttamento
delle maree e delle correnti marine, centrali eoliche, pannelli solari,
trasformazione dei raggi gamma in energia elettrica, centrali nucleari a
fusione fredda.
Si ribadisce che il livello di benessere è direttamente
proporzionale alla quantità di energia impiegata. La crescita annuale mondiale
della produzione di energia è inferiore all’uno per cento. Negli ultimi anni è
stata del due per mille. Tejas è un programma di sviluppo mondiale dello
sfruttamento dell’energia. Il programma si propone lo l’utilizzo di tutte le
fonti di energia (metano, biomasse, fiumi, cascate, deserti, foreste, maree,
correnti marine, vento, sole, spazio, batteri, nucleare) e di ricercare nuove
soluzioni (motori, impianti, apparati) per accelerare l’incremento delle
sfruttamento delle risorse energetiche.
Le risorse necessarie per accelerare la produzione di
energia pulita si possono stimare intorno ad 85/100 miliardi di EUR/USD, pari a
3,4/4 miliardi di Dhana, meno dell’1% del totale di Dhana che si prevede di
emettere (490 miliardi).
Per promuovere il progetto serve una struttura
organizzativa costituita da un gruppo centrale di 81 addetti e 233 gruppi
nazionali da 36 addetti, per un totale di 8.469 addetti al progetto.
Con questa struttura si può fare sperimentazione, trovare
le forme applicative, promuovere la partecipazione delle imprese, degli stati e
dei privati.
2) Udaka (Acqua)
Negli ultimi cinquant’anni la quantità di acqua dolce
disponibile per ogni abitante della Terra si è ridotta a meno della metà. Cause
principali sono l’aumento della popolazione, l’inquinamento ed i cambiamenti
climatici globali. La scarsità di acqua complessivamente disponibile e la sua
irregolare diffusione sul pianeta rischiano di provocare conflitti e guerre in
diverse regioni. L’acqua dei fiumi e dei laghi utilizzabile è solo il tre per
mille dell’acqua dolce presente sul pianeta, per il settanta per cento
imprigionata in ghiacciai e nevi permanenti e per il trenta per cento confinata
nel sottosuolo. Il programma Udaka si propone di aumentare la quantità di acqua
disponibile e di migliorare le sua distribuzione.
L’aumento della disponibilità di acqua dolce sul pianeta
si ottiene mediante il disinquinamento delle risorse esistenti e la
realizzazione delle strutture idonee ad evitare le perdite e gli sprechi.
Per dare acqua a chi ne è privo è necessario trasferire l’acqua
dai bacini in cui si trova e trovare nuove forme per utilizzare quella presente
nelle zone attualmente sprovviste.
Le risorse necessarie per realizzare questa duplice
soluzione è di circa 340 miliardi di EUR/USD, pari a 13,6 miliardi di Dhana, il
2,8% del totale di Dhana che saranno emesse.
Per promuovere e realizzare il progetto serve un gruppo di
coordinamento di 144 addetti e 233 gruppi nazionali di 108 addetti, per un
totale di 25.308 addetti.
3) Asana (Cibo)
Il programma Asana prevede l’invio gratuito e la
distribuzione di cibo a chi rischia di morire di fame. Negli ultimi dieci anni
il numero di persone che soffrono la fame si è ridotto di meno del 5% e nei
prossimi trent’anni è prevista un’ulteriore riduzione di poco più del 40%. Oggi
777 milioni di persone soffrono la fame. È pazzesco pensare che per risolvere
questo problema basterebbe un dollaro al giorno per ogni affamato, 284 miliardi
di dollari all’anno, il 6,5 per mille della ricchezza mondiale prodotta ogni
anno.
Per risolvere il problema del cibo bisogna dar da mangiare
per tre anni a chi soffre la fame.
In tre anni si devono creare le condizioni affinché
ciascuno sia in grado di produrre abbastanza per la propria sopravvivenza ed il
suo sviluppo.
Per dare cibo a circa 777 milioni di persone che soffrono
la fame bisogna donare per tre anni un pasto giornaliero completo del costo di
un EUR/USD ciascuno ad ogni affamato, pari a circa 285 miliardi di EUR/USD
all’anno per tre anni, per un totale di 855 miliardi di EUR/USD, pari a 34,2
miliardi di Dhana, il 7% delle Dhana che saranno emesse in totale.
La struttura necessaria per realizzare il programma
prevede 25.900 centri di produzione di pasti con 6 addetti (155.400), 77.700
gruppi di distribuzione da 6 persone (466.200) ed una struttura centrale
di coordinamento di 288 addetti, per un
totale di 621.888 addetti.
4) Ayus (Salute)
La salute è una delle condizioni essenziali per vivere
bene. Oltre la metà della popolazione mondiale non gode di sufficiente
assistenza sanitaria. Il programma Ayus prevede interventi a livello di
ricerca, terapia e prevenzione.
La salute fisica richiede ricerca, prevenzione e cura
delle malattie.
Bisognerà utilizzare i moderni strumenti di diagnosi
rapida ed adottare i ritrovati che la scienza ci offre.
Questo programma può essere realizzato mediante la
partecipazione delle organizzazioni esistenti, alle quali assicurare le risorse
per potenziare le loro strutture ed affrontare il problema nel suo complesso.
Per assicurare interventi complessivi, rapidi e
programmati, sono necessari circa 450 miliardi di EUR/USD, pari a 18 miliardi
di Dhana, il 3,7% del totale delle Dhana che saranno emesse.
Serve una struttura organizzativa centrale con 72
responsabili e 28 gruppi regionali con 144 addetti, per un totale di 4.104 addetti.
5) Jnana (Conoscenza)
Analfabetismo ed insufficiente informazione sono fra le
cause principali di povertà e malessere. Centinaia di milioni di esseri umani
non sanno leggere e scrivere e miliardi di persone non sono raggiunte da
adeguata informazione. Il programma Jnana si propone di aumentare
l’informazione globale e di renderla accessibile per ogni essere umano.
Secondo i dati più recenti, 1,4 miliardi di persone di età superiore a sei anni sono analfabeti. Per la loro alfabetizzazione servono almeno 7,7 milioni di strutture scolastiche (30 allievi per 3 ore per 6 turni al giorno), con almeno 20 milioni di insegnanti (70 allievi per insegnante). Questa è la dimensione del problema.
Considerando un costo di 10.000 EUR/USD per struttura ed
un costo di 7.500 EUR/USD per insegnante, otteniamo un costo di 77 miliardi di
EUR/USD per strutture e di 150 miliardi di EUR/USD l’anno per tre anni per
insegnanti, per un totale 527 miliardi di EUR/USD, pari a 21 miliardi di Dhana,
il 4,25% delle Dhana emesse.
6) Vadana–Karna (Centri di comunicazione sociale)
Per avere successo, servono idee, risorse, organizzazione
e, soprattutto strumenti di comunicazione. L'attuale tecnologia di
comunicazione di massa – giornali, radio, televisione – inducono i destinatari
ad un processo di aggregazione, cioè ad una sorta di imitazione e non, invece,
alla partecipazione per emulazione. La differenza tra imitazione ed emulazione
è enorme. Si imita per «sentirsi» come un altro, per assumerne identici
atteggiamenti, fingendo di essere come in realtà non si è. Si «emula» per
comprendere come pensare e come agire per realizzare se stessi, per essere
realmente come si vuole essere. L'imitatore non ha l'obiettivo di essere, non
ha la volontà di essere, ma piuttosto di apparire. L'emulatore «vuole» essere e
per diventare quello che vuole essere cerca di comprendere il processo logico
che altri hanno adottato per essere e lo adatta alle proprie qualità, ai propri
attributi. Potrà avere o non avere riconosciuto il suo essere, ma se avrà voluto
essere ed emulato abbastanza per essere, sentirà di essere come realmente è.
L'essere riconosciuto è il potere di essere rispetto agli
altri, l'essere non riconosciuto è l'essere senza potere rispetto agli altri,
ma non è certamente non essere. Le parti prevalenti – che sono ed hanno il
potere di essere – della struttura del nostro sistema esercitano il loro potere
affinché noi pensiamo di potere senza essere. In tal modo, quelle parti
continueranno ad essere ed avere il potere di essere e noi continueremo a
pensare di potere senza essere, essendo poco e potendo quasi nulla. Per essere,
quindi, bisogna volere e bisogna emulare. Per potere bisogna essere e bisogna
farsi emulare, attraverso un processo dialettico, del tipo socratico, mediante
il quale si confrontano le esigenze e le idee per soddisfarle, si ricevono, si
producono e si esternano informazioni su come sia meglio – o meno peggio –
fare. Per realizzare questo processo dialettico servono spazi nei quali più
persone possano liberamente incontrarsi e confrontarsi. Questi sono gli scopi
di una rete di centri di comunicazione in collegamento costante tra di essi.
Il programma Vadana-Karna prevede ritrovi interattivi su
tutto il pianeta, istituiti in base a parametri demografici equivalenti sul
territorio. Ogni ritrovo potrà ospitare circa 250 persone che potranno
comunicare e confrontarsi con gli ospiti di tutti gli altri ritrovi.Una tale
struttura può essere autogestita dagli stessi partecipanti, mediante il modesto
apporto di circa 500 euro all'anno, sufficienti ad ospitare anche quelle
persone – circa un terzo – che non possono sostenere alcun costo ma che sono
disponibili ed interessate a partecipare, eventualmente prestando il loro
lavoro al posto del contributo.
I centri di comunicazione sociale sono strumenti
dialettici interattivi che consentono a
gruppi di persone in ogni parte del mondo di entrare in contatto,
parlare e discutere fra di loro.
Sono previsti 252.000 centri, con un investimento di circa
50.000 EUR/USD ciascuno, per un totale di circa 12,6 miliardi di EUR/USD, pari
a 504 milioni di Dhana, l’uno per mille del totale delle Dhana che saranno
emesse.
Ogni centro avrà un responsabile, per un costo di 15.000
EUR/USD all’anno, per un totale di 3,8 miliardi di EUR/USD, 152 milioni di
Dhana all’anno.
7) Karoti (Piani di produzione)
Da circa diecimila anni l’essere umano produce per vivere.
Prima cibo, poi mezzi di produzione, quindi prodotti finiti. La produzione è il
mezzo per soddisfare bisogni e desideri materiali, spesso vitali. Il programma
Karoti prevede una mappatura delle esigenze e possibilità produttive delle
diverse regioni del pianeta ed un piano globale di investimenti per adeguare la
loro capacità produttiva, tenendo conto delle caratteristiche storiche e
sociali delle popolazioni.
I piani di produzione regionali e settoriali servono ad
individuare i progetti di sviluppo che si devono realizzare per gruppi di paesi
ed in quali settori.
Le regioni sono: 1) America Nord, 2) America Centro Nord,
3) America Centrale, 4) America Centro Sud, 5) America Sud, 6) Europa Nord, 7)
Europa Centro, 8) Europa Sud, 9) Medio Oriente 10) Asia Nord Occidentale, 11)
Asia Nord Orientale, 12) Asia Centrale, 13) Asia Sud Occidentale, 14) Asia Sud
Orientale, 15) Asia Sud, 16) Australia, 17) Africa Nord Occidentale, 18) Africa
Nord Orientale, 19) Africa Centrale, 20) Africa Sud Occidentale, 21) Africa Sud
Orientale, 22) Africa Sud.
Per ogni regione serve un gruppo di 36 addetti, coordinati
da un centro con 144 addetti, per un totale di 936 persone.
Il costo medio per ogni piano regionale potrà essere di
circa 25 milioni di EUR/USD, cui si aggiunge il costo del centro di
coordinamento di circa 200 milioni di EUR/USD, per un totale di 750 milioni di
EUR/USD, 30 milioni di Dhana.
8) Tetrakos (Progetti economici nazionali)
Ogni paese ha le sue peculiarità ed ogni popolo ha le sue
esigenze. Il programma Tetrakos si propone di promuovere progetti economici
nazionali in ogni paese. I progetti economici nazionali sono piani di sviluppo
della produzione e dei servizi. Essi prevedono l’istituzione di nuove imprese
per aumentare la produzione e creare lavoro.
I progetti economici nazionali servono a realizzare
progetti di sviluppo tenendo conto della regione in cui si trova ogni paese e
dei programmi già impostati dalle sue istituzioni nazionali.
Serve una struttura costituita da 48 addetti per ciascuno
dei 233 paesi, coordinati da un gruppo centrale di 700 addetti, per un totale
di 11.884 addetti.
Si può prevedere un costo di circa 2,5 milioni di EUR/USD
per paese e circa 35 milioni di EUR/USD per il centro di coordinamento, per un
totale di 617,5 milioni di EUR/USD, 24,7 milioni di Dhana.
9) Nava (Promozione nuove
imprese)
L’economia è fondata sull’impresa. Nessun progetto potrà mai essere realizzato senza la base sulla quale si fondano le attività da svolgere. Il programma Nava si propone di promuovere e realizzare nuove imprese in ogni paese, con la partecipazione dei lavoratori alla loro gestione. Una parte del capitale di ogni impresa sarà detenuta da un ente i cui associati saranno i lavoratori dell’impresa stessa per tutto il tempo in cui presteranno la loro opera per essa.
Per sviluppare la produzione e l’economia servono dunque imprese.
Sono previste 342.000 nuove imprese per 83 milioni di addetti in tre anni, più altri 64 milioni di addetti nei successivi tre anni.
Per costituire 342.000 nuove imprese servono 342 milioni
di EUR/USD, 13,7 milioni di Dhana.
10) Varga (Impresa universale)
Sviluppo, recessione e ripresa sono i cicli economici
fondamentali dell’economia. I cicli sono dovuti a molteplici fattori, fra i
quali il rapporto fra offerta di beni e domanda solvibile di mercato. Il
programma Varga prevede per ogni paese un gruppo di imprese operanti in diversi
settori coordinate da un solo centro.
Il progetto dell’impresa universale è una soluzione
per evitare ed eventualmente superare le crisi cicliche dei sistemi economici.
È prevista la costituzione di un milione di nuove
imprese su tutto il pianeta, con un costo complessivo di circa 5.000 miliardi
d'euro, 200 miliardi di Dhana, il 40,8% dell’intera emissione.
Nell'impresa universale sono inizialmente occupati
complessivamente circa 50 milioni di lavoratori, con un indotto di almeno 100 milioni
di addetti nelle imprese rapportate. Nei successivi tre anni dall'inizio delle
attività, dopo il consolidamento dell'iniziativa, si prevede il raddoppio del
numero d'occupati e del valore della produzione.
11) Karana (Mezzi di produzione)
Oltre quattro miliardi di esseri umani, circa tre quarti
della popolazione del pianeta, non hanno sufficiente capacità di trasformare
risorse in prodotti. Servono macchinari, impianti ed attrezzature per
l’agricoltura e per l’industria. Karana è un programma di sviluppo mondiale dei
mezzi di produzione. Il programma
prevede sinergie con i programmi Karoti (piani di produzione), Tetrakos
(progetti economici nazionali) e Nava (promozione nuove imprese).
Ognuna delle 342.000 nuove imprese del progetto Nava avrà
bisogno di mezzi di produzione del costo medio di circa 11,3 milioni di
EUR/USD, per un totale di 3.885 miliardi di EUR/USD, 155,4 miliardi di Dhana,
il 31,7% del totale che sarà emesso.
12) Bhaks (Prodotti durevoli)
I prodotti durevoli sono i beni non produttivi ad
utilizzazione continuata. Il programma Bhaks ha individuato alcune centinaia di
prodotti di uso comune che rendono più gradevole la vita sociale e civile. Una
parte dei macchinari, impianti ed attrezzature previsti dal programma Karana
sarà destinata alla produzione di prodotti durevoli.
Per lo sviluppo della produzione di beni durevoli di
consumo ad utilizzazione continuata è previsto un costo di circa 115 miliardi
di EUR/USD, pari a 4,6 miliardi di Dhana, lo 0,9% delle Dhana emesse.
13) Seva (Servizi)
I servizi sono oggi una componente essenziale della produzione e del mercato ed in generale dei rapporti sociali ed economici. Il programma Seva si propone di incrementare la diffusione dei servizi sul pianeta e di ridurre sensibilmente il loro costo mediante un sistema accessibile a tutti.
Per lo sviluppo dei servizi per le imprese e per i privati
è previsto un costo di circa 195 miliardi di EUR/USD, 7,8 miliardi di Dhana,
l’1,6% del totale di emissione.
14) Ecology (Ambiente)
L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo hanno già provocato consistenti modifiche nel clima e nell’ambiente naturale del pianeta. Il programma Ecology si propone di produrre senza inquinare, di sollecitare consumi senza distruggere l’ambiente e di accelerare, con la tecnologia necessaria, il processo di ripristino delle condizioni esistenti cinquant’anni fa.
È previsto un costo di 45 miliardi di EUR/USD, pari a 1,8
miliardi di Dhana, lo 0,36% del totale di emissione.
15) Kosa (Finanziamenti all’economia reale)
Oltre il 90% delle attuali transazioni finanziarie
avvengono all’esterno dell’economia reale e non riguardano merce. Il programma
Kosa si propone di trasferire parte della massa monetaria attualmente impiegata
per altri scopi nella economica reale, alle imprese che producono beni e
servizi.
16) Cinoti (Raccolta risparmio)
Il progetto Cinoti ha lo scopo di sollecitare il risparmio
a scopi produttivi, facendo partecipare i risparmiatori al sistema delle imprese
che producono e distribuiscono beni e servizi con garanzia totale del rimborso
del capitale impiegato.
17) Parasparam (Reinvestimento ricchezza)
Il programma Parasparam (in sanscrito, parasparam
significa reciprocità) si propone di sollecitare la destinazione a scopi
produttivi della massima ricchezza possibile prodotta dalle imprese, mediante
un sistema che consente forti vantaggi a chi investe e limita il rischio di
impresa derivante dai nuovi investimenti.
18) Synergy (Rapporti societari e commerciali)
Synergy è un sistema di rapporti reciproci fra imprese che
producono e commercializzano beni che attraverso una accelerazione
dell’informazione consente di ridurre i tempi ed i costi commerciali,
produttivi e finanziari.
19) Vencap (Venture capital)
Generalmente le imprese riescono a produrre ed a vendere meno di quanto potrebbero. La differenza fra potenziale produttivo e produzione effettiva è un potenziale inespresso, inutilizzato. Il programma Vencap si propone di offrire alle imprese esistenti la possibilità di coprire il potenziale produttivo inespresso.
20) Vikraya (Clearing internazionale)
Vikraya prevede un sistema di regolamento
delle transazioni commerciali internazionali attraverso un processo di baratti
mediante un centro di compensazione consortile mondiale.
21) Stellar (Sistema
informativo via etere)
Il progetto Stellar prevede un
sistema informativo via etere che, mediante satelliti geostazionari, consentirà ad ogni
essere umano di ottenere in tempo reale una risposta a qualsiasi domanda per la
quale esiste già una risposta. Nello stesso tempo il sistema potrà arricchire
le attuali conoscenze con le informazioni provenienti dagli utenti stessi.
È previsto un costo di 5 miliardi di EUR/USD, pari a 200
milioni di Dhana.
22) Eka (Sicurezza personale)
Eka prevede un sistema di sicurezza
personale mediante il quale ogni persona potrà collegarsi ad una rete di unità
di intervento diffuse su tutto il pianeta ed essere rapidamente soccorsa in
caso di urgente bisogno.
Sono previsti 315.000 centri di pronto intervento, per un
costo di circa 395 miliardi di EUR/USD, pari a 15,8 miliardi di Dhana, il 3,2%
del totale di Dhana emesse.
23) Pat-Patati (Circolazione aerea)
Pat–Patati prevede un sistema di circolazione
aerea di massa con un veicolo a decollo verticale (Air-X) collegato ad una rete
di controllo del traffico che garantirà la sicurezza dei voli ed un apparato
che consente a qualsiasi persona di volare.
È previsto un costo di 5 miliardi di EUR/USD, pari a 200
milioni di Dhana.
24) Cyberbank (Banca telematica)
CyberBank prevede un sistema
tele–informatico mediante il quale sarà possibile effettuare pagamenti e
riscossioni presso qualsiasi banca mediante un semplice cellulare. È stata
predisposta la struttura hardware e sono stati presi i primi contatti con il
sistema bancario.
25) Santi (Conversione industria bellica)
Il programma Santi prevede la conversione
dell’industria bellica in altre attività produttive tra le quali la produzione
di meccanismi ed apparati elettromedicali ed organi artificiali. Si stanno
studiando gli esiti delle ricerche del MIT – Massachusetts Institute of
Tecnhology di Boston e successivamente saranno definiti i processi di
riconversione.
26) Avatar (Centro mondiale ricerche)
Il progetto Avatar prevede la diffusione di un centro
mondiale di ricerche che sarà utilizzato da enti pubblici e privati per
compiere scelte economiche e produttive.
È previsto un costo di 750 milioni di EUR/USD, pari a 30
milioni di Dhana.
27) Rinnovamento (Progetto di riforma del sistema umano)
Il progetto di Rinnovamento prevede la riforma contestuale e
programmata dei rapporti e dei comportamenti attraverso la modifica della
struttura del sistema gerarchico mediante un processo dialettico fra tutte le
persone.
28) Repubblica della Terra (Governo democratico mondiale)
La Repubblica della Terra è un sistema di governo
democratico al quale possono partecipare tutti gli abitanti del pianeta.
È stata fondata il primo gennaio 2001. La Costituzione
della Repubblica della Terra enuncia i principi di un sistema di rapporti umani
fondato sulla pace, sul benessere, sulla libertà, sulla democrazia e sulla
solidarietà. Le Disposizioni di attuazione della Costituzione prevedono le
regole da applicare fino a quando non sarà eletta l’Assemblea Internazionale ed
il Governo Mondiale.
L'istituzione della Repubblica della Terra, come governo
planetario, con il compito di unificare i processi di sviluppo, non deve essere
confusa con una sorta di nuovo impero, ma come forma alternativa rispetto a
tale prospettiva.
La Repubblica della Terra non riafferma il primato di un
nuovo stato ma conferma e soprattutto realizza la sovranità dei popoli su tutti
gli stati. L'idea che gli esseri umani possano raggiungere ad un certo momento un
sufficiente autocontrollo senza bisogno di interventi da parte di una autorità
risale al tempo dell'origine dello stato, considerato come mezzo per promuovere
lo sviluppo della massima responsabilità individuale. Ma, come di consueto,
quando lo strumento – lo stato – si è affermato, è esso stesso diventato fine,
per il solito discorso che ogni parte del sistema tende al proprio massimo
potenziamento finché non lo ha raggiunto.
Concettualmente e storicamente, questa strategia non
consente di superare lo stato, proprio perché la sostituzione di una classe
dominante con un'altra non può realizzare il suo massimo potenziamento e,
quindi, non riesce a modificare la visione di stato come fine.
Solo con il suo massimo potenziamento, lo stato può essere
riportato alla sua funzione originaria di promotore della massima
responsabilità di ciascun individuo, perché solo al massimo potenziamento dello
stato – inteso come stato democratico – può coincidere la massima
responsabilità di ciascun individuo, rendendo così inutile l'esistenza stessa
dello stato.
L'idea della Repubblica della Terra considera perciò che
l'esaurimento dello stato possa essere ottenuto attraverso la massima
espressione di uno stato democratico, con il compito di intervenire laddove gli
stati non hanno mai potuto, per superare quindi i loro limiti nell'esercizio
della funzione di contribuire allo sviluppo della massima responsabilità degli
abitanti del pianeta, per realizzare una situazione in cui la convivenza sia
fondata solo sulle regole spontaneamente accettate ed adottate, senza più
bisogno di interventi da parte di una qualsivoglia autorità precostituita come
sono, appunto, gli stati.
La Repubblica della Terra deve essere intesa, dunque, come
una nuova istituzione e non come una sovrapposizione rispetto agli stati. E
deve partire dalla base, dagli abitanti della Terra, non certamente dagli stati
esistenti, altrimenti si tratterebbe di un'organizzazione di stati e non di
un'organizzazione di cittadini.
In questa visione, la Repubblica della Terra è espressione
dei popoli della Terra, anzi «del popolo della Terra», il quale, riconoscendosi
in un insieme di valori di riferimento, intende trasformare questi valori in
caratteri pragmatici: prima indotti, attraverso il processo di emulazione,
dall'azione della nuova istituzione; poi, spontaneamente adottati da ogni parte
(da ogni individuo), nel momento stesso in cui ogni parte realizza il proprio
massimo potenziamento individuale.
Come ogni realtà ha un inizio ed una fine, così lo stato,
che ha avuto inizio per necessità, troverà la sua fine solo quando non esisterà
più la necessità.
Per affermare una tale istituzione bisogna dimostrare i
vantaggi che derivano dalla sua fondazione ed impiegare una forza adeguata per
farla partire dal basso e per divulgarne la forma e lo scopo.
Non sarà possibile che anche la Repubblica della Terra si
trasformi essa stessa in fine, proprio perché è nel suo carattere la tendenza
al massimo potenziamento e, di conseguenza, la propria dissoluzione finale. Ed
è proprio questo fine–obiettivo di autodissoluzione finale che impedisce la
trasformazione della sua natura di mezzo in fine.
L'obiettivo della dissoluzione finale attraverso il
massimo potenziamento costituisce in sé la garanzia che la Repubblica della
Terra non potrà agire per consolidare il suo potenziamento, ma solo come mezzo
per potenziare i partecipanti allo scopo, appunto, di poter realizzare la
propria dissoluzione.
29) Dhana (Moneta mondiale)
Il valore è la capacità delle cose di soddisfare
necessità. La misura del valore è il rapporto fra cose e necessità. L’unità di
misura del valore è la grandezza sulla base della quale si calcola il rapporto
fra una cosa e la necessità che soddisfa.
La moneta è unità di misura del valore. Dhana è l’unità
monetaria di misura del valore reale dei beni materiali ed immateriali. La sua
base economica è costituita da capitali di imprese, cioè da mezzi di
produzione.
Ogni risorsa ha un valore perché serve a soddisfare
necessità. Mentre alcune risorse naturali hanno una capacità sufficiente a
soddisfare necessità senza alcuna attività umana, altre hanno invece bisogno di
essere trasformate per assumere la capacità di soddisfare bisogni, desideri ed
emulazioni.
L’istinto, la memoria e la forza fisica sono risorse umane
capaci di soddisfare le necessità di preservare, di ricordare e di muoversi.
L’aria e l’acqua, se sono pure, diversi frutti della natura e le caverne sono
risorse ambientali capaci di soddisfare le necessità di respirare, dissetarsi,
nutrirsi e ripararsi.
Diverse facoltà mentali devono essere sviluppate affinché
assumano la capacità di intendere, pensare, giudicare e dedurre. Molti frutti
non sono utilizzabili allo stato naturale se non vengono coltivati o
trasformati. L’erba verde non è commestibile se non viene trasformata. La calce
non può servire da riparo se non viene trasformata in case.
E così tante altre risorse naturali non hanno di per sé la
capacità di soddisfare necessità se non vengono trasformati in prodotti. Per
farlo, serve attività umana, serve lavoro. Il lavoro umano è il mezzo con cui
si impiegano energia fisica ed intellettuale umana.
Quasi tutte le risorse naturali non avrebbero valore e non
potrebbero soddisfare necessità se non venissero trasformate in prodotti mediante
il lavoro. Perciò il lavoro è ciò che produce valore perché è il lavoro che
rende le cose capaci di soddisfare necessità.
Nel definire una unità di misura del valore non solo non
si può prescindere dal lavoro che è intrinseco alle cose (prodotti) ma il
lavoro assume nella quasi totalità delle cose il carattere di essenzialità
perché le stesse abbiano valore.
Il valore non è un dunque un rapporto fra due o più cose
ma fra cose e necessità. La misura del valore di una cosa dipende dalla
quantità di lavoro di una certa qualità impiegata nell’unità di tempo per il
tempo impiegato per trasformarla nello stato in cui può soddisfare una
necessità.
La moneta è unità di misura del valore. Da che cosa può
essere rappresentata questa unità di misura se non da unità di lavoro? Possiamo
allora definire la moneta, in quanto unità di misura di valore, come unità di
misura di lavoro. Per una moneta che abbia come base monetaria il lavoro,
l’unità di misura monetaria sarebbe una quantità di lavoro di una certa qualità.
Mentre è possibile stabilire esattamente il tempo
impiegato nel lavoro, non è possibile definire parametri precisi per la
quantità e la qualità di lavoro nell’unità di tempo. Perciò si dovranno usare i
termini quantità normale di lavoro e qualità media del lavoro. Definiamo allora
l’unità monetaria che misura il valore come una quantità normale di lavoro di
qualità media per un certo tempo. La grandezza di tale unità monetaria è
direttamente proporzionale al risultato che si ottiene. Maggiore sarà la produttività,
maggiore sarà il valore del lavoro, maggiore sarà la grandezza dell’unità
monetaria.
Dhana è l’unità monetaria che misura l’unità di lavoro,
intesa come quantità normale di lavoro di qualità media per un certo tempo.
Aumentando la produttività aumenterà il valore di Dhana.
Dhana è stata introdotta il 14 giugno 2001, con la
emissione dei primi 6 miliardi di Dhana, garantiti da un capitale di 150
miliardi di Euro. Successivamente sono stati emessi altri 34 miliardi di Dhana,
garantiti da un capitale di 850 miliardi di Euro.
È prevista la emissione di quasi 500 miliardi di Dhana,
pari ad un valore di emissione di 12.500 miliardi di EUR/USD.
30) Kayamara (Immortalità)
Si muore di fame, di sete, di stenti, di malattia, di invecchiamento. Si muore per incidenti, per atti di violenza e di guerra. Si muore. Qualunque sia la causa, si muore. L’uomo e la donna, il giovane e l’anziano, il povero ed il ricco, il colto e l’ignorante, il bello ed il brutto, il buono ed il cattivo, il pacifico ed il violento, il furbo e lo stupido. Tutti gli esseri umani muoiono. Per sempre. Si può vivere da un solo secondo ad oltre cent’anni ma poi si muore. Siamo abituati alla morte. La consideriamo ineluttabile. Pensiamo sia impossibile non morire. Anche per questo moriamo.
Invece di ribellarci a questa sconfitta della vita, noi
immaginiamo una vita dopo la morte. È una visione mistica. È la negazione della
ragione. Il programma Kayamara si propone di sconfiggere la morte fisica. È una
pazzia? È più matto chi si ribella alla morte e si impegna per sconfiggerla o
chi l’accetta supinamente e si arrende ad essa? Vincere la morte è impossibile?
Dobbiamo vivere per morire?
No, noi possiamo vivere per non morire. Per vincere la
morte dobbiamo innanzitutto credere che sia possibile, poi dobbiamo impegnarci
per farlo diventare probabile. Ogni essere umano può partecipare a questo
programma. Per amore verso se stesso e verso le persone che ama. Lasciar morire
se stessi e chi si ama è una pazzia, è una responsabilità che nessuno di noi dovrebbe
assumersi. Per sconfiggere la morte bisogna che non sia più necessario morire.
Per questo progetto è previsto un costo di 1,2 miliardi di
EUR/USD, pari a 48 milioni di Dhana.
Ecco, in sintesi, Holos Global System. Siamo partiti da
problemi reali, da necessità: energia, acqua, cibo, salute, conoscenza,
comunicazione, produzione, ambiente, risorse, sicurezza, circolazione, ricerca,
ingiustizia, povertà, mortalità. Abbiamo ricercato ed indicato soluzioni,
strumenti e metodi per migliorare le cose. Abbiamo raccolto le soluzioni in
trenta progetti e li abbiamo riuniti in un unico programma. Abbiamo trovato le
risorse per promuovere e realizzare l’intero programma, che abbiamo presentato
innanzitutto agli Stati. Ora è il momento di presentare il programma
direttamente ai Popoli, utilizzando tutti i mezzi di comunicazione a
disposizione.
Abbiamo lavorato sempre spinti dal dovere di agire e dalla
responsabilità che ci deriva dall’avere avuto la fortuna di nascere e vivere
dove, nonostante le ingiustizie subite, è stato possibile pensare, ideare e
produrre. Ora è il momento di far partecipare chi non ha avuto le stesse
occasioni. Ed è quello che faremo.
Ottobre 2002.
Rodolfo Marusi Guareschi