HOLOS
CODE CODICE
HOLOS Titolo I Preambolo
1. Holos Global System è un programma
coordinato di soluzioni e di iniziative per affrontare problemi reali degli
abitanti della Terra. 2. Il Codice Holos è l’insieme dei
principi e delle regole di comportamento e di azione per realizzare il
programma Holos Global System. Titolo
II
Principi fondamentali
3. Essere è esistere. 4. Sentire di essere è percepire
di esistere. 5. La materia è l’insieme di
energia, spazio e tempo che costituisce la sostanza e la realtà dell’essere. 6. La vita è uno stato della
materia, una condizione dell’energia nello spazio e nel tempo nel corso della
sua evoluzione. 7. È materiale tutto ciò che è
costituito da materia. 8. Il pensiero e lo spirito sono
manifestazioni ed effetti della materia. 9. I problemi materiali sono
quelli relativi alla materia ed alle sue manifestazioni. 10. Tutti i
problemi materiali sono risolvibili. 11. Un sistema è
un insieme di parti che hanno rapporti reciproci. 12. Un sistema
complesso è un insieme di parti nel quale i comportamenti di ogni parte incidono
su quelli dell’insieme ed i comportamenti dell’insieme influenzano quelli di
ogni singola parte. 13. In un sistema
complesso, i problemi di una parte sono completamente risolvibili solo se si
risolvono i problemi di tutte le altre parti. Titolo III Essere 14. L'essere in
sé è potenza. 15. L'atto
dell'essere è la manifestazione della sua potenza. 16. La potenza
dipende dalla forma. 17. Lo scopo
dell'atto è una maggiore potenza. 18. L'atto in sé
libera potenza. 19. Ogni atto provoca
per reazione altri atti. 20. Anche ogni
atto di reazione in sé libera potenza. 21. L'atto può
essere rivolto all'esterno o all'interno dell'essere. 22. Dall'atto
rivolto all'interno si ha una scomposizione dell'essere che lo compie. 23. Dall'atto rivolto
all'esterno si ha una disgregazione oppure un’aggregazione. 24. Si ha
disgregazione quando l’atto provoca contrasto fra i comportamenti delle parti
e le regole che le tengono unite. 25. Si ha
aggregazione quando l’atto genera una nuova regola che stimola le parti ad
adottare comportamenti idonei al miglioramento dei loro rapporti. 26. Finché l'essere è
unico, e quindi non c'è alcun soggetto esterno all'essere, il suo primo atto
non può che essere rivolto verso se stesso. 27. Il primo atto
che l’unico essere rivolge a se stesso non può che dare origine alla propria
scomposizione, altrimenti non vi sarebbe manifestazione di alcuna potenza. 28. Dalla
scomposizione dell'unico essere hanno origine due o più parti. 29. Gli atti
successivi al primo aumentano la potenza dell'insieme di tutte le parti,
nonostante che ogni atto in sé liberi potenza, poiché l'atto, quale
manifestazione di potenza liberata, modifica la forma dell'insieme. 30. La nuova
forma dell'insieme ne aumenta la potenza attraverso una concatenazione che,
dalla potenza minima della forma iniziale, passa progressivamente ad una
maggiore potenza, con una forma transitoria più complessa fino alla potenza
massima nella forma finale di massima complessità. 31. Nel processo
costituito da ogni fase transitoria, come l'atto è mezzo per manifestare
potenza ed aumentarla modificando la forma, così la maggiore potenza diventa
mezzo per l'atto, fino al raggiungimento della massima potenza, che
corrisponde alla forma finale, quando non servono più altri atti per
manifestare potenza. 32. Il processo
di potenziamento avviene sia in funzione del potenziamento dell'insieme sia
in funzione del potenziamento della parte che compie l'atto. 33. Se rivolti
all’esterno, gli atti che hanno come scopo il potenziamento provocano il
decadimento di chi li compie o di chi compie atti di reazione; se rivolti
all'interno, provocano il potenziamento di chi li compie. 34. Per evitare
che una potenza media, diventando strumento per produrre l'atto, provochi il
proprio o l'altrui decadimento, bisognerebbe potere manifestare potenza senza
compiere l'atto o compiere l'atto senza modificare la forma, in modo da non
aumentare la potenza. 35. È impossibile
manifestare potenza senza compiere l’atto, come sarebbe stato impossibile per
l'essere unico manifestare potenza senza compiere il primo atto. 36. È impossibile compiere
l'atto senza modificare la forma, in modo da non aumentare la potenza. 37. Fino a quando l'insieme non
avrà raggiunto la massima potenza, ogni atto sarà mezzo per manifestare
potenza ed ogni potenza sarà mezzo per produrre l'atto. 38. L'unica
soluzione per evitare il proprio ed altrui decadimento è rivolgere l'atto
verso se stesso, provocando così il proprio potenziamento, senza alcun
decadimento di se stesso o di altri. Titolo
IV
Potenza 39. La potenza
dell'insieme di tutte le parti è superiore alla somma delle potenze di
ciascuna delle parti dell’insieme ed anche alla potenza dell'unico essere
originario. 40. La massima
potenza si ha solo con l'insieme del massimo numero di parti e non con la
fusione di diverse parti. 41. Alla massima
potenza dell'insieme di tutte le parti corrisponde la massima potenza di
ciascuna parte rispetto all'insieme. 42. Come dal primo
atto hanno avuto origine due o più parti dotate della stessa potenza
dell’unità originaria, così anche la massima potenza di ogni parte di un
insieme è identica alla potenza dell’insieme. 43. Ciascuna
parte tende alla sua massima potenza rispetto all'insieme fino a quando non
l’avrà raggiunta. 44. Ogni parte
compie gli atti necessari a raggiungere la sua massima potenza rispetto
all'insieme. 45. In tal modo,
si riduce progressivamente il differenziale di potenza di ciascuna parte
rispetto sia all'insieme di tutte le parti sia di ciascuna parte rispetto ad
ogni altra, finché ogni parte non avrà raggiunto un'identica massima potenza,
cui corrisponderà la massima potenza dell'insieme di tutte le parti. Titolo
V
Atto 46. Prima
dell'inizio è sola energia. Esiste potenza senza forza. 47. Poi,
l'energia si scompone in diverse parti. È il primo atto. 48. Separandosi,
le diverse parti di energia producono onde. 49. Le onde
costituiscono lo spazio. 50. Nello spazio
si forma la materia. 51. La materia si
trasforma nel tempo. 52. La
trasformazione della materia provoca la scomposizione e la successiva
ricomposizione delle particelle di energia. È il processo evolutivo. 53. Con
l'evoluzione, le particelle aumentano la loro potenza, che si manifesta con
ulteriori atti. 54. Se vi è
manifestazione di potenza (azione), l'energia subisce un decadimento e tende
quindi a ripotenziarsi. 55. Se l'energia
è talmente potente da riuscire ad inibire ogni atto teso a manifestare
potenza all'esterno, si ha un accumulo di potenza. 56. L'accumulo di
potenza in capo ad un organismo non produce in sé alcun beneficio rispetto
all'insieme. 57. Se l’accumulo
di potenza è proiettato nello spazio, prescindendo dall'energia che lo
produce, si ha una modifica delle onde prodotte dall'energia, quindi si
ottiene una modifica dell'effetto senza modificare la causa originaria. Titolo
VI
Memoria e percezione 58. La memoria
genetica è la base del sistema cerebrale nella quale sono registrati i
caratteri ereditari. Essa caratterizza l'evoluzione di una determinata
specie. Si trova nel tronco del cervello e contiene i dati che provocano
stimoli ed istinti. 59. La memoria
remota è una sovrastruttura della base cerebrale nella quale sono contenuti i
dati elaborati in precedenza. Ha sede nei due lobi, sotto la corteccia, ed è
la parte più complessa e consistente della capacità cerebrale. 60. Nella memoria
remota sono registrati gli schemi di comportamento sperimentati e vengono
elaborate le strategie deduttive e le spinte induttive. Le prime analizzano
logicamente quello che è per come risulta dal proprio sistema di
elaborazione; le seconde immaginano, intuiscono quello che può essere e
creano la realtà. 61. La memoria recente
risiede nella corteccia cerebrale e contiene i dati recepiti dagli organi
sensori ed anche le decisioni trasmesse dopo l'elaborazione dei dati stessi. 62. La percezione
è l'atto con il quale si prende coscienza della realtà attraverso una
sensazione. È una funzione psichica, che elabora ciò che i sensi, quali
recettori esterni ed interni, trasmettono alla coscienza. 63. Il carattere
della sensazione deriva dal modo di percezione, un processo che inizia con la
trasmissione dei dati che avviene tramite il cervelletto dai sensi alla
memoria recente e continua con il loro confronto con i dati già residenti
nella memoria recente, in quella remota ed in quella genetica. 64. La percezione
non deriva da un complesso di sensazioni derivanti da tanti stimoli, ma da
fatti, oggetti e forme. L’attività psichica, a causa della natura e della
conformazione degli organi sensoriali, registra soprattutto effetti,
sovrapposti e dominanti sulle cause che li hanno prodotti. 65. Il limite
dell’attività psichica dipende anche dalla limitata velocità di trasmissione
dei dati nel sistema nervoso e quindi dalla necessità di impiegare il fattore
tempo in un determinato modo: dalla percezione si passa rapidamente alla
reazione, senza dedicare il tempo necessario a ricercare le cause per cui si
percepisce in un certo modo ed a prevedere logicamente gli effetti delle
reazioni delle azioni che ne derivano. 66. Per
conseguenza dei limiti dell’attività psichica, si sfuma la percezione di
quello che realmente è, mentre si afferma la percezione di ciò che appare, di
ciò che si vede e si sente. 67. Il modo di
percezione è più strettamente legato al rapporto tra presente e passato che a
quello tra presente e futuro: così, il futuro sarà effetto di stimoli
(reazioni) già adottati e ritenuti efficaci e non della rimozione delle cause
del presente, proprio perché la ricerca della cause del presente
richiederebbe troppo tempo. 68. Per
modificare il processo di percezione, bisognerebbe impiegare più tempo nella
elaborazione ma per fare questo sarebbe necessario avere maggiore potenza e
per avere più potenza sarebbe necessario inibire almeno parzialmente lo
stimolo che induce la potenza a manifestarsi nell’atto. 69. L’inibizione
dello stimolo di manifestazione della potenza nell’atto si ottiene solo con
la consapevolezza di poterselo permettere, altrimenti l'effetto sarebbe una
sorta di repressione che avrebbe poi bisogno di esplodere. 70. La coscienza
di potersi permettere la parziale inibizione di uno stimolo deriva dalla
conoscenza della sua causa. 71. L'organismo
risente sempre delle azioni incidenti provenienti dall'esterno ma gli effetti
di tali azioni sono diversi anche in rapporto all'obiettivo che si propone il
soggetto che le compie ed alla loro durata. 72. Ne consegue
che la rimozione della causa originaria di un processo si compie in un certo
modo se è effetto di un aumento di potenza ed in modo diverso se è effetto di
azioni esterne. 73. Il processo
di rimozione della causa originaria è relativo alla forza con la quale si
interviene sulla causa: a parità di importanza e di accelerazione, si sente
più forte l'azione compiuta verso se stessi rispetto a quella subita
dall'esterno. Di conseguenza, per superare la valenza delle forze di un altro
organismo è necessaria una forza – una manifestazione di potenza – più
importante e più accelerata di quella che normalmente esprime verso se stesso
l'organismo dal quale si vuol rimuovere la causa. 74. In ogni caso,
per provocare un cambiamento radicale del processo bisogna conoscere la causa
originaria, altrimenti le azioni si rivelano solo tentativi pressoché
ininfluenti. 75. Percepita e
riconosciuta la causa per cui un organismo complesso percepisce in un
determinato modo, bisogna compiere lo sforzo di emulare i caratteri di tale
organismo, immaginando, o intuendo, le stesse sensazioni che prova
quell'organismo. In pratica bisogna compiere una «replicazione» del processo
che si vuole modificare, per sentire i medesimi stimoli, distinguendo le
proprie naturali sensazioni da quelle che si intuiscono mettendosi nei panni
di un altro. 76. Tra essere un
altro e sembrare di esserlo – pur avendo carattere sperimentale e non
patologico – c'è sempre un margine di differenza, anche perché l’organismo si
trova costretto a gestire due stati diversi nello stesso tempo. 77. Questo è il
cosiddetto quarto livello di percezione. 78. Il primo
livello di percezione si ha con la pura presa d'atto dell'evidente; il
secondo con la sua memorizzazione; il terzo con la sensazione che si prova.
L'insieme dei tre livelli determinano il modo di percezione. 79. Il quarto
livello di percezione, che si ottiene con la replicazione ed è una delle
attività umane più difficili, è un confronto tra il proprio e l'altrui modo
di percezione. Titolo
VII
Realtà 80. La necessità è
la causa originaria della trasformazione dell’energia nello spazio e nel
tempo, lo stimolo che trasforma la potenza in forza e spinge l’energia verso
una maggiore complessità, alla ricerca ed alla conquista della massima
perfezione. 81. La necessità
è quindi la forza che determina l’agire di ogni parte del tutto. 82. L’agire è
manifestazione della forza fisica o spirituale dell’energia ed è intelligenza
e movimento. 83. L’intelligenza
è coscienza ed elaborazione dell’esperienza: è l’idea, la potenza. 84. Il movimento
è spostamento di qualcosa dalla quiete: è l’atto, la forza. 85. È necessario
ciò di cui non si può fare a meno, che serve o che è utile. 86. La
complessità è il risultato dell'unione di varie parti e si manifesta sotto
molteplici e contrastanti aspetti, spesso difficili da comprendere. 87. La realtà è
l’insieme di tutto ciò che esiste e nasce dalla necessità. 88. La necessità crea il problema, una
condizione da superare o risolvere. 89. Il problema si supera o si risolve
adottando regole e comportamenti adatti allo scopo. 90. L’effetto del superamento o della
risoluzione del problema è una maggiore complessità. 91. Una maggiore complessità stimola nuove
necessità. 92. Nuove necessità creano nuovi problemi. 93. Lo stato della realtà è la situazione e la
condizione della realtà nel tempo e nello spazio. 94. L’essere
umano è parte di una realtà complessa, una manifestazione della complessità
della realtà. 95. L’essere
umano percepisce la parte di realtà della quale può prendere coscienza
mediante i sensi e l'intuito. 96. Come tutto
ciò che esiste, l’essere umano percepisce la necessità, come forza superiore
alla sua volontà. 97. Le necessità
dell’essere umano sono i bisogni, i desideri e le emulazioni. 98. Il bisogno è
la necessità di procurarsi qualcosa che manca, per superare una situazione di
malessere o per conquistare uno stato di maggior benessere. Aria, acqua,
cibo, riposo, luce, calore, spazio, compagnia, abiti e casa sono bisogni
vitali. 99. Il desiderio
è la necessità che spinge verso qualcuno o qualcosa che procura piacere.
Sesso, autostima, sicurezza, affetto, realizzazione e conforto fisico sono i
desideri fondamentali. 100. L’emulazione
è la necessità di eguagliare o superare qualcuno o qualcosa. Misurarsi e
confrontarsi nella vita, nel lavoro, nel gioco e nel disporre delle cose sono
emulazioni. 101. Percependo
necessità, l’essere umano si pone problemi. 102. La soluzione dei problemi umani ha origine
dall’idea deduttiva e si realizza con l’azione finalizzata. 103. L’idea è la rappresentazione intellettuale
che riassume in sé un insieme di conoscenze possibili. 104. La deduzione è la capacità di elaborare
idee e pervenire ad una soluzione particolare da un principio generale. 105. L’idea deduttiva
è rappresentazione ed elaborazione di esperienza e di conoscenza. 106. L’azione è l’atto del produrre determinati
effetti, l’operato individuale che implica una valutazione morale. 107. L’azione finalizzata
è l’atto che si compie in funzione di un fine. 108. L’azione richiede decisione e
determinazione. 109. La decisione
è una scelta, una determinazione della volontà. 110. La
determinazione è l’atteggiamento di risolutezza, sicurezza e convinzione di
agire in un determinato modo. 111. I problemi umani sono processi di
necessità, di idee e di azioni. 112. L’essere umano: - percepisce bisogni, desideri ed emulazioni; - ne riconosce l’esistenza quando li considera risolvibili; - stabilisce l’ordine di
priorità secondo l’urgenza; - ne ricerca l’origine e le
cause; - si propone lo scopo di
superarli o risolverli; - pensa alle soluzioni; - immagina e prevede gli
effetti delle soluzioni; - cerca di realizzarle e, come
tutte le altre parti, utilizza le sue risorse e quelle ambientali come mezzi
per soddisfare le proprie necessità; - organizza i mezzi a disposizione in funzione dello scopo ed imposta
un progetto; - supera gli ostacoli; - ottiene risultati. 113. Il processo
della realtà umana parte con lo stimolo di una necessità, sia esso bisogno,
desiderio od emulazione, continua con la percezione dei problemi, passa
attraverso le soluzioni e si conclude con la soluzione del problema e la
soddisfazione della necessità. 114. L’essere
umano si chiede perché, cosa, come, quando e con chi fare. 115. Si fa perché
si sente una necessità e ci si pone il problema di soddisfarla. 116. Si fa
pensando ed agendo per trovare e realizzare soluzioni. 117. Si fa come si
può anche se si sa che sarebbe meglio fare in un altro modo. 118. Si fa quando
diventa impellente fare, secondo l’urgenza della necessità da soddisfare, dal
suo grado di priorità e dalla possibilità immediata o futura di risolvere il
problema. 119. Si fa con chi
lo accetta o con chi lo subisce. 120. La realtà è
in costante trasformazione. 121. I due momenti
fondamentali della realtà degli esseri umani sono l’inizio e la fine, la vita
e la morte. Questa è la realtà della realtà che l’essere umano percepisce e
spesso trascura. 122. Si nasce e si
muore perché è ancora necessario. 123. Anche la
morte è una necessità, la necessità che la vita cessi affinché la realtà si
rinnovi e si trasformi. 124. Nonostante
gli sforzi compiuti, la realtà dell’essere umano è ancora e sempre condizionata
dalla necessità. 125. La forza
della necessità prevale sulla volontà di ogni essere umano e del suo insieme. 126. Fino a quando
esisterà un solo essere umano che non possa soddisfare le proprie necessità
vitali tutti gli esseri umani moriranno. 127. L’essere
umano è un organismo complesso che fa parte di un insieme. 128. È energia
allo stato più complesso. 129. La morte è la
cessazione irreversibile delle funzioni vitali che comporta un cambiamento
totale della condizione dell'essere vivente e la perdita delle sue
caratteristiche essenziali. È un evento che per ora accomuna tutti gli esseri
viventi, compreso l’essere umano. 130. Le cellule
dell’organismo sono potenzialmente immortali. L'immortalità cellulare è
scientificamente dimostrata. 131. Essendo la
morte un problema materiale, è possibile ottenere l’immortalità di un insieme
di cellule, di un organismo vivente e, quindi, dell’essere umano. Titolo
VIII
L'insieme 132. È necessario
coniugare ricchezza, solidarietà e democrazia. 133. La coniugazione
di ricchezza, solidarietà e democrazia non esiste ancora a causa del
settorialismo, la tendenza ad affrontare i problemi particolari, perdendo la
visione d'insieme. 134. La soluzione
per coniugare ricchezza, solidarietà e democrazia non dipende solo da
ciascuno di noi ma è nell'insieme. 135. L'unica
entità in grado di concentrare in sé il sapere sufficiente a modificare i
processi è l'insieme del complesso scientifico–tecnologico il quale,
tuttavia, ha come obiettivo il proprio potenziamento e non la coniugazione di
ricchezza, solidarietà e democrazia dell'insieme. 136. Non è
immaginabile che la soluzione possa essere individuata da un'intelligenza
artificiale alla quale vengano conferite le necessarie informazioni e la
logica per dedurre. Essa sarebbe il frutto di quello stesso complesso
scientifico–tecnologico che ne orienterebbe il modo di percepire e quindi di
dedurre a propria somiglianza. 137. La soluzione
è nell'insieme. Insieme si può. Ma bisogna che l'insieme possa emulare chi
conosce i processi e sa che cosa è giusto ma crede che sia necessaria la
partecipazione di tutti per fare, per creare il giusto. E bisogna che
l'emulato sia una parte organizzata dell'insieme, senza apparire come
soggetto, per evitare di essere considerato un mito e quindi di essere
soprattutto ammirato, invidiato ed imitato. 138. Non c'è
bisogno soltanto di un esempio ripetibile. Bisogna che l'esempio abbia un
potenziale sufficiente ad impossessarsi della conoscenza delle parti
prevalenti ed a produrre interventi sensibili sull'insieme. Come l'energia
produce onde senza essere onda essa stessa, l'emulato deve saper produrre
effetti senza essere scambiato per l'effetto prodotto. 139. Il complesso
scientifico–tecnologico consentirebbe ad un soggetto di agire in tal modo da
solo, senza apparire e senza partecipanti. Le azioni incidenti potrebbero
riguardare la procreazione, la produzione, l'informazione ed altre scienze
ancora piuttosto sconosciute, intervenendo rispettivamente sui meccanismi
genetici, sul sistema monetario, sul processo di comunicazione, sulle
iperenergie cerebrali. Ma potrebbe farlo solo per creare disequilibrio e non
anche per ripristinare equilibrio. 140. Questo è lo
stato attuale delle cose, la realtà dei fatti. Un solo soggetto potrebbe
soltanto dimostrare il proprio potere ma non potrebbe riuscire, da solo, a
potenziare quello degli altri. 141. Forse la
reazione rispetto all'atto con cui si manifesta la potenza di un solo
soggetto potrebbe modificare il modo di percezione e, quindi, provocare la
creazione dei mezzi per un tale potenziamento. Ma, ci sarebbe indubbiamente
il rischio di una reazione diversa, che potrebbe annichilire anche gli animi
di chi già oggi si propone il miglioramento complessivo dell'insieme, così
come ci potrebbe essere chi reagirebbe manifestando con la forza il proprio
potere, senza preoccuparsi degli effetti che gli atti di forza possono
produrre sull'insieme. 142. Perciò, la
modifica del modo di percezione può ma non deve essere provocata da un solo
soggetto. Bisogna, invece, farlo fare, diluendo in un numero consistente di
soggetti i riferimenti emulativi (in modo che l'osservatore comprenda nuovi
processi senza pensare di non poterli adottare) e con un complesso di esempi
di carattere produttivo (spingendo al tempo stesso i partecipanti a ragionare
ed a partecipare) si gettano le basi per dimostrare che si può essere e
conviene essere come si vuole essere, invece che altrimenti. 143. Nessuna
insurrezione armata, disubbidienza civile, elezione popolare, secessione o
scissione, unificazione o fusione, federazione o confederazione potrà
eguagliare la forza di emulazione di coloro che dimostrano di saper
realizzare, non solo nei rapporti interni, una reale rifondazione sociale,
intesa come modifica contestuale dei rapporti e dei comportamenti umani. Titolo
IX
Futuro 144. La realtà
storica è trasmessa da chi ha supremazia. La realtà storica è sempre
apparente. 145. La realtà
effettiva è costituita dai fatti veramente accaduti e dalla loro esatta
descrizione. 146. La previsione
del futuro consiste nella deduzione logica che deriva dalla realtà effettiva
dei fatti che conosciamo. 147. Il futuro
sarà simile a come ciascuno di noi razionalmente può immaginarlo. 148. Il futuro è
sempre indeterminato ed indeterminabile, poiché si rivela sempre in modo
diverso da come lo si attende ed anche da come si cerca di costruirlo. 149. I tratti
fondamentali della realtà sono ricorrenti, ad eccezione dei casi in cui i
rapporti e le regole tra le parti del sistema non si sono adeguati
all'aumento del livello di complessità. In quei casi, quando al livello di
complessità non si sono adeguati i rapporti tra le parti, il sistema non è
più stato in grado di tenere insieme tutte le parti con le vecchie regole ed
i comportamenti delle parti hanno subito rapide mutazioni, una sorta di
accelerazione. 150. Le mutazioni
dei comportamenti delle parti hanno provocato repentinamente nuove regole e,
quindi, nuovi rapporti. 151. Il
comportamento è l'atto. La sua causa è il rapporto tra livello di potenza e
potenza massima raggiungibile dall'essere. 152. Finché è
dotata di un livello di potenza che non coincide con la sua potenza massima,
la parte compie atti endogeni tesi a modificare la propria struttura, a
prescindere dai legami esogeni. 153. Ora, noi ci
troviamo in uno stato di complessità tale da richiedere la modifica, il
rinnovamento delle regole e dei rapporti tra le parti. La sola constatazione
che sarebbe possibile assicurare a tutti gli esseri umani la libertà dal
bisogno e che tuttavia questo risultato non si raggiunge, dimostra che le
regole del sistema non sono più adatte al suo livello di sviluppo e, quindi,
al suo livello di complessità. È perciò naturale, storicamente logico e
probabile che qualcuno sfugga alle regole, adottando comportamenti avulsi dalle
regole stesse. 154. Le regole si
evolveranno per effetto di comportamenti atipici. 155. Con l’attuale processo, in futuro si potrà avere un aumento di ricchezza, di solidarietà e di
democrazia, sia nel complesso, sia per una parte dell'umanità, ma non si
potranno avere queste condizioni per tutte le parti. Anzi, la realtà ci
dimostra che in cent'anni è aumentato il numero dei poveri, degli emarginati
e degli impotenti. E così sarà finché continueremo a presupporre che sia
possibile realizzare almeno una, o magari due, di queste condizioni, senza
una delle tre. Il problema è posto in modo distorto, irreale. In effetti le
cose stanno diversamente. Il problema non è tanto nel fatto che non si riesca
a coniugare queste tre condizioni, quanto nel fatto che non esiste, né potrà
mai esistere, nessuna di queste tre condizioni riferita ad un gruppo, se non
si realizzano tutte tre insieme. 156. Senza
ricchezza non si possono avere solidarietà e democrazia. Senza solidarietà
non si possono avere ricchezza e democrazia. Senza democrazia non si possono
avere ricchezza e solidarietà. Esattamente come non si possono avere il vero,
il bello ed il giusto se non si hanno tutte insieme queste tre condizioni. 157. Quindi il
problema è irrisolvibile proprio perché non è questo il problema. E non è
possibile dedurre una soluzione rispetto ad un problema inesistente. Il
problema vero è come realizzare le tre condizioni tutte insieme. E la
soluzione è il volerlo realizzare insieme. Per farlo, occorre riconoscere che
il massimo potenziamento individuale si realizza nel massimo potenziamento
complessivo. 158. Si può
riconoscere solo ciò che si percepisce. 159. Per far
percepire qualcosa bisogna farne prendere coscienza con la comunicazione. 160. Esistono la
conoscenza e la capacità d'azione che derivano dal complesso
scientifico–tecnologico. 161. Per
organizzare conoscenza e capacità di azione in funzione dello scopo che si
vuole realizzare, costituito dal cambiamento del modo di percezione, si può
adottare il metodo della «protostrategia», un processo che consiste
nell’emulazione dell'originario unico essere: scissione dell'energia con il
primo atto, formazione di onde, creazione dello spazio, creazione e
trasformazione della materia, con la conseguente ricomposizione dell'energia,
di tutta l'energia, ad uno stato più complesso. 162. Così, si
scinde l'uno e si ricrea il tutto. Titolo
X
Essere e divenire 163. Possiamo
pensare di essere ciò che deduciamo, traendo una conclusione particolare da
un principio generale che risulta dai fatti. 164. Possiamo
pensare di dedurre ciò che percepiamo, assumendo i dati della realtà esterna
mediante i sensi o l'intuito. 165. Il tutto è la
realtà che conosciamo e quella che da essa possiamo dedurre. Pensare al tutto
significa dedurlo da quanto si percepisce. 166. Si può
pensare al tutto come all'insieme di energia, spazio e tempo. Riflettendo su
energia, spazio e tempo che percepiamo, possiamo pensare ad energia, spazio e
tempo che non percepiamo. 167. Il tutto è in
definitiva l’insieme di ciò che percepiamo e di ciò che non percepiamo ma che
possiamo dedurre. 168. Immanente è
ciò che fa parte della sostanza di una cosa e che non sussiste fuori di essa. 169. Trascendente
è ciò che è al di là dei limiti di ogni conoscenza possibile. 170. Tutto ciò che
si pensa è immanente. 171. Solo ciò che
non si pensa è trascendente. 172. Il tempo è la
misura dei movimenti dell'energia che si trasforma nello spazio. 173. Il tempo
nasce dall'energia in movimento. 174. Senza movimento
dell’energia non ci sarebbe nemmeno la misura dei movimenti, il tempo. 175. Lo spazio è
il mezzo creato dall'energia per trasformarsi ed evolvere. 176. Lo spazio
nasce dal rapporto fra le parti dell'energia. 177. Il tutto può
essere diverso da come lo pensiamo ma possiamo solo immaginare che senza
tempo non esiste spazio e senza spazio non esiste tempo. 178. Senza spazio
e senza tempo può esistere solo energia. 179. L'energia può
essere stata il tutto prima dello spazio e del tempo e potrà essere ancora il
tutto, alla fine dello spazio e del tempo. 180. Il presente è
lo stato dell'evoluzione dell'energia in un certo spazio ed in un certo
momento del tempo. 181. Il passato è
energia in meno spazio e meno tempo di ora. 182. L'origine è
energia senza spazio e senza tempo. 183. Il futuro
sarà energia con più spazio e più tempo fino alla fine del tempo e dello
spazio. 184. In origine
poteva esistere il caos ma un processo che parte da un'origine per un fine
non può non avere delle cause e (darsi) delle regole. 185. Le regole
dell'evoluzione nascono dalle esigenze che incontra l'energia in continua
trasformazione nello spazio e con il tempo 186. Quando la complessità
dello stato evolutivo pone esigenze irrisolvibili il tutto si dà nuove
regole. 187. Il ciclo è un
ritardo delle regole rispetto alle esigenze. Tale ritardo provoca la
ciclicità degli stati evolutivi: un passo avanti e mezzo indietro. 188. Possiamo
tuttavia immaginare uno stato ininvolvibile che metta in moto un processo di
costante avanzamento evolutivo. 189. Il tutto è un
sistema complesso, un insieme organizzato di parti e di relazioni tra di
esse e tra i loro comportamenti, mentre l'ambiente è costituito dall'insieme
di tutte quelle parti che influenzano tale sistema ed anche di tutte le altre
parti i cui comportamenti sono influenzati dal sistema stesso. 190. Tutti i
sistemi sono aperti perché le parti di ogni sistema hanno rapporti con parti
di altri sistemi. Anche il tutto costituito da energia, spazio e tempo è un
sistema aperto verso il tutto costituito da energia senza spazio e senza
tempo. 191. I sistemi
complessi hanno una struttura gerarchica organizzata su livelli diadici che
assegnano alle parti una doppia valenza: ogni parte rappresenta se stessa
quando si rivolge verso l'alto mentre rappresenta la totalità quando si
rivolge verso il basso. 192. Per questo si
tende verso l'alto: ogni parte si sente schiacciata dalle parti che si
trovano in posizione superiore e reagisce. 193. La forma di
una struttura gerarchica può essere rappresentata da una piramide a scale
nella quale ogni gradino corrisponde ad un livello con una portata massima e
che può ospitare un numero massimo di parti. 194. L'aumento del
numero totale di parti non può essere ospitato sui livelli esistenti ma
richiede la creazione di nuovi gradini cui corrispondono nuovi livelli. 195. I nuovi
gradini non possono essere creati sul vertice o sui lati della piramide, ma
solo alla sua base. 196. La parte che
vuole salire un gradino deve compiere uno sforzo per salire ed uno per
trovare uno spazio per sé nel gradino superiore, dove ogni parte cerca di
difendere il proprio spazio. 197. Ad ogni parte
che scende o viene trascinata in basso corrisponde una parte che riesce a
salire verso l'alto. 198. La struttura
gerarchica e la valenza diadica influenzano le relazioni tra le parti e tra
i loro comportamenti, determinando così il modo di evoluzione delle parti
stesse. 199. Percepiamo il
modo di evoluzione dal fatto che tutto ciò che conosciamo esprime una valenza
inferiore al suo potenziale a causa dei cicli che si verificano nello spazio
e nel tempo. 200. La sola
volontà delle parti non riesce a superare un certo limite, perché l'evoluzione
dell'energia non trova riscontro nell'evoluzione del tutto che comprende lo
spazio ed il tempo, perciò l'energia è costretta ad attendere che ci sia abbastanza
spazio ed abbastanza tempo per far evolvere il tutto del quale fa parte. La
causa di questo limite è la struttura del sistema in cui viviamo. 201. Possiamo
riconoscere l’esistenza del problema della struttura gerarchica del sistema
semplicemente confrontando quello che sappiamo che sarebbe giusto, quindi
quello che potrebbe essere, rispetto a quello che riusciamo a fare. 202. La struttura
del sistema limita le nostre volontà che non riescono ad esprimersi
liberamente. 203. La regola
segue l'esigenza la quale, finché manca la regola, fa regredire il tutto, gli
fa compiere un mezzo passo indietro. Poi nasce la regola, ed il tutto fa un
passo avanti. 204. È così da
sempre, perché l'inizio parte dall'esigenza dell'energia di evolvere. 205. Prima è sorta
l'esigenza, poi la regola. 206. Per questo
l'inizio avviene nel caos, perché all'inizio non esistono regole. 207. Ad un certo
grado di complessità, si è stabilita la prima regola. 208. È nato
l'ordine causale, poi seguito da un caos parziale (determinato dalla
differenza di evoluzione dell'energia rispetto all'insieme di energia, spazio
e tempo), a sua volta seguito da una nuova regola, poi da un nuovo caos. 209. Questo è il
processo dei cicli, una concatenazione di stati di evoluzione e di
involuzione che rallenta l'evoluzione del tutto. 210. L'energia
imprigionata nel tutto è costretta a seguire questo processo. 211. Quando è sorto
il sistema ha avuto origine anche la sua struttura. 212. È così perché
l'energia prima dello spazio e del tempo, cioè il tutto prima dello spazio e
del tempo, ha avuto l'esigenza di evolvere ed ha trovato il modo per farlo ma
non la regola per ordinare senza cicli involutivi l'evoluzione del nuovo
tutto che si è creato nello spazio e con il tempo. 213. L'energia
pura non conosce e non ha bisogno di regole. 214. Solo
l'insieme di energia nello spazio e con il tempo pone l'esigenza delle
regole. 215. Dopo aver
risolto le proprie esigenze essenziali, invece di inventarsi altre esigenze,
alcune parti possono decidere di modificare la struttura. 216. Il
miglioramento della struttura produce di per sé il miglioramento del tutto,
da cui trae origine un nuovo processo. 217. Il nuovo
processo è la rivoluzione, il cambiamento ed il riequilibrio, della regola
della selezione: superato il livello minimo, invece di perpetuare la spinta
di affermazione sugli altri, ci si rivolge alla struttura, per modificarla
per sé e per gli altri. 218. L’obiettivo
dell’essere umano deve essere quello di portare il livello di evoluzione del
tutto al livello di evoluzione dell'energia e questo significa scoprire il
tutto di noi stessi ed usarlo per migliorare il tutto del quale siamo parti. 219. Per
modificare il modo di evoluzione dei rapporti e dei comportamenti delle
parti dei sistemi complessi è necessario superare la loro struttura gerarchica
e creare una struttura partecipativa, trasformando la piramide a scale in
una sfera a percorsi equidistanti dal centro. 220. Il problema
della struttura si risolve modificando la sua forma. 221. La
composizione delle parti di un pezzo di legno è la stessa dei trucioli
ottenuti dalla sua macinazione ma il comportamento è diverso: il soffio di
vento che può spargere i trucioli non può alzare il pezzo di legno. 222. Ad una forma
diversa della realtà non cambia la sostanza della realtà ma cambiano i suoi
comportamenti. 223. Si tratta di
adeguare la forma della struttura alla sostanza del contenuto. 224. Per
trasformare la piramide in una sfera è necessario muoverla e farla ruotare
affinché assuma le forme prima di un di cono ellittico, poi di un doppio cono
ellittico con base comune e, infine, di una sfera. 225. Per far
ruotare la piramide è necessario che una parte che si trova su un certo
gradino scenda di un livello e, lasciando al suo posto un'entità sostitutiva
che occupi lo spazio liberato, associ la sua valenza a quella del livello sul
quale è sceso: la valenza del livello inferiore risulta così aumentata della
valenza della parte che è scesa, mentre la valenza del livello superiore
risulta ridotta dalla neutralità della parte che sostituisce la parte che è
scesa al livello inferiore. 226. Ripetendo il metodo
si ottiene un processo che aumenta la valenza dei livelli inferiori fino alla
base della struttura, da dove è possibile muovere l'intera piramide unendo
gli sforzi delle sue parti. 227. Il movimento
di rotazione modifica la forma della piramide in quella di un cono ed
inclina le scale ad elica. 228. L'accelerazione
del movimento rotatorio espande la superficie laterale mediana del cono ed
assottiglia la sua base fino a diventare un doppio cono con base comune. 229. Infine assume
la forma di sfera. 230. Questo
processo serve a fare in modo che ogni parte del tutto possa esprimere meglio
il suo potenziale. 231. Bisogna cambiare la
struttura per liberare la sostanza dai limiti della struttura stessa. 232. Il processo
si realizza impiegando la nostra intelligenza per il tempo necessario per
conoscere e per il tempo necessario per agire (QET2 = quoziente
intellettuale per energia nell’unità di tempo per tempo per conoscere per
tempo per agire). 233. Noi abbiamo la
coscienza di essere, la sensibilità per conoscere ed elaborare e la capacità
di comunicare rapidamente. 234. In fondo la
nostra differenza rispetto ad un sasso è la capacità di fare, a parità di
tempo, più cose. 235. Possiamo
affermare di essere parti del tutto che pensano più velocemente del tutto. 236. Per
realizzare l'equilibrio, noi possiamo o regredire rispetto al tutto oppure
far evolvere le altre parti del tutto. 237. Ci possiamo
organizzare scoprendo come siamo ed agendo in funzione dello scopo che
vogliamo ottenere. 238. Prima di
tutto dobbiamo amarci. 239. Poi dobbiamo
stabilire come ciascuno di noi deve avere rapporti con ciascun altro, in base
a quello che siamo e non in base a quello che vorremmo essere. 240. Poi dobbiamo
stabilire come ciascuno di noi si deve porre rispetto all'insieme di tutti
gli altri. 241. Poi è
necessario produrre. 242. Infine
dobbiamo essere coerenti con i nostri obiettivi e rielaborare le nostre idee
nella continua ricerca della verità. 243. Più verità
scopriremo e meno errori faremo. 244. Possiamo
compiere tutte le azioni che sappiamo essere in coerenza con la nostra
strategia. 245. Le azioni
sono un mezzo di comunicazione di quello che pensiamo. 246. Se le azioni
sono incoerenti anche i pensieri saranno distorti e diventeranno incoerenti. 247. Ci saranno
ostacoli. Il tutto è racchiuso in una struttura primordiale che cerca di
ricondurre le azioni di ogni parte del tutto alla propria struttura
gerarchica a forma di piramide a scale. 248. Siccome la
valenza di un insieme di parti è superiore alla somma delle valenze delle sue
parti, gli ostacoli si superano solo attraverso l'azione compiuta da un
insieme di alcune parti senza che tutto il resto si unisca contro l'insieme
di quelle parti. 249. Ed è
possibile, poiché se si percepisce un problema è perché esiste la possibilità
di risolverlo. 250. Se nessuno
avesse mai pensato allo stesso problema, fino ad ora, significherebbe
soltanto che non sono esistite le condizioni per affrontarlo. 251. Percepire un
problema significa prima o poi affrontarlo ed affrontarlo significa prima o
poi risolverlo. 252. Anche il
sistema umano, quindi, è un sistema complesso, un insieme organizzato di
persone e di relazioni tra di esse e tra i loro comportamenti, mentre la
Terra è l'ambiente costituito dall'insieme di tutto quello che influenza tale
sistema ed anche di tutto quello i cui comportamenti sono influenzati dallo
stesso sistema umano. 253. La base del
sistema umano, la sua regola fondamentale e, quindi, il suo principio
organizzativo, è la necessità di comunicare tra le sue parti. 254. Il sistema
umano è olistico, un tutto insieme, ed è fondato su tanti sottosistemi. 255. Ogni sistema
ha una propria base fondamentale. 256. Far parte di un
sistema olistico significa essere tutti parti dello stesso sistema nel quale
abbiamo rapporti e comportamenti che dipendono dai sottosistemi sociali,
civili, politici, economici, morali e religiosi. 257. Un sistema sociale
è l'insieme spontaneo ed organizzato di due o più individui e di relazioni
tra di essi e tra i loro comportamenti in un campo ordinato di rapporti
attraverso i quali si può esprimere la massima personalità dei singoli,
mentre l'ambiente sociale è costituito dall'insieme di tutti quegli
individui che influenzano tale sistema ed anche di tutti gli altri individui
i cui comportamenti sono influenzati dal sistema sociale stesso. La base
sociale fondamentale è l'attrazione tra due o più persone. 258. Un sistema
civile è l'insieme delle regole che realizzano l'equilibrio dei rapporti dei
singoli e dei gruppi che partecipano ad una società organizzata e di
relazioni tra di esse e tra i loro effetti, mentre l'ambiente civile è
costituito dall'insieme di tutti i comportamenti che influenzano tale
sistema ed anche di tutti quelli che sono influenzati dal sistema civile
stesso e dalle sue regole. La base civile fondamentale è la libertà del
singolo rispetto a quella di tutti gli altri. 259. Un sistema
politico è l'insieme dei modi in cui vengono coordinati i rapporti ed i
comportamenti di tutti coloro che partecipano ad una società organizzata
attraverso la formazione e la gestione dell'autorità che deriva all'intera
società sul singolo in funzione del bene comune, mentre l'ambiente politico è
costituito dall'insieme di tutte le volontà che influenzano tale sistema ed
anche di tutte quelle che sono influenzati dal sistema politico stesso. La
base politica fondamentale è la reciproca aspettativa tra ogni persona e
tutte le altre. 260. Un sistema
economico è l'insieme organizzato dei soggetti che partecipano ai processi di
produzione e di destinazione della ricchezza ed anche dei rapporti e dei
comportamenti tra quei soggetti e tra di essi e le risorse naturali, mentre
la natura è l'ambiente costituito dall'insieme di tutti i soggetti e le
risorse che influenzano tale sistema ed anche di tutto quello che risulta
influenzato dal sistema economico stesso. La base economica fondamentale è
la disponibilità delle risorse che si è in grado di trasformare. 261. Un sistema
morale è l'insieme degli atteggiamenti umani e di relazioni tra di essi e tra
i comportamenti personali e collettivi che si realizzano nelle manifestazioni
e nelle condizioni della vita intellettuale e nelle loro concretizzazione,
mentre l'ambiente morale è costituito dall'insieme delle coscienze e degli
atti che influenzano tale sistema ed anche di tutto quello che viene
influenzato dal sistema morale stesso. La base morale fondamentale è la
coerenza tra pensiero ed azione. 262. Un sistema
religioso è l'insieme delle idee e delle concezioni sull'esistente dei
singoli e dei gruppi e delle relazioni tra di essi e tra le loro
manifestazioni, mentre l'ambiente religioso è costituito dall'insieme delle
conoscenze, dei fatti e delle deduzioni che influenzano il sistema ed
anche di tutto quello che viene influenzato dal sistema religioso stesso. La
base religiosa fondamentale è la necessità di conoscere la verità. 263. Noi siamo
fatti di sostanza e non possiamo cambiare ciò di cui siamo fatti. 264. La sostanza
ha un suo sistema, una sua struttura e una sua regola fondamentale. 265. Per modificare
la sostanza bisognerebbe cambiare il sistema dei rapporti e dei comportamenti
tra le sue parti. 266. Per
modificare il sistema bisognerebbe modificare la sua struttura e per farlo
bisognerebbe conoscere tutte le regole della struttura stessa. 267. Siccome
nessuna parte di un sistema può conoscere tutte le regole del sistema di cui
è parte, non sembra possibile modificare né la struttura né il sistema della
sostanza. 268. Possiamo
invece cambiare la forma della sostanza, come possiamo cambiare la forma di
quasi tutte le cose che i nostri sensi percepiscono. 269. Può darsi che
la trasformazione della forma della sostanza modifichi anche la sostanza, ma
può anche darsi che ciò non avvenga. 270. In ogni caso
l'effetto sarà positivo, perché anche il solo miglioramento della forma
consentirebbe alla sostanza di vivere e svilupparsi meglio. 271. Per cambiare
la forma della sostanza, è necessario che il sistema individuale di una sua
parte (l'organismo di un singolo) conquisti una complessità tale da
richiedere la modifica della propria struttura. 272. Modificando
la struttura del sistema si dà origine ad un nuovo sistema, che potrà essere
emulato e perfezionato da altri soggetti mediante il continuo miglioramento
della sua struttura. 273. Quando
l'insieme dei soggetti del nuovo sistema raggiunge un’unione tale per cui la
valenza dell'insieme risulta superiore alla somma delle valenze dei soggetti
che ne fanno parte, l'unità di quell’insieme può incidere sul sistema umano. 274. Nessuna delle
parti che incontra può essere capace di resistere, perché la valenza delle
azioni e delle contro-reazioni dell'unità dell’insieme è superiore alla
somma delle valenze delle reazioni che incontra. 275. Vale la
regola secondo la quale cinque parti in disaccordo esprimono la massima
debolezza del loro insieme, mentre l'unione di due parti d'accordo ha una
valenza superiore non solo alla somma delle valenze di ciascuna delle due
parti ma anche a quella delle tre parti in disaccordo. 276. Prima di fare
bisogna essere, per essere bisogna pensare, per pensare bisogna dedurre e per
dedurre bisogna percepire. 277. Siamo quello
che mangiamo e quello che respiriamo perché pensiamo a nutrirci ed a
respirare. 278. Pensiamo a
nutrirci ed a respirare perché deduciamo dalla nostra esperienza e dalla
nostra intuizione il modo di farlo. 279. Deduciamo il
modo di farlo perché percepiamo, cioè sentiamo la sensazione di fame e
l'esigenza di ossigeno. 280. Senza
percezione non esiste deduzione, senza deduzione non esiste pensiero, senza
pensiero non esiste coscienza di essere, senza coscienza di essere esistono solo
il passato ed il presente ma non il futuro. Titolo
XI
Le iniziative 281. Holos Global
System è un insieme di iniziative concrete per contribuire a superare e
soddisfare le necessità umane nel suo insieme. È un progetto complesso, un insieme
di idee e di azioni tutte riconducibili al medesimo obiettivo di consentire
ad ogni essere umano di soddisfare le proprie necessità per conquistare
l’immortalità. È un progetto ambizioso ma necessario. 282. L'obiettivo
di Holos Global System è la modifica del modo di percezione, della strategia
d'insieme, del futuro prevedibile. Gli effetti saranno dapprima la mutazione
dei comportamenti di alcune parti, poi il potenziamento di un gruppo di
parti, quindi la creazione di nuovi rapporti, infine l’emulazione
dell'insieme. I mezzi sono la conoscenza, le idee, le risorse,
l’organizzazione, la comunicazione. La strategia è il trasferimento di
conoscenza, l’induzione e potenziamento delle idee, l’acquisizione delle
risorse, una nuova destinazione strutturale delle risorse, l’accentramento
organizzativo, il decentramento strutturale, l’informazione interattiva,
l’accelerazione dei processi (disgregazione e partecipazione). Il risultato
(scopo funzionale al fine) sarà maggiore conoscenza, miglioramento dei comportamenti,
nuova percezione dei problemi, nuove soluzioni ai problemi, emulazione,
potenziamento degli emulatori, assorbimento degli antagonisti, superamento
delle vecchie regole, creazione delle nuove regole, inizio del nuovo
processo. 283. Holos Global System
è costituito dalle seguenti iniziative in parte già attivate: Tejas – Sviluppo della
produzione e dell’utilizzo dell’energia sul Pianeta; Udaka – Aumento della quantità
di acqua disponibile e sua redistribuzione; Asana – Risoluzione del
problema della fame nel mondo; Ayus – Miglioramento della
salute attraverso ricerca, terapia e prevenzione; Jnana – Potenziamento
dell’informazione e sua disponibilità per ogni essere umano; Vadana – Diffusione di centri
di comunicazione sociale; Karoti – Piani di produzione
settoriali e regionali; Tetrakos – Progetti economici
nazionali di sviluppo; Nava – Promozione e
realizzazione di nuove imprese in ogni settore; Varga – Impresa universale
costituita da gruppi regionali di imprese; Karana – Sviluppo mondiale dei
mezzi di produzione; Bhaks – Produzione di beni
durevoli di consumo ad utilizzazione continuata; Seva – Sviluppo dei servizi per
le imprese e per i privati; Ecology – Programma di
disinquinamento ambientale; Kosa – Nuovo sistema globale di
rapporti finanziari; Cinoti – Raccolta del risparmio
da destinare a scopi produttivi; Parasparam – Reinvestimento
produttivo della ricchezza prodotta; Synergy – Sistema di rapporti
societari e commerciali fra le imprese; Vencap – Interventi per il
potenziamento delle imprese esistenti; Vikraya – Compensazione
internazionale dei pagamenti commerciali; Stellar – Sistema informatico
interattivo via etere; Eka – Progetto di sicurezza
personale a diffusione globale; Pat–Patati – Nuovo sistema di
circolazione con veicoli a decollo verticale; Cyberbank – Banca telematica
utilizzabile con tutti i mezzi di comunicazione; Santi – Programma di
conversione dell’industria bellica; Avatar – Centro mondiale di
ricerche applicate; Rinnovamento – Progetto di
riforma contestuale e programmata dei sistemi umani; Repubblica della Terra –
Governo mondiale eletto dagli abitanti del Pianeta; Dhana – Nuova unità monetaria
di misura del valore; Kayamara – Progetto per
realizzare l’immortalità delle cellule viventi. 284. Il simbolo
del Programma Holos Global System è un triangolo all’interno di un esagono
dal quale partono trenta segmenti racchiusi in un cerchio. 285. Ogni progetto
è del tutto autonomo dagli altri ma fa parte della stessa strategia. 286. Per
realizzare ogni progetto servono idee, risorse, organizzazione. Per idea si
intende soluzione a problemi materiali esistenti. Le risorse sono umane e
materiali. Le risorse umane sono le persone che possono e vogliono
partecipare ad un progetto e svolgere una certa funzione. Le risorse
materiali sono quelle naturali ed il denaro per acquisirle. L’organizzazione
è il sistema di rapporti e di comportamenti da adottare in funzione di un
fine. 287. Le idee sulle
quali sono fondati i progetti ed i programmi di Holos Global System costituiscono
soluzioni alle necessità prevalenti di ogni essere umano. 288. Esse potranno
essere aggiornate ed implementate nel corso della loro concreta
realizzazione. 289. Le risorse
umane e materiali necessarie per realizzare i progetti sono notevoli. 290. Tendenzialmente,
ogni partecipante al progetto dovrà produrre la ricchezza necessaria a
sostenere le proprie esigenze economiche, non tanto perché questo incida
sulle esigenze finanziarie del progetto, quanto perché ognuno deve tenere in
considerazione le proprie esigenze economiche e sapere come soddisfarle. 291. Le risorse
materiali potranno essere tipiche ed innovative. 292. Risorse
materiali tipiche sono il denaro ed i crediti. 293. I crediti
possono essere rappresentati da vendite, prestazioni od obbligazioni. 294. Le risorse
innovative sono fondate su Dhana, la nuova moneta. 295. L’organizzazione
sarà di tipo circolare a cerchi concentrici: un nucleo centrale per il
coordinamento dell’insieme dei progetti ed una struttura per ogni progetto. 296. Le funzioni
essenziali sia del nucleo centrale di coordinamento sia dei nuclei di
coordinamento di ogni progetto saranno sempre idee, risorse, organizzazione. 297. Chi ha ideato
il progetto e lo propone non partecipa alla struttura, che dovrà essere
costituita esclusivamente da tecnici nelle varie mansioni. 298. Per ognuno
dei progetti di Holos Global System si precisano le soluzioni proposte e le
risorse e l’organizzazione per realizzarle. 1) Tejas (Energia) 299. Il livello di
benessere è direttamente proporzionale alla quantità di energia impiegata. La
crescita annuale mondiale della produzione di energia è inferiore all’uno per
cento. Negli ultimi anni è stata del due per mille. Tejas è un programma di
sviluppo mondiale dello sfruttamento dell’energia. Il programma si propone lo
l’utilizzo di tutte le fonti di energia (metano, biomasse, fiumi, cascate,
deserti, foreste, maree, correnti marine, vento, sole, spazio, batteri,
nucleare) e di ricercare nuove soluzioni (motori, impianti, apparati) per
accelerare l’incremento delle sfruttamento delle risorse energetiche. 300. L’aumento
della produzione di energia si ottiene mediante un maggiore sfruttamento
delle risorse naturali. 301. Per la
diffusione ottimale della produzione di energia è necessario realizzare piani
regionali e locali di utilizzazione delle risorse naturali. L’unica risorsa
naturale presente in ogni angolo abitato del Pianeta è l’energia solare. 302. I sistemi di
sfruttamento richiedono impianti di metanizzazione, apparati per produzione
di energia dalle biomasse, dighe, centrali idroelettriche, convertitori del
calore in energia elettrica, sistemi di trasformazione dell’ossido di
carbonio in ossigeno, impianti di sfruttamento delle maree e delle correnti
marine, centrali eoliche, pannelli solari, trasformazione dei raggi gamma in
energia elettrica, centrali nucleari a fusione fredda. 303. Si ribadisce
che il livello di benessere è direttamente proporzionale alla quantità di energia
impiegata. La crescita annuale mondiale della produzione di energia è
inferiore all’uno per cento. Negli ultimi anni è stata del due per mille.
Tejas è un programma di sviluppo mondiale dello sfruttamento dell’energia. Il
programma si propone lo l’utilizzo di tutte le fonti di energia (metano,
biomasse, fiumi, cascate, deserti, foreste, maree, correnti marine, vento,
sole, spazio, batteri, nucleare) e di ricercare nuove soluzioni (motori,
impianti, apparati) per accelerare l’incremento delle sfruttamento delle
risorse energetiche. 304. (Risorse in fase di ricalcolo) 305. Per
promuovere il progetto serve una struttura organizzativa costituita da un
gruppo centrale di 81 addetti e 233 gruppi nazionali da 36 addetti, per un
totale di 8.469 addetti al progetto. 306. Con questa
struttura si può fare sperimentazione, trovare le forme applicative,
promuovere la partecipazione delle imprese, degli stati e dei privati. 2) Udaka (Acqua) 307. Negli ultimi
cinquant’anni la quantità di acqua dolce disponibile per ogni abitante della
Terra si è ridotta a meno della metà. Cause principali sono l’aumento della
popolazione, l’inquinamento ed i cambiamenti climatici globali. La scarsità
di acqua complessivamente disponibile e la sua irregolare diffusione sul
Pianeta rischiano di provocare conflitti e guerre in diverse regioni. L’acqua
dei fiumi e dei laghi utilizzabile è solo il tre per mille dell’acqua dolce
presente sul Pianeta, per il settanta per cento imprigionata in ghiacciai e
nevi permanenti e per il trenta per cento confinata nel sottosuolo. Il
programma Udaka si propone di aumentare la quantità di acqua disponibile e di
migliorare le sua distribuzione. 308. L’aumento
della disponibilità di acqua dolce sul Pianeta si ottiene mediante il
disinquinamento delle risorse esistenti e la realizzazione delle strutture
idonee ad evitare le perdite e gli sprechi. 309. Per dare
acqua a chi ne è privo è necessario trasferire l’acqua dai bacini in cui si trova
e trovare nuove forme per utilizzare quella presente nelle zone attualmente
sprovviste. 310. (Risorse in fase di ricalcolo) 311. Per
promuovere e realizzare il progetto serve un gruppo di coordinamento di 144
addetti e 233 gruppi nazionali di 108 addetti, per un totale di 25.308
addetti. 3) Asana (Cibo) 312. Il programma
Asana prevede l’invio gratuito e la distribuzione di cibo a chi rischia di
morire di fame. Negli ultimi dieci anni il numero di persone che soffrono la
fame si è ridotto di meno del 5% e nei prossimi trent’anni è prevista
un’ulteriore riduzione di poco più del 40%. Oggi 777 milioni di persone
soffrono la fame. È pazzesco pensare che per risolvere questo problema
basterebbe un dollaro al giorno per ogni affamato, 284 miliardi di dollari
all’anno, il 6,5 per mille della ricchezza mondiale prodotta ogni anno. 313. Per risolvere
il problema del cibo bisogna dar da mangiare per tre anni a chi soffre la
fame. 314. In tre anni
si devono creare le condizioni affinché ciascuno sia in grado di produrre
abbastanza per la propria sopravvivenza ed il suo sviluppo. 315. (Risorse in fase di ricalcolo) 316. La struttura
necessaria per realizzare il programma prevede 25.900 centri di produzione di
pasti con 6 addetti (155.400), 77.700 gruppi di distribuzione da 6 persone
(466.200) ed una struttura centrale di
coordinamento di 288 addetti, per un totale di 621.888 addetti. 4) Ayus (Salute) 317. La salute è
una delle condizioni essenziali per vivere bene. Oltre la metà della
popolazione mondiale non gode di sufficiente assistenza sanitaria. Il
programma Ayus prevede interventi a livello di ricerca, terapia e
prevenzione. 318. La salute
fisica richiede ricerca, prevenzione e cura delle malattie. 319. Bisognerà
utilizzare i moderni strumenti di diagnosi rapida ed adottare i ritrovati che
la scienza ci offre. 320. Questo
programma può essere realizzato mediante la partecipazione delle
organizzazioni esistenti, alle quali assicurare le risorse per potenziare le
loro strutture ed affrontare il problema nel suo complesso. 321. (Risorse in fase di ricalcolo) 322. Serve una
struttura organizzativa centrale con 72 responsabili e 28 gruppi regionali
con 144 addetti, per un totale di 4.104 addetti. 5) Jnana (Conoscenza) 323. Analfabetismo
ed insufficiente informazione sono fra le cause principali di povertà e
malessere. Centinaia di milioni di esseri umani non sanno leggere e scrivere
e miliardi di persone non sono raggiunte da adeguata informazione. Il
programma Jnana si propone di aumentare l’informazione globale e di renderla
accessibile per ogni essere umano. 324. Secondo i
dati più recenti, 1,4 miliardi di persone di età superiore a sei anni sono
analfabeti. Per la loro alfabetizzazione servono almeno 7,7 milioni di
strutture scolastiche (30 allievi per 3 ore per 6 turni al giorno), con
almeno 20 milioni di insegnanti (70 allievi per insegnante). Questa è la
dimensione del problema. 325. (Risorse in fase di ricalcolo) 6) Vadana–Karna (Centri di
comunicazione sociale) 326. Per avere successo,
servono idee, risorse, organizzazione e, soprattutto strumenti di
comunicazione. L'attuale tecnologia di comunicazione di massa – giornali,
radio, televisione – inducono i destinatari ad un processo di aggregazione,
cioè ad una sorta di imitazione e non, invece, alla partecipazione per
emulazione. La differenza tra imitazione ed emulazione è enorme. Si imita per
«sentirsi» come un altro, per assumerne identici atteggiamenti, fingendo di
essere come in realtà non si è. Si «emula» per comprendere come pensare e
come agire per realizzare se stessi, per essere realmente come si vuole
essere. L'imitatore non ha l'obiettivo di essere, non ha la volontà di
essere, ma piuttosto di apparire. L'emulatore «vuole» essere e per diventare
quello che vuole essere cerca di comprendere il processo logico che altri
hanno adottato per essere e lo adatta alle proprie qualità, ai propri
attributi. Potrà avere o non avere riconosciuto il suo essere, ma se avrà
voluto essere ed emulato abbastanza per essere, sentirà di essere come
realmente è. 327. L'essere
riconosciuto è il potere di essere rispetto agli altri, l'essere non
riconosciuto è l'essere senza potere rispetto agli altri, ma non è certamente
non essere. Le parti prevalenti – che sono ed hanno il potere di essere –
della struttura del nostro sistema esercitano il loro potere affinché noi
pensiamo di potere senza essere. In tal modo, quelle parti continueranno ad
essere ed avere il potere di essere e noi continueremo a pensare di potere
senza essere, essendo poco e potendo quasi nulla. Per essere, quindi, bisogna
volere e bisogna emulare. Per potere bisogna essere e bisogna farsi emulare,
attraverso un processo dialettico, del tipo socratico, mediante il quale si
confrontano le esigenze e le idee per soddisfarle, si ricevono, si producono
e si esternano informazioni su come sia meglio – o meno peggio – fare. Per
realizzare questo processo dialettico servono spazi nei quali più persone
possano liberamente incontrarsi e confrontarsi. Questi sono gli scopi di una
rete di centri di comunicazione in collegamento costante tra di essi. 328. Il programma
Vadana-Karna prevede ritrovi interattivi su tutto il Pianeta, istituiti in
base a parametri demografici equivalenti sul territorio. Ogni ritrovo potrà
ospitare circa 250 persone che potranno comunicare e confrontarsi con gli
ospiti di tutti gli altri ritrovi.Una tale struttura può essere autogestita
dagli stessi partecipanti, mediante il modesto apporto di circa 500 euro
all'anno, sufficienti ad ospitare anche quelle persone – circa un terzo – che
non possono sostenere alcun costo ma che sono disponibili ed interessate a
partecipare, eventualmente prestando il loro lavoro al posto del contributo. 329. I centri di
comunicazione sociale sono strumenti dialettici interattivi che consentono
a gruppi di persone in ogni parte del
mondo di entrare in contatto, parlare e discutere fra di loro. 330. (Risorse in fase di ricalcolo) 7) Karoti (Piani di produzione) 331. Da circa
diecimila anni l’essere umano produce per vivere. Prima cibo, poi mezzi di
produzione, quindi prodotti finiti. La produzione è il mezzo per soddisfare
bisogni e desideri materiali, spesso vitali. Il programma Karoti prevede una
mappatura delle esigenze e possibilità produttive delle diverse regioni del
Pianeta ed un piano globale di investimenti per adeguare la loro capacità
produttiva, tenendo conto delle caratteristiche storiche e sociali delle
popolazioni. 332. I piani di
produzione regionali e settoriali servono ad individuare i progetti di sviluppo
che si devono realizzare per gruppi di Paesi ed in quali settori. 333. Le regioni
sono: 1) America Nord, 2) America Centro Nord, 3) America Centrale, 4)
America Centro Sud, 5) America Sud, 6) Europa Nord, 7) Europa Centro, 8)
Europa Sud, 9) Medio Oriente 10) Asia Nord Occidentale, 11) Asia Nord
Orientale, 12) Asia Centrale, 13) Asia Sud Occidentale, 14) Asia Sud
Orientale, 15) Asia Sud, 16) Australia, 17) Africa Nord Occidentale, 18)
Africa Nord Orientale, 19) Africa Centrale, 20) Africa Sud Occidentale, 21)
Africa Sud Orientale, 22) Africa Sud. 334. Per ogni
regione serve un gruppo di 36 addetti, coordinati da un centro con 144
addetti, per un totale di 936 persone. 335. (Risorse in fase di ricalcolo) 8) Tetrakos (Progetti economici
nazionali) 336. Ogni Paese ha
le sue peculiarità ed ogni popolo ha le sue esigenze. Il programma Tetrakos
si propone di promuovere progetti economici nazionali in ogni Paese. I
progetti economici nazionali sono piani di sviluppo della produzione e dei
servizi. Essi prevedono l’istituzione di nuove imprese per aumentare la
produzione e creare lavoro. 337. I progetti
economici nazionali servono a realizzare progetti di sviluppo tenendo conto
della regione in cui si trova ogni Paese e dei programmi già impostati dalle
sue istituzioni nazionali. 338. Serve una
struttura costituita da 48 addetti per ciascuno dei 233 Paesi, coordinati da
un gruppo centrale di 700 addetti, per un totale di 11.884 addetti. 339. (Risorse in fase di ricalcolo) 9) Nava (Promozione nuove
imprese) 340. L’economia è
fondata sull’impresa. Nessun progetto potrà mai essere realizzato senza la
base sulla quale si fondano le attività da svolgere. Il programma Nava si
propone di promuovere e realizzare nuove imprese in ogni Paese, con la
partecipazione dei lavoratori alla loro gestione. Una parte del capitale di
ogni impresa sarà detenuta da un ente i cui associati saranno i lavoratori
dell’impresa stessa per tutto il tempo in cui presteranno la loro opera per
essa. 341. Per
sviluppare la produzione e l’economia servono dunque imprese. 342. Sono previste
342.000 nuove imprese per 83 milioni di addetti in tre anni, più altri 64
milioni di addetti nei successivi tre anni. 343. (Risorse in fase di ricalcolo) 10) Varga (Impresa universale) 344. Sviluppo,
recessione e ripresa sono i cicli economici fondamentali dell’economia. I
cicli sono dovuti a molteplici fattori, fra i quali il rapporto fra offerta
di beni e domanda solvibile di mercato. 345. Il programma Varga prevede
per ogni Paese un gruppo di imprese operanti in diversi settori coordinate da
un solo centro. 346. Il progetto
dell’impresa universale è una soluzione per evitare ed eventualmente superare
le crisi cicliche dei sistemi economici. 347. (Risorse in fase di ricalcolo) 348. Nell'impresa
universale sono inizialmente occupati complessivamente circa 50 milioni di
lavoratori, con un indotto di almeno 100 milioni di addetti nelle imprese
rapportate. Nei successivi tre anni dall'inizio delle attività, dopo il
consolidamento dell'iniziativa, si prevede il raddoppio del numero d'occupati
e del valore della produzione. 11) Karana (Mezzi di
produzione) 349. Oltre quattro
miliardi di esseri umani, circa tre quarti della popolazione del Pianeta, non
hanno sufficiente capacità di trasformare risorse in prodotti. Servono
macchinari, impianti ed attrezzature per l’agricoltura e per l’industria.
Karana è un programma di sviluppo mondiale dei mezzi di produzione. Il programma prevede sinergie con i programmi
Karoti (piani di produzione), Tetrakos (progetti economici nazionali) e Nava
(promozione nuove imprese). 350. (Risorse in fase di ricalcolo) 12) Bhaks (Prodotti durevoli) 351. I prodotti
durevoli sono i beni non produttivi ad utilizzazione continuata. Il programma
Bhaks ha individuato alcune centinaia di prodotti di uso comune che rendono
più gradevole la vita sociale e civile. Una parte dei macchinari, impianti ed
attrezzature previsti dal programma Karana sarà destinata alla produzione di
prodotti durevoli. 352. (Risorse in fase di ricalcolo) 13) Seva (Servizi) 353. I servizi
sono oggi una componente essenziale della produzione e del mercato ed in
generale dei rapporti sociali ed economici. Il programma Seva si propone di
incrementare la diffusione dei servizi sul Pianeta e di ridurre sensibilmente
il loro costo mediante un sistema accessibile a tutti. 354. (Risorse in fase di ricalcolo) 14) Ecology (Ambiente) 355. L’inquinamento
dell’aria, dell’acqua e del suolo hanno già provocato consistenti modifiche
nel clima e nell’ambiente naturale del Pianeta. Il programma Ecology si
propone di produrre senza inquinare, di sollecitare consumi senza distruggere
l’ambiente e di accelerare, con la tecnologia necessaria, il processo di
ripristino delle condizioni esistenti cinquant’anni fa. 356. (Risorse in fase di ricalcolo) 15) Kosa (Finanziamenti
all’economia reale) 357. Oltre il 90%
delle attuali transazioni finanziarie avvengono all’esterno dell’economia
reale e non riguardano merce. 358. Il programma Kosa si propone
di trasferire parte della massa monetaria attualmente impiegata per altri
scopi nella economica reale, alle imprese che producono beni e servizi. 16) Cinoti (Raccolta risparmio) 359. Il progetto
Cinoti ha lo scopo di sollecitare il risparmio a scopi produttivi, facendo
partecipare i risparmiatori al sistema delle imprese che producono e
distribuiscono beni e servizi con garanzia totale del rimborso del capitale
impiegato. 17) Parasparam (Reinvestimento
ricchezza) 360. Il programma
Parasparam (in sanscrito, parasparam significa reciprocità) si propone di
sollecitare la destinazione a scopi produttivi della massima ricchezza
possibile prodotta dalle imprese, mediante un sistema che consente forti
vantaggi a chi investe e limita il rischio di impresa derivante dai nuovi
investimenti. 18) Synergy (Rapporti societari
e commerciali) 361. Synergy è un
sistema di rapporti reciproci fra imprese che producono e commercializzano
beni che attraverso una accelerazione dell’informazione consente di ridurre i
tempi ed i costi commerciali, produttivi e finanziari. 19) Vencap
(Venture capital) 362. Generalmente
le imprese riescono a produrre ed a vendere meno di quanto potrebbero. La
differenza fra potenziale produttivo e produzione effettiva è un potenziale
inespresso, inutilizzato. Il programma Vencap si propone di offrire alle
imprese esistenti la possibilità di coprire il potenziale produttivo
inespresso. 20) Vikraya (Clearing
internazionale) 363. Vikraya
prevede un sistema di regolamento delle transazioni commerciali
internazionali attraverso un processo di baratti mediante un centro di
compensazione consortile mondiale. 21) Stellar (Sistema
informativo via etere) 364. Il progetto
Stellar prevede un sistema informativo via etere che, mediante satelliti
geostazionari, consentirà ad ogni essere umano di ottenere in tempo reale una
risposta a qualsiasi domanda per la quale esiste già una risposta. Nello
stesso tempo il sistema potrà arricchire le attuali conoscenze con le
informazioni provenienti dagli utenti stessi. 365. (Risorse in fase di ricalcolo) 22) Eka (Sicurezza personale) 366. Eka prevede
un sistema di sicurezza personale mediante il quale ogni persona potrà
collegarsi ad una rete di unità di intervento diffuse su tutto il Pianeta ed essere
rapidamente soccorsa in caso di urgente bisogno. 367. (Risorse in fase di ricalcolo) 23) Pat-Patati (Circolazione
aerea) 368. Pat–Patati
prevede un sistema di circolazione aerea di massa con un veicolo a decollo
verticale (Air-X) collegato ad una rete di controllo del traffico che
garantirà la sicurezza dei voli ed un apparato che consente a qualsiasi
persona di volare. 369. (Risorse in fase di ricalcolo) 24) Cyberbank (Banca
telematica) 370. CyberBank
prevede un sistema tele–informatico mediante il quale sarà possibile
effettuare pagamenti e riscossioni presso qualsiasi banca mediante un
semplice cellulare. 371. È stata predisposta la
struttura hardware e sono stati presi i primi contatti con il sistema
bancario. 25) Santi (Conversione
industria bellica) 372. Il programma
Santi prevede la conversione dell’industria bellica in altre attività
produttive tra le quali la produzione di meccanismi ed apparati
elettromedicali ed organi artificiali. Si stanno studiando gli esiti di
numerose ricerche e successivamente saranno definiti i processi di
riconversione. 26) Avatar (Centro mondiale
ricerche) 373. Il progetto
Avatar prevede la diffusione di un centro mondiale di ricerche che sarà
utilizzato da enti pubblici e privati per compiere scelte economiche e produttive. 374. (Risorse in fase di ricalcolo) 27) Rinnovamento (Progetto di
riforma del sistema umano) 375. Il progetto
di Rinnovamento prevede la riforma contestuale e programmata dei rapporti e
dei comportamenti attraverso la modifica della struttura del sistema
gerarchico mediante un processo dialettico fra tutte le persone. 28) Repubblica della Terra
(Governo democratico mondiale) 376. La Repubblica
della Terra è un sistema di governo democratico al quale possono partecipare
tutti gli abitanti del Pianeta. 377. È stata
fondata il primo gennaio 2001. La Costituzione della Repubblica della Terra
enuncia i principi di un sistema di rapporti umani fondato sulla pace, sul
benessere, sulla libertà, sulla democrazia e sulla solidarietà. Le Disposizioni
di attuazione della Costituzione prevedono le regole da applicare fino a
quando non sarà eletta l’Assemblea Internazionale ed il Governo Mondiale. 378. L'istituzione
della Repubblica della Terra, come governo planetario, con il compito di unificare
i processi di sviluppo, non deve essere confusa con una sorta di nuovo
impero, ma come forma alternativa rispetto a tale prospettiva. 379. La Repubblica
della Terra non riafferma il primato di un nuovo stato ma conferma e
soprattutto realizza la sovranità dei popoli su tutti gli stati. L'idea che
gli esseri umani possano raggiungere ad un certo momento un sufficiente
autocontrollo senza bisogno di interventi da parte di una autorità risale al
tempo dell'origine dello stato, considerato come mezzo per promuovere lo
sviluppo della massima responsabilità individuale. Ma, come di consueto,
quando lo strumento – lo stato – si è affermato, è esso stesso diventato
fine, per il solito discorso che ogni parte del sistema tende al proprio
massimo potenziamento finché non lo ha raggiunto. 380. Concettualmente
e storicamente, questa strategia non consente di superare lo stato, proprio
perché la sostituzione di una classe dominante con un'altra non può
realizzare il suo massimo potenziamento e, quindi, non riesce a modificare la
visione di stato come fine. 381. Solo con il
suo massimo potenziamento, lo stato può essere riportato alla sua funzione
originaria di promotore della massima responsabilità di ciascun individuo,
perché solo al massimo potenziamento dello stato – inteso come stato
democratico – può coincidere la massima responsabilità di ciascun individuo,
rendendo così inutile l'esistenza stessa dello stato. 382. L'idea della
Repubblica della Terra considera perciò che l'esaurimento dello stato possa
essere ottenuto attraverso organismi democratici con il compito di
intervenire laddove gli stati non hanno mai potuto, per superare i loro
limiti nell'esercizio della funzione di contribuire allo sviluppo della
massima responsabilità degli abitanti del Pianeta, per realizzare una
situazione in cui la convivenza sia fondata solo sulle regole spontaneamente
accettate ed adottate, senza più bisogno di interventi da parte di una
qualsivoglia autorità precostituita come sono, appunto, gli stati. 383. La Repubblica
della Terra deve essere intesa, dunque, come una nuova istituzione e non come
una sovrapposizione rispetto agli stati. E deve partire dalla base, dagli
abitanti della Terra, non certamente dagli stati esistenti, altrimenti si
tratterebbe di un'organizzazione di stati e non di un'organizzazione di
cittadini. 384. In questa
visione, la Repubblica della Terra è espressione dei popoli della Terra, anzi
«del popolo della Terra», il quale, riconoscendosi in un insieme di valori di
riferimento, intende trasformare questi valori in caratteri pragmatici: prima
indotti, attraverso il processo di emulazione, dall'azione della nuova
istituzione; poi, spontaneamente adottati da ogni parte (da ogni individuo),
nel momento stesso in cui ogni parte realizza il proprio massimo potenziamento
individuale. 385. Come ogni
realtà ha un inizio ed una fine, così lo stato, che ha avuto inizio per
necessità, troverà la sua fine solo quando non esisterà più la necessità. 386. Per affermare
una tale istituzione bisogna dimostrare i vantaggi che derivano dalla sua
fondazione ed impiegare una forza adeguata per farla partire dal basso e per
divulgarne la forma e lo scopo. 387. Non sarà
possibile che anche la Repubblica della Terra si trasformi essa stessa in
fine, proprio perché è nel suo carattere la tendenza al massimo potenziamento
e, di conseguenza, la propria dissoluzione finale. Ed è proprio questo
fine–obiettivo di autodissoluzione finale che impedisce la trasformazione
della sua natura di mezzo in fine. 388. L'obiettivo della
dissoluzione finale attraverso il massimo potenziamento costituisce in sé la
garanzia che la Repubblica della Terra non potrà agire per consolidare il suo
potenziamento, ma solo come mezzo per potenziare i partecipanti allo scopo,
appunto, di poter realizzare la propria dissoluzione. 29) Dhana (Moneta mondiale) 389. Il valore è
la capacità delle cose di soddisfare necessità. La misura del valore è il
rapporto fra cose e necessità. L’unità di misura del valore è la grandezza
sulla base della quale si calcola il rapporto fra una cosa e la necessità che
soddisfa. 390. La moneta è
unità di misura del valore. Dhana è l’unità monetaria di misura del valore
reale dei beni materiali ed immateriali. La sua base economica è costituita
da capitali di imprese, cioè da mezzi di produzione. 391. Ogni risorsa
ha un valore perché serve a soddisfare necessità. Mentre alcune risorse
naturali hanno una capacità sufficiente a soddisfare necessità senza alcuna
attività umana, altre hanno invece bisogno di essere trasformate per assumere
la capacità di soddisfare bisogni, desideri ed emulazioni. 392. L’istinto, la
memoria e la forza fisica sono risorse umane capaci di soddisfare le
necessità di preservare, di ricordare e di muoversi. L’aria e l’acqua, se
sono pure, diversi frutti della natura e le caverne sono risorse ambientali
capaci di soddisfare le necessità di respirare, dissetarsi, nutrirsi e
ripararsi. 393. Diverse
facoltà mentali devono essere sviluppate affinché assumano la capacità di
intendere, pensare, giudicare e dedurre. Molti frutti non sono utilizzabili
allo stato naturale se non vengono coltivati o trasformati. L’erba verde non
è commestibile se non viene trasformata. La calce non può servire da riparo
se non viene trasformata in case. 394. E così tante
altre risorse naturali non hanno di per sé la capacità di soddisfare
necessità se non vengono trasformati in prodotti. Per farlo, serve attività
umana, serve lavoro. Il lavoro umano è il mezzo con cui si impiegano energia
fisica ed intellettuale umana. 395. Quasi tutte
le risorse naturali non avrebbero valore e non potrebbero soddisfare
necessità se non venissero trasformate in prodotti mediante il lavoro. Perciò
il lavoro è ciò che produce valore perché è il lavoro che rende le cose
capaci di soddisfare necessità. 396. Nel definire
una unità di misura del valore non solo non si può prescindere dal lavoro che
è intrinseco alle cose (prodotti) ma il lavoro assume nella quasi totalità
delle cose il carattere di essenzialità perché le stesse abbiano valore. 397. Il valore non
è un dunque un rapporto fra due o più cose ma fra cose e necessità. La misura
del valore di una cosa dipende dalla quantità di lavoro di una certa qualità
impiegata nell’unità di tempo per il tempo impiegato per trasformarla nello
stato in cui può soddisfare una necessità. 398. La moneta è
unità di misura del valore. Da che cosa può essere rappresentata questa unità
di misura se non da unità di lavoro? Possiamo allora definire la moneta, in
quanto unità di misura di valore, come unità di misura di lavoro. Per una
moneta che abbia come base monetaria il lavoro, l’unità di misura monetaria
sarebbe una quantità di lavoro di una certa qualità. 399. Mentre è
possibile stabilire esattamente il tempo impiegato nel lavoro, non è
possibile definire parametri precisi per la quantità e la qualità di lavoro
nell’unità di tempo. Perciò si dovranno usare i termini quantità normale di
lavoro e qualità media del lavoro. Definiamo allora l’unità monetaria che
misura il valore come una quantità normale di lavoro di qualità media per un
certo tempo. La grandezza di tale unità monetaria è direttamente
proporzionale al risultato che si ottiene. Maggiore sarà la produttività,
maggiore sarà il valore del lavoro, maggiore sarà la grandezza dell’unità
monetaria. 400. Dhana è l’unità
monetaria che misura l’unità di lavoro, intesa come quantità normale di
lavoro di qualità media per un certo tempo. 401. Aumentando la
produttività aumenterà il valore di Dhana. 402. Dhana è stata
introdotta il 14 giugno 2001, con la emissione dei primi 6 miliardi di Dhana,
garantiti da un capitale di 150 miliardi di Euro. Successivamente sono stati
emessi altre Dhana. È prevista la emissione di circa 500 miliardi di Dhana,
100 per ogni assegnatario più il 5% per iniziative umanitarie. 403. Inizialmente Dhana aveva
il cambio fisso di 1 Dhana per 25 Euro, poi sostituito con quello di 1 Dhana
per 1 grammo di Platino 999/1000. 30) Kayamara (Immortalità) 404. Si muore di
fame, di sete, di stenti, di malattia, di invecchiamento. Si muore per
incidenti, per atti di violenza e di guerra. Si muore. Qualunque sia la
causa, si muore. L’uomo e la donna, il giovane e l’anziano, il povero ed il
ricco, il colto e l’ignorante, il bello ed il brutto, il buono ed il cattivo,
il pacifico ed il violento, il furbo e lo stupido. Tutti gli esseri umani
muoiono. Per sempre. Si può vivere da un solo secondo ad oltre cent’anni ma
poi si muore. Siamo abituati alla morte. La consideriamo ineluttabile.
Pensiamo sia impossibile non morire. Anche per questo moriamo. 405. Invece di ribellarci
a questa sconfitta della vita, noi immaginiamo una vita dopo la morte. È una
visione mistica. È la negazione della ragione. Il programma Kayamara si
propone di sconfiggere la morte fisica. È una pazzia? È più matto chi si
ribella alla morte e si impegna per sconfiggerla o chi l’accetta supinamente
e si arrende ad essa? Vincere la morte è impossibile? Dobbiamo vivere per
morire? 406. No, noi
possiamo vivere per non morire. Per vincere la morte dobbiamo innanzitutto
credere che sia possibile, poi dobbiamo impegnarci per farlo diventare
probabile. Ogni essere umano può partecipare a questo programma. Per amore
verso se stesso e verso le persone che ama. Lasciar morire se stessi e chi si
ama è una pazzia, è una responsabilità che nessuno di noi dovrebbe assumersi.
Per sconfiggere la morte bisogna che non sia più necessario morire. 407. (Risorse in fase di ricalcolo) Titolo
XII
Struttura organizzativa 408. Il Programma
Holos Global System è elaborato e proposto da un Nucleo Centrale, che si
avvale delle informazioni provenienti da fonti attendibili e del parere della
struttura organizzativa adottata per la realizzazione del Programma stesso. 409. Ciascun
Progetto del Programma Holos Global System è promosso in ogni Paese. 410. Il Programma e
ciascun Progetto sono coordinati per Paese, per gruppi di Paesi, per
Continente e su tutto il Pianeta. 411. La promozione
di ciascun Progetto per ogni Paese è affidata a Responsabili Nazionali di
Progetto. 412. Il
coordinamento di ciascun Progetto per ogni Paese è affidato a Coordinatori
Nazionali di Progetto. 413. Il
coordinamento di ciascun Progetto per ogni gruppo di Paesi è affidato a
Coordinatori Internazionali di Progetto. 414. Il
coordinamento di ogni Progetto per ogni Continente è affidato a Coordinatori
Continentali di Progetto. 415. Il
coordinamento di ogni Progetto su tutto il Pianeta è affidato a Coordinatori
Centrali di Progetto. 416. Il
coordinamento del Programma per ogni Paese è affidato a Coordinatori
Nazionali del Programma. 417. Il coordinamento
del Programma per ogni gruppo di Paesi è affidato a Coordinatori
Internazionali del Programma. 418. Il
coordinamento del Programma per ogni Paese è affidato a Coordinatori
Continentali del Programma. 419. Il
coordinamento del Programma su tutto il Pianeta è affidato a Coordinatori
Centrali del Programma. 420. I
Responsabili Nazionali ed i Coordinatori Nazionali, Internazionali e
Continentali sono organizzati in Gruppi di tre persone, che si rapportano e
comunicano reciprocamente con gli altri Gruppi tramite un componente del
Gruppo che si avvicenda ogni quadrimestre con funzione di Referente di
Gruppo. 421. Ogni
iniziativa e decisione di ciascun Gruppo è presa in modo collegiale. 422. La struttura
di Holos Global System richiede: - 558 componenti del Nucleo
Centrale organizzato in 186 Gruppi; - 37.535.721 Responsabili
Nazionali di Progetto organizzati in 12.511.907 Gruppi; - 21.060 Coordinatori Nazionali
di Progetto organizzati in 7.020 Gruppi; - 1.710 Coordinatori
Internazionali di Progetto organizzati in 570 Gruppi; - 450 Coordinatori Continentali
di Progetto organizzati in 150 Gruppi; - 90 Coordinatori Centrali di
Progetto organizzati in 30 Gruppi; - 702 Coordinatori Nazionali
del Programma organizzati in 234 Gruppi; - 57 Coordinatori
Internazionali del Programma organizzati in 19 Gruppi; - 15 Coordinatori Continentali
del Programma organizzati in 5 Gruppi; - 3 Coordinatori Centrali del
Programma organizzati in un Gruppo. Titolo
XIII
Funzioni 423. I
Responsabili Nazionali di ciascun Progetto svolgono nel Paese in cui operano
tre funzioni fondamentali: a) analizzare i problemi
specifici relativi al Progetto di cui si occupano; b) verificare le soluzioni
previste dal Progetto relativamente ai problemi analizzati; c) promuovere, realizzare e
gestire le iniziative previste dal Progetto. 424. I
Coordinatori Nazionali di ciascun Progetto svolgono tre funzioni fondamentali
relative al Paese in cui operano: a) coordinare il Progetto e
dirigere i Responsabili Nazionali di Progetto; b) stabilire la prassi più
idonee per realizzare il Progetto; c) assumere e far assumere
tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto. 425. I
Coordinatori Internazionali di ciascun Progetto svolgono tre funzioni
fondamentali relative al gruppo di Paesi in cui operano: a) coordinare il Progetto e
dirigere le attività dei Coordinatori Nazionali di Progetto; b) stabilire la prassi più
idonee per realizzare il Progetto; c) assumere e far assumere
tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto. 426. I
Coordinatori Continentali di ciascun Progetto svolgono tre funzioni
fondamentali relative al Continente in cui operano: a) coordinare il Progetto e
dirigere le attività dei Coordinatori Internazionali del Progetto; b) stabilire la prassi più
idonee per realizzare il Progetto; c) assumere e far assumere
tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto. 427. I
Coordinatori Centrali di ciascun Progetto svolgono tre funzioni fondamentali
relative all’intero Pianeta: a) coordinare il Progetto e
dirigere le attività dei Coordinatori Continentali del Progetto; b) stabilire la prassi più
idonee per realizzare il Progetto; c) assumere e far assumere
tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto. 428. I
Coordinatori Nazionali del Programma svolgono tre funzioni fondamentali
relative al Paese in cui operano: a) coordinare il Programma e
dirigere l’insieme dei Coordinatori Nazionali di tutti i Progetti; b) stabilire le priorità e le
strategie nella realizzazione di ciascun Progetto; c) assumere e far assumere
tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto. 429. I
Coordinatori Internazionali del Programma svolgono tre funzioni fondamentali
relative al gruppo di Paesi in cui operano: a) coordinare il Programma e
dirigere l’insieme dei Coordinatori Internazionali di tutti i Progetti; b) stabilire le priorità e le
strategie nella realizzazione di ciascun Progetto; c) assumere e far assumere
tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto. 430. I Coordinatori
Continentali del Programma svolgono tre funzioni fondamentali relative al
Continente in cui operano: a) coordinare il Programma e
dirigere l’insieme dei Coordinatori Continentali di tutti i Progetti; b) stabilire le priorità e le strategie
nella realizzazione di ciascun Progetto; c) assumere e far assumere
tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto. 431. I
Coordinatori Centrali del Programma svolgono tre funzioni fondamentali
relative all’intero Pianeta: a) coordinare il Programma e
dirigere Coordinatori Centrali di tutti i Progetti; b) stabilire le priorità e le
strategie nella realizzazione di ciascun Progetto; c) assumere e far assumere
tutte le iniziative più idonee per realizzare il Progetto. Titolo
XIV
Conferimento di incarico 432. I Responsabili
Nazionali di ciascun Progetto sono nominati dai Coordinatori Nazionali del
Programma anche su proposta dei Coordinatori Nazionali del Progetto. 433. I Coordinatori
Nazionali di ciascun Progetto sono eletti dai Responsabili Nazionali del
Progetto. 434. I Coordinatori
Internazionali di ciascun Progetto sono eletti dai Coordinatori Nazionali del
Progetto. 435. I Coordinatori
Continentali di ciascun Progetto sono eletti dai Coordinatori Internazionali
del Progetto. 436. I Coordinatori
Centrali del Progetto sono nominati dal Nucleo Centrale anche su proposta dei
Coordinatori Continentali del Progetto. 437. I Coordinatori
Nazionali del Programma sono eletti dai Coordinatori Nazionali di tutti i
Progetti. 438. I Coordinatori
Internazionali del Programma sono eletti dai Coordinatori Internazionali di
tutti i Progetti. 439. I Coordinatori
Continentali del Programma sono eletti dai Coordinatori Continentali di tutti
i Progetti. 440. I Coordinatori
Centrali del Programma sono nominati dal Nucleo Centrale anche su proposta
dei Coordinatori Continentali del Programma. Titolo XV Fasi di attuazione 441. Diffusione
programma – Il programma è diffuso mediante tutti i mezzi di comunicazione e
soprattutto con l’antico metodo da bocca ad orecchio. 442. Comprensione
progetti – I progetti costituiscono soluzioni possibili a problemi reali
esistenti, quindi per comprendere i progetti bisogna conoscere i problemi e
ricercare le loro origini e le loro cause. 443. Analisi
situazioni – L’analisi dei problemi deve essere compiuta tenendo conto dei
contesti in cui si manifestano. 444. Studio
origini problemi – L’origine dei problemi è il momento temporale in cui per
la prima volta si è manifestato. 445. Studio cause
problemi – La causa di un problema è l’evento che ha provocato come effetto
il problema stesso. 446. Effetti dei
problemi – Gli effetti dei problemi sono i nuovi problemi provocati dai
problemi esistenti, in un’infinita concatenazione di cause ed effetti. 447. Proposizione obiettivi
– Darsi degli obiettivi significa manifestare la volontà di risolvere
problemi, poiché l’obiettivo è la manifestazione di volontà di risolvere una
situazione. 448. Ideazione
soluzioni – L’ideazione delle soluzioni è il risultato del processo logico-deduttivo
mediante il quale si analizza una situazione per migliorarla. 449. Definizione
strumenti – Ogni soluzione può essere realizzata solo mediante l’impiego di
determinati mezzi esistenti o da produrre. 450. Promozione
consenso – Il consenso di promuove attraverso il processo dialettico fondato
sulla verità conoscibile dimostrabile e la buona fede. 451. Trasferimento
risorse materiali – L’equo riequilibrio della distribuzione delle risorse
naturali e dell’energia è presupposto indispensabile per produrre risultati
utili a tutti. 452. Formazione
risorse umane – Chi partecipa al programma deve riconoscere la necessità di
saper trasformare l’idea in atto e le risorse naturali in prodotto mediante
l’impiego di energia. 453. Partecipazione
– Partecipare al progetto significa far parte della struttura unitaria
organizzata necessaria alla sua realizzazione. 454. Impostazione
strategia – La migliore strategia è l’utilizzo dei mezzi più idonei rispetto
alla visione d’insieme di ciò che si vuole ottenere. 455. Attuazione
soluzioni – La realizzazione concreta delle soluzioni presuppone la massima
elasticità dell’organizzazione e la massima responsabilità di chi ne fa
parte. 456. Superamento
ostacoli – Il livello di superamento degli ostacoli dipende dal rapporto fra
interesse soggettivo ed interesse comune rispetto al programma nel suo
insieme e ad ogni progetto in particolare. 457. Verifica
risultati – L’analisi dei risultati, siano essi più o meno positivi o
negativi, consente di comprendere che si sarebbe potuto fare meglio o meno
peggio. 458. Consolidamento
risultati – Mai credere di avere ottenuto un risultato definitivo! 459. Reimpiego
risorse – Ogni risultato deve essere considerato mezzo per realizzare nuovi
risultati. 460. Rilancio
sviluppo – Qualunque sia il risultato, utilizzarlo sempre in funzione degli
obiettivi del programma. Titolo
XVI
Regolamenti 461. Sono stabiliti da appositi Regolamenti: a)
le procedure da seguire per realizzare i singoli Progetti; b) i rapporti fra i partecipanti al Programma Holos Global System e fra
di essi e con l’esterno; c) i rapporti sociali ed
economici dei partecipanti al programma; d) le azioni da compiere nei
confronti della struttura organizzativa; e) le contro-reazioni da
compiere rispetto alle reazioni provenienti dall’interno e dall’esterno della
struttura. Allegato
Glossario Abbigliamento – Complesso degli indumenti e degli accessori che si
indossano. Accelerazione – Rendere più
rapido, più svelto. Accordo – Unione armonica di sentimenti,
opinioni ed idee ed anche incontro di più volontà per costituire o estinguere
un rapporto giuridico. Accumulo – Progressivo aumento
di potenza. Addetto – Chi è assegnato ad
una funzione o ad un compito particolari. Adottare – Scegliere, accettare,
fare proprio. Aggregazione – Associazione,
unione di parti di uno o più sistemi. Annichilire – Ridurre al
niente, annientare. Area – Territorio o zona
geografica che comprende più Paesi. Armonia – Combinazione di
elementi diversi che produce effetti piacevoli ai sensi ed anche concordia di
idee, sentimenti e forme. Atto – Ciò che si realizza
mediante l’azione. Avulso – Staccato. Azione – L’agire, l’operare. Austerità – Rigida e severa
norma di vita. Avvicendarsi – Alternarsi con
metodo e sistematicità. Base – Principio, fondamento,
regola fondamentale. Base economica – Regola
fondamentale di un sistema economico. Base sociale – Regola
fondamentale di un sistema sociale. Bisogno – Necessità da cui
derivano stimoli a compiere azioni. Carattere – Insieme dei tratti
psichici, morali e comportamentali di una persona, che la distingue dalle
altre. Causa – Ciò che è origine,
motivo, ragione determinante di qualcosa e che rappresenta l'esito di cause e
di fatti da cui deriva come conseguenza. Circolare – Che ha forma di
circolo. Codice – Insieme delle regole
di comportamento e di azione. Complesso – Risultato
dall'unione di varie parti o che si manifesta sotto molteplici e contrastanti
aspetti ed anche insieme di più parti od elementi. Comportamento – Modo di comportarsi,
condotta. Comunicato – Comunicazione
ufficiale di notizia. Comunicazione – Ciò che si
porta a conoscenza, annuncio. Condotta – Modo di condurre o
svolgere un lavoro o un'azione. Concatenazione – Collegamento
reciproco di fatti od eventi. Controreazione – Risposta ad
una reazione con un’azione. Convenzione – Nel diritto
internazionale, incontro di volontà tra più soggetti su questioni di comune
interesse; ed anche patto, trattato, intesa generale per la quale si
stabilisce di attribuire a un dato fenomeno determinate caratteristiche. Coordinare – Disporre insieme
vari elementi in vista del fine che si intende raggiungere. Coordinatore – Chi coordina. Decadimento – Disintegrazione o
trasformazione. Deduzione – Procedimento logico
consistente nel derivare da una premessa una conclusione che ne rappresenta
la conseguenza necessaria o conclusione, ipotesi, supposizione. Definizione – Spiegazione del
significato dei vocaboli Desiderio – Aspirazione verso
ciò di cui si sente la mancanza. Dirigere – Guidare e
disciplinare attività, enti e persone. Disciplina – Adempimento dei
doveri derivanti da una funzione o da una mansione in relazione ad un
complesso di norme che regolano i comportamenti. Disciplinato – Che osserva la
disciplina e che si svolge con ordine, col rispetto delle norme stabilite. Disequilibrio – Assenza di
equilibrio. Disgregazione – Frantumazione,
disunione di parti di una unità o di un sistema. Effetto – Ciò che è conseguenza
di una causa. Egemonia – Supremazia,
preminenza, predominio. Elicoidale – Forma curva di un
cilindro o di un cono che incontra le generatrici sotto angolo costante e
sistema rotante che agisce da propulsore o da mezzo sostentatore. Emulazione – Desiderio e sforzo
di eguagliare o superare qualcuno. Endogeno – Che proviene
dall’interno di un organismo. Equilibrio – Stato stabile,
instabile o indifferente che assume qualcosa quando tutte le forze applicate
danno risultante e momento nulli ed anche capacità di comportarsi con misura
e controllo di sé. Esogeno – Che proviene
dall’esterno di un organismo. Essere – Esprime l’essenza, la
realtà. Fatto – Azione o atto concreto
ed anche risultato di azioni. Finalità – L'essere ordinato a
un fine, a uno scopo. Finalizzare – Attribuire
un fine, uno scopo a qualcuno o a qualcosa. Fondamentale – Ciò che serve di
fondamento, che riveste importanza basilare, essenziale. Forma – Principio astratto
contrapposto a quello di materia, di sostanza, di contenuto ed anche aspetto
esteriore di qualcosa, determinato dalla superficie e dalle linee che ne
segnano il contorno o dalla disposizione degli elementi che la compongono. Funzione – Attività determinata
da mansioni specifiche connesse ad un incarico ed anche ruolo o compito. Generale – Che concerne tutto
un genere, una serie di individui, cose o fatti. Gerarchia – Rapporto reciproco
di supremazia e subordinazione. Gestione – Complesso delle
operazioni necessarie al funzionamento di un ente od un processo ed al
conseguimento di risultati. Gestire – Condurre ed
amministrare un ente, un’iniziativa, un’attività. Gruppo – Insieme organizzato di
persone o di enti. Idea – Rappresentazione
intellettuale che riassume in sé una serie di conoscenze possibili e
soluzione rispetto ad un problema. Incarico – Impegno di fare. Induzione – Procedimento logico
che consiste nel ricavare da osservazioni ed esperienze particolari i
principi generali in esse impliciti. Iniziativa – Decisione autonoma
con cui si promuove un'attività o l'attività stessa che si promuove. Insieme – Totalità di più parti
e reciproca unione e coesione di più persone o elementi. Interagire – Agire
reciprocamente. Intercomunicare – Comunicare
reciprocamente. Internazionale – Relativo a
diverse Nazioni o Paesi. Intuire – Cogliere in modo
immediato con la mente, guardare dentro. Intuizione – Attitudine
naturale a cogliere l'intima essenza delle cose senza dover ricorrere al
ragionamento. Legge – Ogni norma che regola
la condotta individuale o sociale degli uomini. Lessico – Insieme dei vocaboli
e delle locuzioni che costituiscono la lingua di una comunità, di un settore
di attività o di un singolo parlante. Liberare – Rendere libero,
togliendo da impedimenti o sciogliendo da vincoli. Liberazione - Concessione,
restituzione o conseguimento della libertà. Libertà – Condizione di chi non
ha obblighi, impegni, legami rispetto a qualcuno o qualcosa. Logica – Studio delle
condizioni di validità ed applicazione di un ragionamento. Logistica – Coordinamento di
movimenti e spostamenti di persone o cose. Mansione – Attribuzione di
compiti, doveri ed incarichi. Mezzi di produzione – Strumenti
per trasformare risorse naturali in prodotti. Mezzo – Strumento, procedimento
o altro che serve per raggiungere un fine. Motivato – Chiarito, spiegato
esaurientemente ed anche che ha le motivazioni per fare qualcosa. Nazionale – Che fa parte di un
complesso di individui legati da una stessa lingua, storia, civiltà ed
interessi. Norma – Regola, canone,
principio, precetto, modello al quale, in determinati casi ed a determinate
condizioni, ci si può o ci si deve adeguare. Nucleo – Primo elemento che dà
inizio ad altri che si formano intorno ad esso ed anche gruppo di persone che
promuovono un'iniziativa. Obiettivo – Scopo che si vuole
raggiungere o ciò che si basa su un atteggiamento imparziale, alieno da
interessi personali, preconcetti e simili. Oggettivo – Concernente
l'oggetto, la realtà. Ordinamento – Insieme di
disposizioni ordinate che regolano qualcosa. Origine – Momento, punto, fase
iniziale, prima manifestazione, insieme di elementi concreti o astratti da cui
discende come conseguenza qualcosa. Ostacolo – Difficoltà,
opposizione e tutto ciò che intralcia o impedisce. Ottimismo – Attitudine a
cogliere gli aspetti positivi della realtà e a prevedere con favore il corso
degli eventi ed anche ogni principio filosofico che, fondandosi
sull'accettazione di un finalismo universale, considera il male come relativo
e apparente in un mondo in cui il bene domina assoluto e incontrastato. Pace - Assenza di lotte e
conflitti armati tra popoli e Nazioni. Paradosso – Asserzione
incredibile, oltre l’opinione comune. Parte – Ogni singola unità in
cui si divide o si può dividere un insieme o un tutto. Partecipare – Prendere od
essere parte. Particolare – Che è proprio di
cosa o persona singola, specifico, caratteristico, che ha caratteristiche
proprie, non comuni ad altre cose o persone. Patologico – Che riguarda le
cause e l’evoluzione di una situazione. Percezione – Assumere i dati
della realtà mediante i sensi e l’intuito. Perno – Organo centrale e
sostegno principale di un sistema intorno al quale ruotano tutte le altre. Pessimismo – Dottrina
filosofica basata sulla credenza della costante prevalenza del male sul bene
ed anche tendenza a giudicare le cose dal loro lato peggiore. Potenza – Natura o condizione
da cui si manifesta una forza. Potenziamento – Aumento della capacità di manifestare forza. Pragmatica – Relazione fra il
linguaggio e chi lo usa. Prassi – L'attività pratica. Precetto – Prescrizione. Prescindere – Astrarre, non
considerare. Priorità – Precedenza nel tempo
di qualcosa rispetto ad altro. Problema – Situazione di
disequilibrio da risolvere. Processo – Insieme di atti
ripetitivi e metodo da seguire per ottenere un determinato scopo. Progetto – Piano di lavoro, ordinato
e particolareggiato, per eseguire qualcosa. Programma – Enunciazione di ciò
che è necessario o che ci si propone di fare. Promozione – Attività diretta a
sviluppare la conoscenza di un’idea ed a far partecipare alla sua
realizzazione. Rapporto – Relazione fra
persone o fra persone ed organismi. Rappresentante – Chi
rappresenta un ente, una persona o un gruppo di persone Rappresentare – Compiere
un'attività giuridica in nome e per conto di altri. Realizzare – Rendere reale
qualcosa attuandola praticamente. Realizzazione – Attuazione
pratica e concreta di qualcosa. Realtà – Condizione di ciò che
è reale, vero, materiale. Realtà oggettiva – Esistenza
concreta dei fatti. Reazione – Risposta con
un’azione ad un’azione. Reciproco – Scambievole. Regione – Porzione della
superficie terrestre o dello spazio dotata di caratteristiche proprie che
comprende uno o più Paesi o parte di un solo Paese. Regola – Andamento più o meno
ordinato e costante di un complesso di eventi ed anche precetto, norma
indicativa di ciò che accade o che si deve fare in certe circostanze. Relazione – Legame, rapporto
fra più parti o più fenomeni. Replicazione – Ripetizione
dell’esecuzione di qualcosa. Resoconto – Esposizione e
rapporto dettagliato su qualcosa. Responsabile – Che deve rispondere
delle proprie o altrui azioni. Responsabilità – Onere
giuridico o morale derivante da atti propri o altrui, consapevolezza delle
proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano. Ricchezza – Complesso dei beni
materiali e spirituali che costituiscono le risorse di un luogo o di un
soggetto. Riconoscimento – Accettazione
ed ammissione della realtà. Riflettere – Pensare,
considerare con attenzione. Rigorosità – Severità di
comportamento, significato o interpretazione
e coerenza rispetto alle premesse. Ripotenziamento - Aumento della precedente capacità di manifestare forza. Risorsa – Mezzo di cui si
dispone per realizzare un fine. Risorse materiali – Insieme di
oggetti naturali o risultanti dalla produzione. Risorse umane – Insieme di
persone. Risultato – Derivato come
conseguenza. Scomposizione – Separazione di un tutto unico nelle parti che lo
compongono. Scopo – Fine, intento,
proposito che si vuole raggiungere e alla cui realizzazione è rivolto tutto
un modo di agire. Sede – Luogo dove sono le
sezioni più importanti di un ente. Serio – Che nel modo di agire
denota ponderatezza, senso di responsabilità, coscienza dei propri doveri e
che ha rispetto della propria moralità e del proprio onore. Settorialismo – Tendenza
a vedere i problemi particolari, perdendo la visione d'insieme. Sferico – Forma geometrica i
cui punti hanno, da un punto fisso detto centro, distanza non superiore a un
numero dato, detto raggio. Sistema – Insieme di elementi
intercomunicanti coordinato da determinate regole. Sollecitare – Invito ad
accelerare. Soluzione – Modo in cui si
risolve un problema o si spiega qualcosa. Soprintendere o sovrintendere –
Avere la cura e il comando di qualcosa e vigilare sulla regolare esecuzione
di un’attività od un lavoro. Spinta – Pressione, stimolo. Spinta induttiva – Stimolo a
ricercare da osservazioni ed esperienze particolari i principi generali in
esse impliciti. Stimolare – Sollecitare,
incitare, invogliare, esortare, spronare. Strategia – Organizzazione dei
mezzi in funzione del fine. Strategia deduttiva –
Organizzazione dei mezzi in funzione del fine facendo derivare logicamente da
una premessa una conclusione che ne rappresenta la conseguenza necessaria o
conclusione, ipotesi, supposizione. Strumento – Ciò che serve come
mezzo per raggiungere un dato fine. Struttura – Composizione,
ordine e modo di essere e di agire di un sistema. Studiare – Applicare la propria
intelligenza all'apprendimento di una disciplina, un'arte, un argomento con
un certo metodo e valendosi di idonei strumenti. Subordinazione – Dipendenza
dall’autorità di altri. Supremazia – Autorità assoluta. Teoria – Formulazione e
sistemazione dei principi generali di una scienza o di una sua parte, di una
dottrina filosofica o di altra forma del sapere o complesso dei precetti che
servono di guida alla pratica. Transitorio – Che passa, che
non dura. Trattato – Atto consensuale
con cui più soggetti di diritto internazionale risolvono problemi o
disciplinano materie di comune interesse. Verità – Caratteristica di ciò
che è vero o che corrisponde esattamente a una rappresentazione astratta del
vero. Vero – Che possiede in misura
totale e in modo incontestabile le caratteristiche proprie del suo essere e
della sua natura. Vestiario – Insieme di abiti, indumenti, capi di abbigliamento. |