CHE ESSERI UMANI SIAMO? Da una ricerca iniziata nel 1965 ed aggiornata da
«Holos System», antropologicamente, gli esseri
umani si distinguono in cinque tipologie: 1) chi non si cura di nessuno; 2) chi accetta le nostre idee tanto per farlo pur non sentendone il
bisogno; 3) chi accetta le nostre idee sull'esperienza di altri di cui si fida; 4) chi si pone sempre in posizione difensiva; 5) chi accetta di discutere le nostre idee per risolvere le proprie
esigenze. Ognuna delle cinque tipologie di persone richiede un diverso
approccio: 1) CHI NON SI CURA DI NESSUNO Evita i nuovi
interlocutori, se può. Il vederli o il sentirli è una seccatura. Se vi sono
rischi di sbagliare, è meglio che la decisione di accettare una proposta sia
presa da qualcun altro e, se dipende da lei, soprassiede. È una persona che
traspira sufficienza. È una persona che ti dice sempre che ha fretta. Ha
esperienza, ma su tutt'altre cose rispetto a quelle
che le dovrebbero interessare. È scarsamente interessata sia a chi le sta
davanti sia a quello che le può venir proposto. Ritiene di saper pensare
benissimo a se stessa. Per non darle l'impressione di farle perdere tempo,
bisogna rivolgerle alcune brevissime domande che richiedono altrettante
brevissime risposte. Lei è soddisfatta di come vanno le cose? Se lei lavora,
è più quello che produce o quello che consuma? Visto che lei non si aspetta
niente dagli altri, esclude di poter partecipare ad iniziative insieme ad
altri, o dipende da quello che Le propongono? Come mai lei non propone quasi
mai niente agli altri? Non vorremmo provocarLa, ma
per tentare di vincere la Sua apatia, ci perdonerà se Le diciamo: la Sua
debolezza costa anche a tutti gli altri. Lei ritiene che sia giusto? Eppure
non ha scelto di vivere in un'isola deserta ... Abbiamo problemi in comune e
ne abbiamo tanti: non pensa che sia possibile affrontarli insieme con mutua
comprensione? Non prenderemo alla lettera le Sue affermazioni, né quelle
sulle quali concordiamo né quelle sulle quali non siamo d'accordo. La
proposta fondamentale che Le facciamo è questa: faccia qualcosa con noi anche
se non sarà nel Suo esclusivo vantaggio! 2) CHI ACCETTA LE NOSTRE IDEE TANTO PER FARLO Quando un interlocutore
che le è simpatico le propone qualcosa, lei considera sempre positivamente
quello che le viene proposto, lieta di accettarlo anche se, in realtà,
accoglie anche quello che non le serve o che è inutile. Non è del tutto
affidabile, anzi, rappresenta un pericolo, perchè dopo che l'avessimo
convinta noi, qualcun altro potrebbe convincerla del contrario. Quindi non
cercheremo di convincerla, ma solo di dimostrarle con i fatti quello che
vogliamo fare. Lei non parla di questioni materiali, di problemi oggettivi:
li sfugge, rimettendosi all'illusione che tutto si risolva spontaneamente nel
migliore dei modi.. Il suo scarso interesse per qualsiasi proposta ed il suo
forte interesse nei confronti di chi gliela presenta sa fanno apparire
volubile, con un certo orientamento alle imitazioni di chi ha avuto successo.
Poi, prendendo atto che il successo costa, lei abbandona. Ma quali sono, in
realtà, i suoi desideri? Quali sono i suoi veri bisogni? Non c'è bisogno di
morire, per cambiare! Non è facile, per noi, discernere i suoi desideri emotivi
rispetto a quelli ragionati, ma ci proveremo. Non cercheremo certamente di
confonderla, ma piuttosto di accertarci che abbia compreso bene le nostre
considerazioni sulle questioni che abbiamo fin qui affrontato. Non faremo
citazioni, non porteremo alcun esempio, ma staremo sul discorso che più le
dovrebbe interessare, sia per la sua situazione oggettiva, sia per i riflessi
che tale situazione potrà avere sugli altri. E, quando sarà ragionevole, le
presenteremo una proposta. Oppure ci congederemo da lei. 3) CHI ACCETTA LE NOSTRE IDEE SULL'ESPERIENZA DI ALTRI Per lei, la miglior guida
nell'accettare proposte è l'esperienza degli altri, sperimentata nel lungo
periodo. Lei pensa che accettare una proposta perchè persone di prestigio
l'hanno già accettata conferisca anche a lei lo stesso prestigio. Un po' come
le banche, che ti offrono quattrini quando sanno che non ne hai bisogno,
anche per potersi vantare di lavorare con chi ha già potere e prestigio. Ci
chiederà referenze, a noi che abbiamo solo deciso di lavorare anche per lei,
senza che ci sia mai stato richiesto. Chi ce lo fa fare? La considerazione
che abbiamo di noi ed anche di lei, che domani, forse, potrebbe essere il
primo a dirci: avete fatto bene! Sappiamo che con lei è necessario un
linguaggio tecnico e tanta diplomazia, quindi Le diciamo: si guardi intorno,
rifletta sulle cose che vede, poi pensi al domani (abbia il coraggio di
accettare di esserci) e lo confronti con quello che vede oggi. Va tutto bene?
Deve continuare cosi? Lo sappiamo che lei non vuole pensare troppo, ma è
necessario spronarla a farlo. Altrimenti, dovremmo arrenderci al fatto che
lei non abbia libertà. Perchè libertà vuol dire anche poter scegliere sul
futuro, non sul passato. Lei vuole soluzioni tecniche? Le abbiamo indicate.
La sua situazione è particolare? Ce la comunichi e l'affronteremo insieme:
non con una persona di prestigio, ma noi insieme a lei. Si convinca che
questa è l'unica cosa possibile ed utile. Ci giudica troppo pressanti? Le
chiediamo scusa. Del resto, abbiamo bisogno di dimostrarLe
che le nostre proposte possono essere adattate alla sua situazione. E se lei
giudica sbagliato quello che affermiamo, ce lo dica. Noi non abbiamo mai
cessato di metterci in discussione, con tutti i dubbi che questo comporta. 4) CHI SI PONE SEMPRE IN POSIZIONE DIFENSIVA Prendiamo atto che
nessuno è mai riuscito a fargliela, perchè lei ha sempre dominato qualsiasi
interlocutore su qualsiasi proposta. Lei è disposta a prendere in
considerazione un'ipotesi solo se è convinta di poter ottenere il massimo.
Con lei bisogna avere moltissima pazienza e saper ascoltare molto, per capire
cos'è, per lei, il massimo (ed anche per dimostrarle che il massimo è un
concetto relativo legato anche a com'è lei). faremo di tutto per provocare la
sua curiosità e non penseremo mai di aver ottenuto la sua fiducia. Qualunque
cosa accada, non abbasseremo mai la guardia, non ci scomporremo. Noi sappiamo
con certezza che a lei interessa conoscere quello che pensiamo ma, finché non
saremo in grado di conoscere la sua situazione, non sappiamo cosa proporLe. D'altra parte, lei ha una forte curiosità di
conoscere le nostre proposte. Ed allora, bisogna invitarla a leggere tutto
quello che le abbiamo inviato: ne troverà più di quante possa immaginare.
Esortandola a non essere scettica e di farlo! In questo modo, la sfidiamo a
darci torto. Se potessimo conoscere le sue esigenze, le potremmo fare delle
proposte. Vuole che le facciamo delle domande? Ma, in questo modo, la
costringeremmo ad ammettere la sua ignoranza. E non lo vogliamo, abbiamo già
il peso della nostra! 5) CHI ACCETTA DI DISCUTERE LE NOSTRE IDEE Lei considera le sue
esigenze e cerca soluzioni specifiche ai suoi problemi, accettandone i costi,
in considerazione della sua situazione e di quella che vuole creare perchè lo
ritiene utile. A lei, con cui si può parlare solo in modo logico, lanciamo un
appello. Valuti chi siamo, cosa vogliamo, perchè lo vogliamo. Lo faccia in
base a quello che potrà sapere di noi e di quello che proponiamo. Poi,
liberamente, da sola, decida. Normalmente, nelle situazioni, lei è leader;
deve sapere che non abbiamo alcun problema a che lei sia leader anche con
noi. Non abbiamo alcun complesso verso di lei: se ritiene di essere brava, lo
dimostri a lei ed a noi. Altrimenti, vuol dire che ci siamo sbagliati su di
lei. Abbiamo sentito l'impulso di cambiare le cose che non vanno bene, ci
siamo dati degli obiettivi, abbiamo ideato delle soluzioni, abbiamo costruito
gli strumenti per promuovere le nostre proposte, attimo per attimo valutiamo
gli effetti di quello che facciamo e, intanto, cerchiamo di costruire la
nostra forza anche dalla consapevolezza che lei sta facendo altrettanto.
Certo, ci serve del tempo, per farci capire. Secondo noi, anche lei ha dei
problemi che non riesce a risolvere da sola. E noi siamo qui anche per
questo. Ci presenteremo ancora una volta, chiedendole di far conto che sia la
prima e l'ultima. Ma invitandola anche a non rovinare tutto gettandola via:
potrebbe essere l'ultima occasione. Quien sabe? 21 marzo 2019 |