Lettera aperta ai responsabili delle tre maggiori forze politiche italiane.

 

Signori,

Vi scrivo da semplice cittadino che ha votato il 24 febbraio 2013.

Voi dovreste conoscere la situazione italiana.

A mio modesto parere, i dieci problemi più sentiti ed urgenti sono quelli di seguito indicati.

1) L’iniqua distribuzione della ricchezza – Il 10% della popolazione detiene quasi il 50% (forse di più perché una parte non risulta dai dati ufficiali) della ricchezza totale, il 40% ne detiene poco più del 40%, il 47% ne detiene meno del 10% ed il 3% ha solo debiti senz’alcuna attività (ricchezza negativa).

2) La crisi dell’economia reale – Il patrimonio degli italiani è rappresentato per il 51% da abitazioni, per il 18% da attività finanziarie, per il 14% da imprese produttive, per il 13% da risparmio, per il 3% da terreni e per l’1% da oggetti di valore. Avendo sottratto risorse alle attività produttive, la produzione italiana reale (al netto dall’inflazione) è inferiore a quella degli anni settanta del secolo scorso ed oltre il 40% delle forze del lavoro è formato da disoccupati, inoccupati e sottoccupati.

3) La sproporzione fra prezzi al consumo e costi di produzione - La distribuzione è fondata sulla intermediazione. Chi ha risorse e/o condizioni di monopolio acquista beni e servizi per rivenderli a prezzo più alto per ottenere il massimo profitto. Così funziona per quasi tutti i beni e servizi, dai prodotti agricoli all’acqua, dai beni di consumo a quelli durevoli, dai libri ai farmaci, dall’energia elettrica ai sistemi informativi.

4) Le insufficienze (ed inefficienze) del sistema sanitario ed assistenziale – Gran parte della popolazione italiana non riceve servizi sanitari qualitativamente sufficienti e tempestivi. Milioni di disabili e di anziani si trovano soli in condizioni pietose. Nello stesso tempo, il sistema sanitario nazionale assorbe somme enormi a causa sia degli sprechi sia della corruzione.

5) Il basso livello della cultura e dell’informazione – L’elevata stratificazione sociale e la bassa mobilità sociale dipendono, oltre che dalla concentrazione della ricchezza, dalla formazione e dall’istruzione che in Italia sono state progressivamente peggiorando negli ultimi trent’anni..

6) L’iniquità fiscale – La maggior parte delle imposte italiane è prelevata a chi lavora e produce ed a chi consuma beni e servizi essenziali, non a chi specula e trae profitto dal lavoro degli altri.

7) L’insoddisfazione dei bisogni essenziali – Negli ultimi quarant’anni anni, sono aumentati i consumi inutili e diminuiti quelli essenziali. Il risultato è il benessere della minoranza ed il malessere della maggioranza. Si getta un quinto del cibo che si acquista mentre un terzo della popolazione non riesce a nutrirsi abbastanza.

8) La perdita del potere d’acquisto reale del denaro – Il costante aumento della moneta a corso legale (priva di valore reale) rispetto all’economia reale (a causa della finanziarizzazione) provoca la conseguente perdita di potere d’acquisto del denaro a discapito di chi lavora e produce e di chi acquista beni e servizi essenziali.

9) L’irredimibilità del debito pubblico – Il debito pubblico italiano è enorme ed in costante aumento. È servito a finanziare una burocrazia inefficiente, una forte corruzione, spese del tutto inutili e spesso usate per distruggere (come le spese militari) invece che per costruire.

10) La mancanza di democrazia effettiva – Il sistema elettorale italiano non consente agli elettori né di designare i candidati né di eleggerli personalmente. È fondato su partiti che, invece di mezzi per partecipare alle scelte politiche, sono da tempo diventati strumenti di potere.

Se non si inizia immediatamente a porre rimedio a questa situazione, entro pochi mesi anche in Italia ci sarà un’implosione con costi elevatissimi.

Ma, anche se siamo già dopo l’ultimo momento, si potrebbe fare così:

1) Ridistribuire equamente la ricchezza dal 10% della popolazione che ha di più in parte per aiutare il 70% che ha di meno ed in parte per realizzare infrastrutture, servizi pubblici ed interventi sull’ambiente.

2) Rilanciare l’economia reale anche con nuove imprese finalizzate alla piena occupazione e con la partecipazione dei lavoratori alla gestione effettiva delle attività economiche.

3) Provocare la riduzione dei prezzi finali dei beni e dei servizi essenziali, ad iniziare da energia, acqua, cibo, indumenti, abitazioni, trasporti, comunicazione ed informazione.

4) Stabilire assistenza sanitaria gratuita per tutti ed assistenza gratuita ai disabili secondo le reali esigenze.

5) Dare formazione ed istruzione gratuite per tutti secondo il merito.

6) Ridurre fortemente le imposte ai lavoratori ed alle imprese che producono beni e servizi che soddisfano bisogni essenziali ed aumentare le imposte su rendite e redditi finanziari.

7) Introdurre un’imposta sui consumi improduttivi con aliquote proporzionali all’importanza dei bisogni da soddisfare, dal minimo per i bisogni essenziali al massimo per quelli meno utili.

8) Promuovere un adeguato accesso al credito all’economia reale e l’adozione di una moneta che rappresenti valore reale con limite di emissione da assegnare in parti uguali.

9) Ristrutturare il debito pubblico tenendo conto dell’origine del suo valore per ogni singolo creditore ed eliminare qualsiasi impiego di risorse non necessario alla soddisfazione di bisogni reali ad iniziare dalle spese militari.

10) Approvare un sistema elettorale effettivamente democratico con designazione dei candidati da parte degli elettori ed assoluta parità di condizioni fra tutti i concorrenti.

Questi risultati sono possibili e ne ha bisogno la maggioranza del Popolo italiano. Ci sono tanti altri problemi urgenti da affrontare ma questi dieci risultati sono il punto di partenza, l’innesco per provocare un reale cambiamento. Fatto questo, si potrà tornare a votare con il nuovo sistema elettorale ed il parlamento che sarà eletto potrà proseguire l’opera.

Per ottenere questi risultati bisogna formare una maggioranza di deputati e senatori che ne riconoscano la ineludibile necessità. Il resto è solo illusoria demagogia che il Popolo italiano è ormai in grado – a prescindere da ogni ideologia – di percepire e riconoscere.

Chi può promuovere questo processo? La maggior parte dei governi italiani è stata diretta da un esponente indicato dalla forza politica che ha preso più voti alle elezioni.

A parte le coalizioni previste dall’attuale legge elettorale sulla quale mi astengo da ogni giudizio, il Movimento 5 Stelle è la forza politica che, anche se per soli 44.935 voti, ha preso più voti alle ultime elezioni, con oltre il 25% per la Camera e quasi il 40% della differenza fra i votanti per la Camera e quelli per il Senato. Spetta dunque a lui promuovere la formazione di una maggioranza per attuare le dieci scelte sopra indicate. Il Presidente della Repubblica non potrà non tenere conto delle indicazioni che venissero da una tale iniziativa.

Cercate di prescindere dai personalismi e dai partitismi. Qui è in «gioco», ancora prima dello Stato, il futuro del Popolo che Vi ha votati. Voi dovete credere prima di tutto nella verità dei fatti partendo dalla realtà e garantire a tutti equità e giustizia. Solo così potrete assicurare, quali rappresentanti della sovranità popolare, la massima libertà possibile.

Ne «L’arte della guerra», Sun Tzu insegna che vince davvero chi vince senza combattere e che bisogna sempre lasciare al perdente una via di fuga. Lui considerava come presupposto della vittoria il «Tao». Io, per uscire dal caos, Vi invito a considerare come presupposto l’equilibrio. Fatelo per l’Italia, per gli italiani e, in fondo, anche per Voi.

Con i migliori auguri.

Martedì, 19 marzo 2013.

Rodolfo Marusi Guareschi