Dalla verità
alla libertà Nel 2019*, sulla Terra abitano oltre 7,5 miliardi di esseri umani. Tutti hanno necessità non solo di aria, acqua, cibo, abiti e cure per le malattie ma anche di rifugio, sicurezza e protezione, di far parte di un gruppo e di affetto, di autostima e riconoscimento della loro personalità, di libertà ed indipendenza, di realizzare il massimo sviluppo individuale e di credere di poter vivere felici. Poco
più di cinque miliardi di persone hanno almeno sedici anni di età. Tre
miliardi e duecento milioni formano le forze del lavoro. Ma centinaia di
milioni di donne sono escluse dalle attività economiche. I disoccupati sono
oltre trecento milioni, per la maggior parte giovani dai 16 ai 30 anni di
età. L’1%
della popolazione ha il 40% della ricchezza, un altro 1% ha il 10%, l’8% ha
il 35%, il 40% ha il 14% ed il 50% ha meno dell’1%. Questa diseguale distribuzione
della ricchezza dipende dalla divisione[1] e dallo sfruttamento del lavoro. In
queste condizioni, il 90% della popolazione che ha solo il 15% della
ricchezza[2] e spesso non lavora o non ha i
mezzi per produrre è più o meno subalterna al 10% della popolazione che ha
l’85% della ricchezza[3] e non può soddisfare le sue
necessità vitali. L’aria
è inquinata dalle emissioni derivanti dalle attività umane e molte persone,
soprattutto nelle grandi città, hanno problemi di respirazione. L’acqua
potabile è male distribuita e sempre più inquinata dagli scarti derivanti
dalla produzione e dai rifiuti derivanti dai consumi. Oltre un miliardo di
persone soffre la sete ed il loro numero è in forte aumento. Il cibo prodotto sarebbe sufficiente per tutti ma la speculazione e gli eccessi provocano un miliardo di affamati. La speculazione aumenta i prezzi di cinque, dieci e più volte rispetto ai costi di produzione. Più di un terzo del cibo prodotto viene distrutto per mantenere alti i prezzi. Oltre cinquecento milioni di persone soffrono di obesità e consumano in eccesso più cibo di quello necessario a tutti gli affamati. Centinaia
di milioni di persone muoiono ogni anno di malattie curabili perché non
possono acquistare farmaci, il cui prezzo è tenuto alto mediante brevetti e
speculazioni come accade per il cibo. Tutti
viviamo insicuri a causa di furti, inganni, truffe, aggressioni e guerre. A
proposito delle guerre, a parte ogni altra considerazione morale, spendiamo
più per fabbricare armi che per produrre energia, il cui prezzo, fra l’altro,
è enormemente più alto del costo a causa della speculazione e del prelievo
fiscale. Miliardi di persone non hanno una casa mentre alcune decine di milioni ne hanno più di due. I fabbricati sono considerati più come mezzi di guadagno e di conservazione del valore che come beni per soddisfare bisogni. Tutta
l’economia è in funzione del profitto. Paradossalmente, invece di produrre
per soddisfare necessità, si consuma per produrre e si produce per
guadagnare. La
mobilità sociale è sempre più ridotta e chi parte da condizioni sociali più
sfavorevoli, ed è la maggioranza, difficilmente riesce a superare gli
ostacoli al proprio sviluppo e ad ottenere il giusto riconoscimento delle
proprie capacità. Nessuno
è libero. Non è libero il subalterno, perché impedito dalle pessime
condizioni materiali. Non è libero il dominatore perché vive nel costante timore
di perdere quello che ha. Quindi, nessuno è
felice. Anzi, a parte ogni sogno od illusione, puntualmente delusa, nessuno
crede nemmeno di poter essere felice. Molti,
anche per reazione alla paura ed all’ignoto, pensano ad un’altra vita dopo la
morte. Ma si tratta di una speranza la cui fondatezza mai nessuno ha
dimostrato. Intanto,
l’umanità ha ampiamente superato il limite di sostenibilità del pianeta e
senza rendersi conto – a causa dell’isteresi[4] – di questa realtà oggettiva, sta
per raggiungere il punto di non
ritorno. Stiamo
distruggendo l’intera biosfera e di conseguenza provocando la decimazione se
non l’estinzione anche della nostra specie. Fra uno o due anni al massimo, la
situazione sarà irreversibile sia a causa dei conflitti antropologici sia a
causa dell’insostenibilità ambientale. Tutte le simulazioni ed i modelli di
previsione, portano a questa conseguenza. E, probabilmente, la conseguenza
dell’era dell’antropocene
sarà la fine dell’essere umano. Questa è la realtà dei fatti. Se non ci rendiamo conto immediatamente di questa realtà, le speranze, le intenzioni ed i progetti si esauriranno in mere illusioni. Le
concezioni filosofiche ed etiche che ci hanno portato o lasciato portare in
questa situazione non potranno mai, da sole, interrompere questo processo. L’unica soluzione è
un rapido, radicale e reale cambiamento,
sia dei comportamenti e dei rapporti fra di noi, sia dei nostri comportamenti
e rapporti rispetto all’ambiente. Serve
un cambiamento dell’etica come ricerca razionale e non emotiva dei criteri
che consentano la libertà individuale rispetto a quella degli altri. Serve
un cambiamento della morale come condotta conforme all’etica. Serve
una presa di coscienza della realtà per com’è e non per come si vorrebbe che
fosse. Serve
un cambiamento della politica, che deve diventare ordinata organizzazione
della società fondata sulla partecipazione dialettica di tutti gli esseri
umani. Serve
un cambiamento dell’economia, ad iniziare da un’equa ridistribuzione della
ricchezza, per consentire ad ogni persona di svolgere un’attività e produrre
con il lavoro le condizioni materiali sufficienti a soddisfare le sue
necessità vitali, dai bisogni fisiologici al pieno sviluppo della propria
personalità. Serve
un cambiamento nell’uso delle risorse e delle energie naturali, per rientrare
rapidamente e mantenerci nei limiti di sostenibilità ambientale. Serve
un cambiamento della concezione della vita e la morte non deve più essere
considerato un evento irrimediabile da affrontare con il misticismo. Per
innescare questi cambiamenti, bisognerebbe modificare le condizioni iniziali
dalle quali deriva la situazione attuale. Purtroppo,
non essendo possibile, se non come riemersione mnemonica, retrocedere nel
tempo, non è nemmeno possibile rimuovere le condizioni iniziali. Tuttavia,
in base all’osservazione della situazione attuale ed alla conoscenza delle
condizioni iniziali dalle quali deriva, è possibile trovare una soluzione che
interrompa la concatenazione di eventi dalla quale deriva il processo
evolutivo e ricreare nuove condizioni iniziali rendendo ininfluenti quelle
originarie rispetto al futuro. Lo
strumento fondamentale per realizzare questi cambiamenti è l’uso della verità
che deriva dalla conoscenza e l’affermazione della giustizia come mezzo per
avere libertà. Poiché
il pensiero e la coscienza nascono dalla materia e non viceversa, per poter
compiere questo tentativo, dobbiamo partire dalle leggi fisiche che siamo
riusciti a scoprire ricostruendo a ritroso la storia dell’universo. Arrivati
all’inizio,
possiamo dedurre razionalmente e logicamente l’origine del tutto ed osservare
come sono andate le cose. Come se stessimo guardando un filmato. Prima
dell’universo c’è solo energia pura senza spazio e senza tempo. È una,
indivisa, immobile, inalterabile, priva di informazioni. Possiamo immaginare
l’energia pura come il pensiero senza interazioni. È l’essenza in sé, è
potenza senza forza. La
potenza dell’essenza provoca la scissione di una parte di energia dall’unità.
È il primo atto di forza, la prima volta che la potenza dell’energia si
trasforma in forza, la forza primordiale. La
scissione genera interazioni. Dalle interazioni nascono fluttuazioni (onde) e
quindi il moto. Il movimento delle onde forma il primo spazio, uno spazio
quadridimensionale di grandezza infinitesimale. Così
avviene la prima inflazione, una fortissima espansione dello spazio.
L’universo si dilata di un fattore di mille miliardi di miliardi di miliardi.
È come se d’improvviso una monetina di un centimetro di diametro si dilatasse
diventando grande come dieci milioni di volte la Via Lattea (Stevem Hawking e Leonard Mlodinow, in «Le Grand Design»). È la cosiddetta singolarità, che
sfugge alle successive leggi della fisica. Dallo
spazio inflazionario, quadridimensionale, nasce il tempo che, insieme allo spazio
tridimensionale, forma lo spaziotempo[5]. Inizia l’espansione
dello spaziotempo, che continua tuttora, ad una
velocità superiore a quella della luce. Nello
spaziotempo, l’unica forza primordiale accelera la
velocità delle onde che prendono massa formando neutroni. Dall’interazione
fra i neutroni, l’unica forza primordiale si trasforma nelle quattro forze
fondamentali della natura. La
forza debole con i decadimenti beta[6] trasforma i neutroni in protoni con
emissione di elettroni. Così si forma l’idrogeno, con un protone ed un
elettrone. La
forza forte tiene insieme protoni e neutroni nel nucleo dell’atomo.
L’interazione elettromagnetica interagisce fra nucleo ed elettroni e tiene
unito l’atomo. Il residuo dell’unica forza primordiale si trasforma in campo
gravitazionale che interagisce fra spazio e materia. Con la gravità, lo
spazio determina il movimento della materia e la materia incurva lo spazio. Dopo
200 secondi dall’inizio, dalla collisione e fusione di due atomi di idrogeno
si formano atomi di elio e di litio. La
massa dell’atomo risultante dalla fusione è leggermente inferiore al totale
delle masse dei due atomi che si fondono. Per
effetto della fusione, quella minima dispersione di massa si ritrasforma in
energia con una potenza di oltre un milione di volte superiore a quella che
aveva la massa dispersa prima della fusione[7]. La
densità dell’universo primordiale è quasi tutta uniforme. Perciò, per circa
300 mila anni, tutto si ripete. Lo spaziotempo si
espande ma resta immutabile. Non c’è alcuna evoluzione. Ma
la densità non è del tutto uniforme. C’è una variazione di densità di una
parte per ogni centomila. La pur minima differenza di densità provoca le
prime fluttuazioni della materia e mette in moto un processo fisico che porta
alla fusione dalla quale parte l’evoluzione. L’origine
del processo è casuale. È l’ultimo di diverso tentativi. Le fluttuazioni
formano stelle e galassie, degli insiemi di atomi più complessi degli atomi
di cui sono formati. Nel
tempo, questi insiemi diventano sempre più complessi. Al loro interno, dalla
collisione e fusione di due atomi di elio si forma il berillio. Poiché il
berillio decade quasi istantaneamente in nuclei di elio, ancora una volta
tutto continua a ripetersi. Ma,
quando la stella inizia ad esaurire l’idrogeno, il suo nocciolo subisce un
collasso, aumenta la temperatura e, perciò, aumenta la frequenza di scontro
fra i nuclei di tutti i suoi atomi. In
quelle condizioni, alcuni atomi di berillio, prima di decadere, collidono e
si fondono con atomi di elio formando il carbonio che è stabile. Alla fine del suo ciclo vitale, la stella esplode come supernova ed espelle il carbonio ed altri elementi più pesanti che in seguito si addensano e formano un pianeta. Su
un pianeta che si trova in condizioni del tutto eccezionali, nasce la vita,
una forma di materia enormemente più complessa ed informata rispetto alla
forma di materia iniziale. Dopo
miliardi di anni, negli esseri viventi si formano neuroni. Dall’interazione e
dallo scambio di informazioni fra i neuroni nasce la funzione cerebrale, la
mente. La
mente, come insieme di informazioni che si scambiano i neuroni, interagisce
con i neuroni stessi. E dopo quattro miliardi di anni dall’inizio della vita,
in alcune specie viventi, dall’interazione fra i neuroni e la mente, sorge il
pensiero. Nell’essere
umano, il pensiero interagisce con la mente, la interpreta, la modifica e si
forma la coscienza. Per effetto della coscienza, la mente modifica non solo
la materia dalla quale deriva ma anche tutta la restante materia con la quale
interagisce. Riassumendo,
dall’energia nasce la materia, dalla materia nasce la vita, dalla vita nasce
la mente, dalla mente nasce il pensiero e dal pensiero nasce la coscienza. Con
questo processo si è formata la struttura del sistema. L’origine
casuale determina una selezione delle parti del sistema: le poche parti più
dense sono anche più indipendenti ed incorporano le altre che in questo modo
diventano strumentali alle prime. Da
questa selezione deriva la struttura gerarchica dell’intero sistema, formata
da diversi livelli diadici (a doppia valenza). Le parti di ogni livello
rappresentano se stesse rispetto alle parti che si
trovano sul livello superiore mentre rappresentano la totalità rispetto alle
parti che si trovano sul livello inferiore. Per
conseguenza di questa struttura, chi si trova sul livello più alto
rappresenta solo la totalità e chi si trova sul livello più basso rappresenta
soltanto se stesso. Questa
struttura gerarchica è tanto nelle stelle in formazione quanto nelle forme di
vita più evoluta, compresa la specie umana. Ecco perché non sarà mai
possibile eliminare la subalternità senza trasformare la struttura. Si
possono migliorare i rapporti ed i comportamenti di tutti, si possono avere
salti quantici, transizioni di fase ma non si possono eliminare gli effetti
della selezione e della struttura gerarchica che ne deriva. Poiché
la selezione è la condizione iniziale del processo, tutto ciò che ne deriva non
può che essere selettivo ed organizzato in modo gerarchico. Come
deve essere il nuovo? Innanzitutto, deve essere nuovo davvero e non solo in
apparenza. Inoltre, deve tendere al massimo equilibrio possibile come base e
come principio organizzativo fondamentale nei rapporti sia fra gli esseri
umani sia fra gli esseri umani e l’ambiente. Infine, deve stabilire uno stato
sistemico ininvolvibile[8]. Attraverso
queste tre condizioni, il cambiamento si riflette e poi si trasferisce in
ogni manifestazione dell’esistente. La
nuova etica deve avere l’obiettivo della massima libertà possibile. Poiché
non può esistere libertà senza giustizia, la nuova etica deve essere fondata
sulla giustizia. Giustizia
significa corrispondenza fra energia personale impiegata e riconoscimento del
suo valore. La
nuova morale deve essere rappresentata da comportamenti che stabiliscano un
equilibrio fra le necessità individuali e quelle degli altri. Nessuno deve
avere più di quello che merita a scapito di altri che non riescano a soddisfare
necessità vitali. Conoscendo
la verità si prende coscienza della realtà. Prendere coscienza della realtà
significa scoprire che rispetto al dualismo ed al conflitto fra dominanti e
dominati, quindi anche rispetto all’egemonia, esiste l’alternativa della
cooperazione competitiva, un carattere comune a tutti i sistemi complessi i
cui elementi si auto-organizzano dal basso. La
nuova politica, cioè la nuova organizzazione dell’ordine sociale, deve
adottare la struttura conarchica[9] al posto della struttura
gerarchica. Con la conarchia, tutti possono partecipare ad effettiva parità
di condizioni alle scelte che riguardano la vita ed i problemi della
comunità, dai gruppi più piccoli all’intero pianeta. Abbiamo
chiamato questo tipo di organizzazione ordine
comunitario ed abbiamo proposto come strumento per la sua attuazione la Repubblica della Terra come «sistema di
governo democratico degli abitanti del pianeta e dei loro gruppi per vivere
in pace nel miglior modo possibile». La
nuova economia deve essere fondata sull’ergonia
in base alla quale «la proprietà dei mezzi di produzione non deve essere
né pubblica né privata» e che «il valore del lavoro umano sia
calcolato in base a tre elementi fondamentali: la responsabilità o la
funzione, la prestazione per il tempo impiegato ed i risultati individuali e
collettivi ottenuti.» Abbiamo
affermato che «Con questa regola è anche possibile il superamento del
lavoro dipendente e la sua trasformazione in lavoro cooperativo, con il quale
la competizione avviene non fra individui ma fra qualità e quantità di lavoro
effettivamente prestato in funzione della soddisfazione dei bisogni
individuali e comuni.» Per migliorare realmente le condizioni materiali bisogna ridistribuire equamente la ricchezza fra tutti gli abitanti del pianeta. Per dare inizio all’equa ridistribuzione della ricchezza, serve una moneta libera ed interamente garantita che rappresenti il lavoro futuro necessario a produrre i beni e servizi che con quella moneta potranno essere pagati. La
nuova moneta deve essere assegnata in parti uguali a tutti gli abitanti del
pianeta con almeno sedici anni di età e deve avere un limite di emissione per
impedire che perda valore e quindi potere d’acquisto. Perciò è stata emessa Dhana, la moneta della Repubblica della
Terra. Il
nuovo uso delle risorse deve tendere al riutilizzo dei rifiuti ed alla
eliminazione dell’inquinamento riportando e conservando il pianeta nelle sue
condizioni naturali di sostenibilità fisica e biologica. Infine,
la nuova concezione della vita rispetto alla morte, deve rappresentare ciò
che dimostra l’osservazione dei fenomeni fisici senza escludere nulla ma
senza affermare pretese verità mai dimostrate né dalla scienza né dalla storia
che conosciamo, nella costante ricerca di ciò che non sappiamo e nella
costante verifica di ciò che crediamo di sapere. In
questo modo, invece di immaginare l’immortalità di una parte di noi stessi o
di qualcosa che trascende da noi, è forse possibile immaginare l’immortalità fisica e
spirituale del nostro essere. Come
si realizza il cambiamento?
La verità come conoscenza, l’etica come criterio di giustizia per garantire
libertà, la morale come condotta, la presa di coscienza della realtà, l’idea
di una nuova politica e di una nuova economia non bastano a cambiare la
situazione. Per
cambiare, bisogna agire
in base ad un piano[10] che parta dalla percezione della
realtà ed attraverso obiettivi possibili e soluzioni praticabili provochi
risultati concreti. È
inutile protestare, ribellarsi, insorgere, aggredire. Per
cambiare, bisogna partecipare ad un progetto che consenta di trasformare
pacificamente il presente per costruire il futuro. La pace è assicurata dalla
verità. Chi conosce e sa usare la verità, può agire con la massima forza
senza violenza. Partecipare
alla Repubblica della Terra ed adottare Dhana come moneta mondiale universale
diventa un imperativo categorico e, nello stesso tempo, atto sufficiente al
processo di cambiamento. Mentre
in una struttura gerarchica chi vuole migliorare il sistema concepisce ed
esercita il potere come mezzo necessario per realizzare più giustizia e
libertà, in una struttura conarchica il potere è
rappresentato dalla partecipazione cosciente ed attiva ad una struttura: una
partecipazione che di per sé conferisce al sistema ed a chi ne fa parte la
massima giustizia e libertà. Scompare
la piramide gerarchica e quindi anche il suo vertice e si afferma la sfera conarchica completamente priva di livelli e di ostacoli
alla massima evoluzione individuale. Il
processo deve però essere innescato. L’innesco, può avvenire solo attraverso
una scissione ed una successiva fusione. E come, circa 13,7 miliardi di anni
fa[11], una singolarità ha trasformato in
forza una potente energia primordiale provocando l’improvvisa dilatazione
dello spazio, così una nuova singolarità formata da pochi esseri coscienti
trasformerà in azione la conoscenza e la volontà di sfuggire alle originarie
condizioni iniziali. Questa azione, la cui potenza è moltiplicata milioni di volte per effetto della fusione, stabilisce nuove condizioni iniziali dalle quali nasce il processo di cambiamento. Quali
possono essere le fasi di questo processo? Prima avviene una scissione. Un
soggetto si distacca fisicamente e mentalmente dalla struttura del sistema,
non per astrarsi dal sistema ma per trasformare la stessa struttura
attraverso un programma di iniziative concrete per affrontare i problemi più
sentiti ed urgenti[12]. La
scissione provoca interazioni non-lineari[13] non solo locali (quelle fra il
soggetto e le parti del sistema a lui più prossime) ma anche fra il soggetto
ed il vertice della struttura e, perciò, poiché il vertice rappresenta la
totalità, fra il soggetto ed il sistema nel suo insieme. Per
effetto delle interazioni non-lineari fra il soggetto e la totalità
del sistema, dalle interazioni locali con lo stesso soggetto trae origine un comportamento
emergente con proprietà inspiegabili secondo le regole che governano i
soggetti del sistema. Dal
comportamento emergente si forma per emulazione un attrattore strano[14] verso il quale, dopo una prima
inflazione che coinvolge alcune decine di milioni di persone (una su
centomila), l’intero sistema evolve. Ma
la funzione del soggetto che si distacca dal sistema non si esaurisce con gli
effetti della scissione. Deve necessariamente arrivare alla fusione. Per
farlo, deve accelerare le sue azioni per formare una massa significativa
rispetto a quella dell’intero sistema e, nello stesso tempo, far distaccare un
altro soggetto dalla struttura del sistema. Dopo
un certo tempo, fra i due soggetti avviene la fusione. Affinché avvenga
fusione e la forza di attrazione vinca quella di repulsione, fra i due
soggetti deve formarsi la necessaria compatibilità, attraverso la
comprensione e la concordanza di vedute in funzione di obiettivi comuni.
Questa è la funzione dell’amore.
Amando si può. La
potenza di questa prima fusione rafforza la potenza dei soggetti coinvolti
nella prima inflazione ed anche fra di loro avviene una fusione la cui
potenza si propaga e si ripercuote sugli altri soggetti del sistema. Al
termine del processo, la struttura sarà completamente trasformata e niente
sarà mai più come prima. L’unica cosa che non possiamo prevedere è come sarà
il sistema con la nuova struttura. Ce lo impediscono le leggi sui sistemi
complessi secondo le quali chi fa parte di un sistema non può immaginare come
sarà quello successivo. Ma,
dobbiamo rischiare. Il cambiamento universale è la nostra unica possibilità. Venerdì,
17 giugno 2011. Nota:
questo testo è pubblicato nei comunicati e documenti di www.unigov.org. (*)
Testo aggiornato il 10/10/2019. |
[1] La divisione del lavoro consente una
maggiore specializzazione e quindi maggiore produttività ma provoca una forte
difformità di trattamento fra lavoro manuale e lavoro intellettuale.
[2] Il 40% che ha il 14% più il 50% che
ha l’1%.
[3] L’1% che ha il 40% più l’1% che ha il
10% più l’8% che ha il 35%.
[4] L’isteresi è il fenomeno per effetto
del quale i sistemi fisici e biologici reagiscono in ritardo rispetto alle
sollecitazioni che ricevono e quando reagiscono la situazione è ormai
irreversibile.
[5] In sostanza, una dimensione dello
spazio quadridimensionale si trasforma in tempo.
[6]
In fisica nucleare il decadimento β è un tipo di decadimento
radioattivo ovvero uno dei processi o reazioni nucleari spontanee attraverso le
quali nuclidi instabili (e dunque radioattivi) si trasformano in altri nuclidi
di elementi chimici a numero atomico diverso, che possono a loro volta essere
radioattivi (continuando a decadere) oppure stabili, con emissione di altre
particelle subatomiche ionizzanti secondo il principio di conservazione della
massa/energia. Nel processo sono coinvolte le cosiddette forze nucleari deboli.
[7] Giustamente, Albert Einstein disse
che «Se fossimo in grado di sfruttare tutta l'energia racchiusa in una
goccia d'acqua, con tale energia si potrebbe illuminare un'intera città.»
[8] Ininvolvibile
significa costante evoluzione senza involuzione.
[9] Conarchia
deriva dal greco àrchein (capo, comandare) e koiné (comune, unione) e significa comandare in
comune, in unione.
[10]
Percezione, riconoscimento, priorità, origine, cause, obiettivi, soluzioni;
effetti, strumenti; strategia, prassi, ostacoli, risultati (da Péntakos).
[11] L’età stimata dell’universo.
[12] Questa è l’idea del programma Holos Global System.
[13] Le interazioni non-lineari sono
quelle imprevedibili dal sistema nel suo complesso.
[14] Un attrattore strano è un
attrattore dotato di struttura frattale.