Precisazioni su Repubblica della Terra e Dhana in Italia Poiché in Italia si stenta a comprendere la
natura ed il carattere della Repubblica della
Terra e di Dhana, si precisa quanto
segue. Iniziamo con la Repubblica della Terra,
che non è e non vuole essere un superstato mondiale ma un sistema di governo
realmente e non solo formalmente democratico. La sua Costituzione enuncia
principi unanimemente condivisi da tutti i popoli e dal diritto
internazionale e prevede un’Assemblea internazionale eletta
direttamente e con assoluta parità di condizioni da tutti gli abitanti
del pianeta con almeno 16 anni di età che vogliono partecipare ed un governo
eletto dall’Assemblea internazionale. L'idea di un governo mondiale che potesse
garantire la pace e la convivenza tra tutte le popolazioni umane era nota già
all'epoca dei greci e dei romani e, in tempi più recenti, anche nel XIV
secolo con il trattato politico di Dante
Alighieri, De Monarchia. Nel 1625, il grande
giurista olandese Ugo Grozio scriveva la sua più importante
opera De iure belli ac pacis (ovvero Il
diritto di pace e di guerra) che viene considerato il punto di partenza
dell'attuale diritto internazionale. L'idea della federazione
iniziava a farsi strada durante il XVIII secolo quando si
formò (1788)
uno dei più grandi stati federali dei nostri tempi, ovvero gli Stati Uniti d’America. Socrate, Platone, Cicerone, Einstein, de Béthene,
Penn, l’Abate Saint Pierre, Rousseau, Montesquieu, Kant, Singer, Niels,
Tamames, Berlinguer, Gorbaciov, Palme, Luther King, Bobbio e tanti altri
illustri personaggi hanno indicato nel governo mondiale la soluzione alle
ingiustizie ed ai conflitti. Secondo Platone gli strumenti che dovrebbero
formare i governanti filosofi sono un regime di proprietà comunistico
(che non significa comunismo) e uno specifico sistema di educazione. È
una visione olistica (dal greco holos: un tutto insieme) della
storia e dei soggetti che l’hanno costruita. Ma va a Cicerone il merito di aver definito in
maniera chiara il concetto di repubblica, intesa «non come un qualunque
aggregato di uomini, ma come un insieme di persone accomunate dal consenso
dato alle leggi e da un comune interesse». In essa acquisivano un ruolo
primario le virtù civiche, che si esprimevano nella partecipazione alla vita
pubblica, e le virtù morali. La prima repubblica come «sistema di governo»
è stata la «Res pubblica Populi Romani» di Roma, nel 509 a.C. Nel 1795, Immanuel
Kant scrisse un saggio in cui affermava che per la definitiva organizzazione
degli affari umani e per impedire che la guerra
e l'anarchia
dominassero il nostro pianeta fossero necessari tre requisiti fondamentali: 1) la costituzione civile di ogni stato deve
essere di tipo democratico; 2) il diritto di ogni nazione deve concepire una federazione
di stati liberi; 3) in merito ai diritti delle persone, come cittadini
del pianeta Terra, questi devono essere limitati alle condizioni di
universale ospitalità (ovvero che le persone non
appartenenti a una particolare nazione o paese possono transitarvi in quella
nazione solo per visitarla e non possono rimanerci se non glielo viene
chiesto). Einstein affermava che «l’unica salvezza per
la civiltà e la specie umana risiede nell’istituzione di un governo mondiale,
cosicché la sicurezza delle nazioni sia fondata sulla legge». Sul «New
York Times» del 15 settembre 1945, Einstein tornava a ribadire che «l'unica salvezza per la civiltà e per la razza
umana sta nel creare un Governo mondiale, che fondi sul diritto la salvezza
delle nazioni»..
E dopo pochi mesi, sullo stesso giornale, insisteva e aggiungeva che «questo
Governo mondiale deve essere fondato su una costituzione chiara, approvata
dai Governi e dalle nazioni, e deve avere a disposizione l'uso esclusivo
delle armi». Gli stati nazionali si trovano da tempo a
fronteggiare una situazione che mette in discussione la loro stessa
legittimità ed esistenza. La globalizzazione dell’economia, i flussi
migratori, la diffusione dell’informazione concorrono a circoscrivere
l’azione degli stati. A questa evoluzione del panorama internazionale
corrisponde la nascita di istituzioni che rilevano alcune funzioni proprie
degli stati, mentre in alcune aree si sviluppano progetti di integrazione,
come nel caso dell’Unione Europea, vista da alcuni come alternativa allo
stato nazionale e da altri come evoluzione verso nuove e più grandi entità
statali. Ma i personaggi che hanno parlato di governo
mondiale fino ad ora hanno immaginato che gli stati si riuniscano in un’unica
grande federazione planetaria. Purtroppo, una simile iniziativa, ammesso che
fosse voluta, non potrebbe incidere sul processo dei rapporti umani, perché
sarebbe espressione degli stessi sistemi politici (stati nazionali) che hanno
provocato la situazione attuale, sistemi che tendono a consolidare e
perpetuare se stessi. Vediamo cosa hanno prodotto istituzioni
internazionali come le Nazioni Unite, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario
Internazionale, la FAO, l’Organiz-zazione Mondiale del Commercio. Meno povertà? Più giustizia? Niente guerre? La
salvaguardia dell’ambiente? Non era possibile fare di più? Certo, non è stato
fatto. I tre uomini più ricchi della Terra hanno più ricchezza dei 46 paesi
più poveri del mondo. Decine di milioni di persone, molti bambini (i più
deboli) continuano a morire di fame e di malattie curabili ma non curate
perché mancano le risorse per acquistare i farmaci necessari. Fame, armi,
droga, guerre, riciclaggio sono antichi mali irrisolti. Non perché non siano
curabili ma perché ad alcuni serve che sia così. Sono mali preordinati,
voluti. Si diceva che fino ad ora si è parlato di governo
mondiale come di una entità fondata dagli stati. Ed invece, un governo
mondiale effettivamente democratico non può essere fondato dagli stati ma
deve partire dal basso, dalla gente. Questo significa Repubblica della Terra:
una repubblica
universale che fissi e faccia applicare nel concreto principi e
regole nell’interesse non di pochissimi e non solo dell’insieme (dal quale
derivano le medie statistiche globali) ma di ogni essere umano. La Repubblica della Terra non è mai stata
oggetto di eccezioni o contestazioni da alcuna autorità in alcun paese. In
diversi casi è già servita ad attenuare gli effetti di conflitti (in Iraq, in
Afghanistan, in Palestina ed altre situazioni critiche) ma in modo sempre
informale, avendo deciso di chiedere il formale riconoscimento istituzionale
internazionale soltanto dopo che ad essa avranno aderito almeno tre miliardi
di partecipanti sui circa cinque miliardi di abitanti del pianeta con almeno
16 anni di età. Per quanto riguarda Dhana, bisogna premettere che
nessuna norma del diritto internazionale vieta l’emissione di
moneta privata senza corso legale. L’articolo 17 della «Dichiarazione Universale
dei Diritti Umani» approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
il 10 dicembre 1948, stabilisce che «Ogni individuo ha il diritto ad avere
una proprietà sua personale o in comune con altri.» e che «Nessun
individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.» Poiché la moneta è un bene economico
intermediario negli scambi quale misura di valore e mezzo di pagamento, come
tutti i beni economici può essere oggetto di proprietà. Il primo comma dell’art. 42 della Costituzione della Repubblica
Italiana sancisce che «La proprietà è pubblica o privata. I beni economici
appartengono allo Stato, ad enti o a privati.» Aderendo a tali principi, il codice civile
italiano stabilisce: - all’art. 1277, che «I debiti pecuniari si
estinguono con moneta avente corso legale nello Stato al tempo del pagamento
e per il suo valore nominale. E che «Se la somma dovuta era determinata in
una moneta che non ha più corso legale al tempo del pagamento, questo deve
farsi in moneta legale ragguagliata per valore alla prima.»; - all’art. 1278, che «Se la somma dovuta è
determinata in una moneta non avente corso legale nello Stato, il debitore ha
facoltà di pagare in moneta legale, al corso del cambio nel giorno della
scadenza e nel luogo stabilito per il pagamento.»; - ma anche, all’art. 1279, che «La
disposizione dell'articolo precedente non si applica, se la moneta non avente
corso legale nello Stato è indicata con la clausola "effettivo" o
altra equivalente, salvo che alla scadenza dell'obbligazione non sia
possibile procurarsi tale moneta.» Dhana è una moneta privata, senza corso legale,
interamente garantita fin dall’emissione da (pegni su) capitali di imprese per
un valore nominale equivalente ad un grammo di platino per una Dhana.. È una moneta alternativa alle monete a corso
legale prive di qualsiasi valore reale (se la moneta a corso legale avesse
valore reale non avrebbe bisogno del corso legale). Ma, sono comprensibili le … incomprensioni. In una lettera
del 25/6/1863 scritta da «Rothschilds’ Brothers, Bankers, London, England»,
a «Messrs. Ikelheimer, Morton and Vandergould, No. 3 Wall Street, New
York, U.S.A:» si legge: Dear Sirs: A Mr. John
Sherman has written us from a town in Ohio, U.S.A., as to profits that may be
made in the National Banking business, under a recent act of your Congress; a
copy of this Act accompanies this letter. Apparently this Act has been drawn
up on the plan formulated by the British Bankers Association, and by that
Association recommended to our American friends, as one that, if enacted into
law, would prove highly profitable to the banking fraternity throughout the
world. Mr. Sherman
declares that there has never been such an opportunity for capitalists to
accumulate money as that presented by this Act. It gives the National Bank
almost complete control of the National finance. The few who understand the
system he says will either be so interested in its profits, or so dependent on
its favours, that there will be no opposition from that class, while on the
other hand, the great body of the people, mentally incapable of comprehending
the tremendous advantages that capital derives from the system, will bear its
burden without complaint, and perhaps without even suspecting that the system
is inimical to their interests…. Your
respectful servants, ROTHSCHILD BROTHERS Tradotta in italiano, la parte finale della
lettera dice che «Pochi comprenderanno questo sistema, coloro che lo
comprenderanno saranno occupati nello sfruttarlo, il pubblico forse non
capirà mai che il sistema è contrario ai suoi interessi». Nello stesso senso, Henry Ford scrisse «È un
bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario
e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima
di domani mattina.» Per quanto riguarda il corso legale della moneta,
rispetto al quale Dhana si pone come alternativa, sarà sufficiente ricordare
l’articolo dal titolo «Abbasso
il corso legale» con il quale Friedrich August von Hayek, «Premio
Nobel per l'economia» nel 1974, esorta ad abolire ogni moneta a corso
legale, come ha ribadito con il libro «Denationalisation of Money: An
Analysis of the Theory and Practice of Concurrent Currencies» del 1976. L’alternativa non è fra moneta di stato o moneta
privata controllata da poche persone, fra sovranità monetaria statale o
privata (di pochi). La vera alternativa è fra moneta a corso legale priva di
valore reale o moneta interamente garantita da valore reale – che rappresenti
il valore del lavoro futuro necessario a produrre i beni e servizi che con
quella moneta saranno scambiati – emessa per conto dei lavoratori ed
assegnata in parti uguali fra tutti gli abitanti del pianeta. Con un limite
massimo di emissione per evitare inflazione e quindi perdita di potere
d’acquisto. Le idee di Hayek, per quanto riguarda la moneta, sono
state poi condivise anche di recente da diversi altri premi Nobel: Franco
Modigliani (1985), Amartya Sen (1998), Robert A. Mundell (1999), Joseph E.
Stiglitz (2001) e Paul Krugman (2008). Tutti questi personaggi sostengono che la moneta
a corso legale sia la causa della perdita di potere d’acquisto del bene
moneta e, aggiungiamo noi, della perdita di valore riconosciuto al
lavoro. Si consideri che, attualmente, la massa monetaria in circolazione nel
mondo ha un valore nominale equivalente ad oltre tre milioni di miliardi di
US dollari, cinquanta volte il valore del prodotto lordo annuale mondiale
(PIL) e superiore addirittura al valore di tutti beni presenti sul pianeta. «Con la moneta si governa il mondo», disse
Henry Kissinger. Ed è vero. Quindi, poiché il mondo non è fatto solo di
quella decina di persone che controllano la maggior parte della moneta a
corso legale in circolazione ma di quasi sette miliardi di esseri umani,
sembrerebbe giusto che la moneta fosse equamente ripartita fra di essi. È quello
che si propone Dhana. E poiché non è possibile garantire tutta la massa
monetaria necessaria a questo scopo con metalli preziosi o altre risorse
naturali, si è scelto di garantire Dhana con capitali di imprese (posti a
pegno) per un valore nominale equivalente ad un grammo di platino per ogni
Dhana emessa. La novità è che invece di scrivere un libro sulla materia (di
solito, le teorie sono poi sempre attuate in modo difforme dall’originale),
si è agito concretamente, emettendo la moneta e garantendola. Quanto sopra dovrebbe bastare per chiarire una
volta per tutte la questione di Dhana. Il monopolio sulla moneta è servito per secoli
agli stati per indebitarsi sulla pelle dei popoli, fino a quando il monopolio
è stato ceduto a banche private e da quel momento gli stati sono dipesi dalle
persone che controllano le banche. Comunque, non sulla moneta ma sull’euro esiste
monopolio. Ed una moneta privata garantita da capitali di imprese non può in
alcun modo essere considerata prodotto o strumento finanziario. Così
stabilisce, anche in Italia, il Testo Unico della Finanza (TUF). La Banca d’Italia non ha mai considerato Dhana
come una moneta falsa ma, con lettera del 9/9/2003, ha semplicemente
evidenziato che «l’emissione di banconote e di monete è rigorosamente disciplinata
da norme di legge nei diversi Paesi» e che «All’interno dell’area
dell’euro, ai sensi dell’art. 106 del Trattato CE, il potere di emissione
della banconote spetta esclusivamente alla Banca Centrale Europea e alle
banche centrali nazionali.» Né poteva aggiungere altro (per la verità,
avrebbe dovuto aggiungere, fra banconote e spetta. le parole in
euro), poiché, appunto, l’art. 128 del Trattato sull’Unione Europea (ex
articolo 106 del TCE), stabilisce che «La Banca centrale europea ha il
diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro
all’interno dell’unione. La Banca centrale europea e le banche centrali
nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca
centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche
banconote aventi corso legali nell’Unione.» Poiché Dhana non è euro, non riproduce l’euro e
non è una banconota, non esiste alcun divieto di emissione, né in Europa né
altrove (del resto, nessuna istituzione ha mai sollevato problemi ad eccezione
della Consob italiana, che ha voluto pretestuosamente considerare Dhana come
un prodotto finanziario al solo scopo di impedirne la diffusione in Italia,
proprio perché Bankitalia non aveva alcun titolo per intervenire). Come già dimostrato, il monopolio monetario
riguarda le monete a corso legale ed in particolare, nell’Unione Europea,
l’euro. Non le monete senza corso legale. La sentenza del TAR del Lazio, emessa a completa
insaputa della ricorrente Avatar S.p.A. (assente perché la notifica dell’avviso
d’udienza non risulta mai nemmeno partito dalla sede del TAR), non è affatto
passata in giudicato, essendo pendente ricorso presso il Consiglio di Stato. Né può essere addebitato al ricorrente se il TAR
del Lazio (e non solo) omette di leggere con la necessaria attenzione le
leggi ed i trattati. Sempre ché non si tratti di mere sviste o di lacune
giuridiche ma di altro, come si potrebbe essere indotti a dedurre
confrontando le precisazioni (sempre documentate) contenute nel ricorso
amministrativo con i motivi (invero del tutto pretestuosi e,quelli sì,
apodittici) delle decisioni (la mancata notifica dell’avviso d’udienza, che i
giudici del TAR del Lazio non hanno rilevato, sono elementi di per sé
significativi) Comunque, nessuna autorità, in Italia od altrove,
ha mai ritenuto «illegali ed inibiti» il programma nel suo complesso e
la moneta Dhana, salvo la Consob la quale, per farlo, ha disconosciuto
addirittura l’art. 1, comma 4 del D.Lgs 24/2/1998, n. 58 (TUS, Testo Unico
della Finanza), secondo il quale «I mezzi di pagamento non sono strumenti
finanziari.» Nel procedimento penale avente per oggetto Dhana
presso il Tribunale di Reggio Emilia (l’unico che si sia occupato della
vicenda) che ha accolto richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero, si
legge «Ritenuto che la notizia di reato appaia infondata in quanto non emergono fatti di rilevanza
penale o comunque non emergono elementi sufficienti per sostenere
fondatamente l’accusa in giudizio ex art. 125 disp. att. c.p.c., ritenuto di
non ravvisare i reati ipotizzati …» Gli articoli di stampa che nel 2004 si sono
occupati della vicenda hanno pubblicato informazioni false, traendo
conclusioni interessate ai loro editori in base a delibere della Consob
oggettivamente illegittime. Chi scrive è una persona onesta che pur non
avendo mai violato alcuna legge ma avendo proposto senza mai alcun
compromesso od interesse personale iniziative concrete ritenute (per la
verità, non solo lui) possibili, utili e giuste per migliorare le condizioni
materiali soprattutto di chi vive peggio, ha subito ingiuste azioni
giudiziarie e fiscali nonché diverse campagne di stampa. Lo stesso non ha mai abusato di alcun mezzo che
non fosse quello previsto dall’etica e dalle leggi, che non ha mai nemmeno
pensato di modificare o far modificare a proprio vantaggio, cosciente di
dover accettare il massimo costo per realizzare obiettivi che considera di
interesse generale, con la forza ed il coraggio necessari, esclusa qualsiasi
forma di violenza, e con la massima responsabilità. Naturalmente, ha denunciato e denuncia, anche
pubblicamente, i numerosi errori giudiziari (e non solo) subiti,
fortunatamente solo in Italia, nella consapevolezza, peraltro, d’essere uno
dei tanti che ne sono stati oggetto, in un Paese in cui in poco più di cinquant’anni
sono stati commessi quasi cinque milioni di errori giudiziari. Il programma Holos
Global System rappresenta l’unica soluzione per uscire da un periodo cruciale
della storia umana, affrontando gli effetti reali delle cause remote e più
recenti che hanno determinato l’attuale situazione dell’umanità e della
intera biosfera e nello stesso tempo per rimuovere quelle stesse cause
attraverso la trasformazione della struttura gerarchica in una nuova
struttura conarchica. Dhana, una delle iniziative del programma Holos Global System, è una proposta lecita,
legittima, lanciata per far vivere meglio l’80% della popolazione umana che
vive peggio senza far stare male chi vive meglio. In Italia, la diffusione di Dhana è stata
impedita soprattutto dal pregiudizio che ha avuto origine da una trasmissione
televisiva che abusando del diritto di satira ha innescato un processo di
azioni da parte delle autorità finanziarie e giudiziarie e di opinioni
pregiudizievoli che hanno costituito finora ostacolo insormontabile, almeno
attraverso metodi leciti. Tutte le persone fisiche e giuridiche che hanno
avuto ed hanno a che fare con la promozione di Dhana hanno sempre
rappresentato atti e fatti veri. Infine, un’osservazione sul rapporto fra Dhana e
la sovranità popolare. Premesso che la moneta (come tante altre cose),
da mezzo si è trasformata in fine e che con la moneta si governa il mondo, è del
tutto illusorio pensare che il problema della sovranità monetaria si risolva
con una moneta di stato o per effetto della conquista del potere (della
libertà) dei popoli. È con la moneta che il popolo conquista la
sovranità, non il contrario. Con una moneta alternativa interamente garantita
da valore reale e senza corso legale, emessa per conto di chi lavora produce e sotto il loro controllo,
distribuita in parti uguali fra tutti gli abitanti del pianeta e con un
limite massimo di emissione. Quando almeno il 3% della popolazione di ogni
paese abbia aderito a questa moneta, essa prenderà il posto della moneta a
corso legale, coinvolgendo la stragrande maggioranza della popolazione la
quale, a quel punto avrà a disposizione il mezzo per affermare la propria
sovranità. Tutte le simulazioni elaborate scientificamente portano a questo
risultato. È uno dei pochi casi in cui è più facile mettere in pratica
un’idea che comprenderla. Ogni altra informazione su http://www.unigov.org/ita.html Grazie per l’attenzione. Aprile 4, 2011 |