NOTA PERSONALE Sono Rodolfo Marusi Guareschi (www.marusi.org/pit.htm). Dal 1° giugno al 26 ottobre 2016 sono stato
in carcere. Per una condanna ingiusta, senza
aver commesso alcun reato e nonostante le gravi infermità fisiche
che in carcere si sono aggravate e che soltanto dopo quasi 20 mesi di
insistenze sono state legalmente riconosciute. In sintesi, cronologicamente: - il 10/12/1998 ho sottoscritto, quale
presidente di Carisma S.p.A. con sede a Reggio Emilia, un contratto d’appalto
avente ad oggetto la costruzione di un fabbricato industriale per Aviotech
S.p.A. con sede in Villacidro (CA) ad un prezzo di 9,6 miliardi delle vecchie
lire, con un anticipo del 35%; - dopo due mesi, non essendo Aviotech in
grado di pagare l’anticipo per mancanza di liquidità ma volendo sostenere
quella iniziativa che prevedeva un centinaio di nuovi posti di lavoro, ho
fatto prestare da un’altra mia società 5 miliardi di lire al socio di
maggioranza di Aviotech che a sua volta li ha fatti versare dalle sue
fiduciarie (Cordusio e Finsel) in Aviotech a titolo di aumento di capitale
sociale; - in tal modo, Aviotech ha potuto versare
l’anticipo di 4 miliardi di lire a Carisma ed usare il resto (1 miliardo di
lire) per pagare stipendi ed altri creditori; - a causa dei reiterati ritardi del Comune
di Villacidro e di un esproprio per pubblica utilità del suolo sul quale
avrebbe dovuto essere costruito il fabbricato da parte del locale Consorzio
industriale, non è stato possibile eseguire alcuna opera (Aviotech ha operato
in un capannone preso in affitto); - il 13/12/2002, Aviotech è stata
dichiarata fallita e le mie società hanno perso 1 miliardo di lire (5
prestati meno 4 ricevuti come anticipo); - dopo il fallimento, il legale
rappresentante di Aviotech è stato imputato di bancarotta per distrazione più
diversi altri reati ed io ed altri coimputati di concorso in bancarotta (io
per aver ricevuto 4 miliardi e averli dati al socio di maggioranza senza
considerare che lo stesso li ha immediatamente riversati, aggiungendone 1,
nella società tramite le suddette fiduciarie; tutti i documenti bancari che
lo attestano sono agli atti del processo); - incredibilmente, con sentenza del
20/5/2011, il Tribunale di Cagliari mi ha condannato a 5 anni di reclusione,
che la Corte d’Appello di Cagliari ha confermato con sentenza del 5/11/2013 e
la Corte di Cassazione ha reso definitiva con sentenza del 15/12/2014; - le cause vere di queste decisioni sono
diverse da quelle indicate nelle relative motivazioni ed un giorno riuscirò a
dimostrarlo; - ho proposto ricorso straordinario per
errore materiale (nella sentenza mancano le conclusioni del P.G.) e per
errori di fatto (la Cassazione non ha tenuto conto che le somme uscite da
Aviotech come anticipo sono rientrate subito in conto capitale) ai sensi
dell’art. 625-bis C.p.p.; - il 25/1/2016, la Cassazione ha dichiarato
preliminarmente ammissibile il ricorso ma poi, all’udienza del 21/9/2016, lo
ha dichiarato inammissibile perché fondato sul merito. Dopo la sentenza della Cassazione del
15/12/2014, quella che ha reso definitiva la pena: - il 5/1/2015 ho presentato al Magistrato
di Sorveglianza di Reggio Emilia istanza di rinvio per grave infermità fisica
ai sensi dell’art. 147 C.P. allegando idonea relazione medico legale; - la Procura della Repubblica di Cagliari
non ha emesso alcun ordine di carcerazione fino al 11/3/2016, quando lo ha
emesso ma non lo ha fatto eseguire per consentire al Magistrato di
Sorveglianza di decidere; - dopo due mesi, il 16/5/2016, il Magistrato
di Sorveglianza ha rigettato l’istanza di rinvio (senza nemmeno considerare
tutte le patologie descritte nella relazione medico legale) ed ha inviato gli
atti al Tribunale di Sorveglianza di Bologna che ha fissato per il 1/12/2016
(!) l’udienza per la decisione; - per effetto del suddetto rigetto, il
26/5/2016 la Procura della Repubblica di Cagliari ha emesso un nuovo ordine
di carcerazione che è stato eseguito il 1/6/2016; - il 1/6/2016 sono entrato in carcere alle
11:00 e, proprio a causa delle mie condizioni di salute, alle 20:00 sono
stato condotto al pronto soccorso e subito ricoverato in una stanza
dell’ospedale di Reggio Emilia; - lo stesso 1/6/2016, il mio difensore di
fiducia (avv. Aniello Schettino del Foro di Parma) ha presentato nuova istanza
di rinvio dell’esecuzione ex art. 147 C.P.; - il 6/6/2016 sono stato trasferito in un
reparto normale senza piantonamento; - il 18/6/2016,, nonostante i risultati
degli esami clinici finali non fossero diversi da quelli iniziali, sono stato
dimesso dall’ospedale e sono entrato in carcere; - il 23/6/2016, sulla base della lettera di
dimissione del 18/6/2016, il Magistrato di Sorveglianza ha rigettato la
seconda istanza di rinvio dell’esecuzione ed ha di nuovo inviato gli atti al
Tribunale di Sorveglianza di Bologna per la decisione; - considerato il peggioramento delle mie
condizioni di salute a causa dell’ambiente carcerario (soffro tra l’altro di
BPCO enfisematica di IV grado), il 7/7/2016 ho presentato una terza istanza
di rinvio (scritta a mano); - lo stesso 7/7/2016, il Magistrato di
Sorveglianza ha rigettato la suddetta terza istanza di rinvio perché il
5/7/2016 il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP),
considerando le mie condizioni di salute, ha comunicato che potevo essere tradotto
al Centro Clinico Terapeutico (CDT) situato all’interno dell’Istituto
penitenziario di Bari; - sono stato a Bari dal 9/7/2016 al
24/8/2016, non solo inutilmente, perché non sono stati fatti gli esami
clinici giù prescritti, ma con grave peggioramento fisico; perciò ho
presentato dimissioni motivate; - dopo essere tornato (in ambulanza) a
Reggio Emilia, il 3/9/2016 sono stato nuovamente ricoverato in ospedale (come
la prima volta, libero senza piantonamento), nel reparto infettivi, con
climatizzazione costante ed aria filtrata; - il 13/9/2016 sono stato nuovamente
dimesso perché le mie condizioni cliniche sono state ritenute stabili (in
realtà sia il 18/6 sia il 13/9 sono stato dimesso perché la gestione di un
detenuto in ospedale dà fastidio e perché non si è tenuto conto dell’enorme
differenza fra le condizioni ambientali dell’ospedale e quelle del carcere);
sono dunque rientrato in carcere con la prescrizione dell’ossigenoterapia
notturna e sotto sforzo (quest’ultima impossibile in carcere); - dal 5/10/2016 avrei avuto diritto, oltre
al rinvio ex art. 147 C.P. chiesto per tre volte, alla detenzione domiciliare
di cui all’art.47 ter, comma 1, lettere c) e d) o all’affidamento in prova di
cui all’art. 47, comma 1 quater, legge n. 354/75 (ordinamento penitenziario); - il 9/10/2016 alle ore 22:00 sono stato
nuovamente ricoverato in ospedale ma, dopo una serie di esami clinici che
hanno confermato la gravità delle mie patologie, alle 11:00 del giorno
seguente sono stato dimesso perché, su indicazione del mio pneumologo di
fiducia, ho rifiutato la terapia con cortisone (che avevo già fatto 4 volte
in 4 mesi); - finalmente, il 13/10/2016, la commissione
di medicina legale di Reggio Emilia ha riconosciuto le mie patologie, ha
depositato la sua relazione collegiale il 21/10/2016. ed il 26/10/2016 il
Magistrato di Sorveglianza ha deciso la scarcerazione. Ometto numerosi particolari indegni,
relativi a fatti avvenuti sia a Bari sia a Reggio Emilia. Ometto anche alcune iniziative rivolte
all’esterno prese, nonostante le limitazioni nella comunicazione, nel corso
della carcerazione: hanno avuto effetto e questo è quello che conta. Dunque, per quasi cinque mesi sono
rimasto in carcere: innocente ed in condizioni fisiche gravissime che si
sono ulteriormente aggravate a causa delle condizioni ambientali. Colgo l’occasione per aggiungere altre
informazioni da tempo rese pubbliche sulle quali i mezzi di comunicazione
mantengono un silenzio tombale. In 40 anni, ho subito 56 procedimenti
penali. Per 50 sono stato assolto. Per 6 sono stato condannato
ingiustamente. Su 4 dei 6 è stato applicato indulto e sono stati
presentati ricorsi per revisione ai sensi dell’art. 629 e segg. C.P.P., in
base a nuove prove che dimostrano che dovevo essere assolto. Anche per gli
ultimi due, fra cui quello relativo alla vicenda di Cagliari, sarà proposta
istanza di revisione. Ho fondato o fatto costituire oltre 500
società italiane in 228 settori diversi (www.italimp.org).. Altre all’estero. Sempre per creare occupazione.
Dal 15/3/1989, ho un contenzioso fiscale
che ha da tempo superato i 30 (trenta) miliardi di euro, fra imposte,
interessi e sanzioni. Il contenzioso è a carico di 492 società che in tutta
la loro esistenza hanno realizzato un volume d’affari totale inferiore a 200
milioni di euro. Praticamente, il contenzioso fiscale è superiore a 150
volte il volume d’affari. Su www.marusi.org/pit.htm
ci sono i links che descrivono anche questa vicenda. Non ho mai commesso reati. Ho sempre
osservato ed applicato le leggi. Non penso di avere vizi, salvo aver fumato
fino al 5/4/2016. Non sono mai stato designato né protetto da alcuno. Ho
rifiutato ogni agevolazione o privilegio. Non ho mai accettato compromessi.
Non ho mai usato denaro e/o conoscenze per difendermi. Se lo avessi fatto,
probabilmente avrei evitato il carcere. Ma non sarebbe stato giusto rispetto
a chi non può. Nonostante le mie attuali condizioni di
salute, cercherò di realizzare il mio progetto di miglioramento della
situazione attuale in Italia e nel mondo. Bisognerà partire da una nuova
“sunna” ed arrivare a ridistribuire equamente la ricchezza stabilendo una
pace universale e permanente. Sant’Ilario d’Enza, 29 ottobre 2016. Rodolfo Marusi Guareschi |