Essere e divenire Una
donna dal volto coperto dalla disperazione per non aver avuto la forza di vedere
il figlio morto mi ha guardato fisso negli occhi e, senza parlare, mi ha
posto le seguenti domande alle quali ho cercato di rispondere. Chi
siamo? Possiamo
pensare di essere ciò che deduciamo e di dedurre ciò che percepiamo. Dedurre
significa trarre una conclusione particolare da un principio generale che
risulta dai fatti. Percepire significa assumere i dati della realtà esterna
mediante i sensi o l'intuito. Cos'è
il tutto? Il
tutto è la realtà che conosciamo e quella che da essa possiamo dedurre. Pensare
al tutto significa dedurlo da quanto si percepisce. Come pensiamo al tutto?
Si può pensare al tutto come all'insieme di energia, spazio e tempo.
Riflettendo su energia, spazio e tempo che percepiamo, possiamo pensare ad
energia, spazio e tempo che non percepiamo. Il tutto è l’insieme di ciò che
percepiamo e di ciò che non percepiamo ma che possiamo dedurre. Cos'è
l'immanente? Immanente
è ciò che fa parte della sostanza di una cosa e che non sussiste fuori di
essa. Trascendente è ciò che è al di là dei limiti di ogni conoscenza
possibile. Tutto ciò che si pensa è immanente. Solo ciò che non si
pensa è trascendente. Cos'è
il tempo? Il
tempo è la misura dei movimenti dell'energia che si trasforma nello spazio.
Il tempo nasce dall'energia in movimento. Senza movimento dell’energia non ci
sarebbe nemmeno la misura dei movimenti, il tempo. Cos'è
lo spazio? Lo
spazio è il mezzo creato dall'energia per trasformarsi ed evolvere. Lo
spazio nasce dal rapporto fra le parti dell'energia. Il tutto può essere diverso
da come lo pensiamo? Possiamo solo pensare che senza tempo non esiste spazio
e senza spazio non esiste tempo. Senza spazio e senza tempo può esistere solo
energia. Quindi l'energia può essere stata il tutto prima dello spazio e del
tempo e potrà essere ancora il tutto alla fine dello spazio e del tempo. Cosa
sono il presente, il passato e il futuro? Il
presente è lo stato dell'evoluzione dell'energia in un certo spazio ed in
un certo momento del tempo. Il passato è stato energia in meno spazio e meno
tempo. L'origine è energia senza spazio e senza tempo. Il futuro sarà energia
con più spazio e più tempo fino alla fine del tempo e dello spazio. Esiste
il caos? Forse
è esistito in origine. Un processo che parte da un'origine per un fine non
può non avere delle cause e delle regole. Le regole dell'evoluzione nascono
dalle esigenze che incontra l'energia in continua trasformazione nello
spazio e con il tempo: quando la complessità dello stato evolutivo pone
esigenze irrisolvibili il tutto si dà nuove regole. Cos'è
un ciclo? Le
regole sono in ritardo rispetto alle esigenze. Tale ritardo provoca la
ciclicità degli stati evolutivi: un passo avanti e mezzo indietro. Possiamo
però immaginare uno stato ininvolvibile che metta in moto un processo di
costante avanzamento evolutivo. Come
si regola il tutto? Il
tutto è un sistema complesso, cioè un insieme organizzato di parti e di
relazioni tra di esse e tra i loro comportamenti, mentre l'ambiente è
costituito dall'insieme di tutte quelle parti che influenzano tale sistema
ed anche di tutte le altre parti i cui comportamenti sono influenzati dal
sistema stesso. Tutti i sistemi sono aperti perché le parti di ogni sistema
hanno rapporti con parti di altri sistemi. Anche il tutto costituito da
energia, spazio e tempo è un sistema aperto verso il tutto costituito da
energia senza spazio e senza tempo. Qual è
la struttura di un sistema? I
sistemi complessi hanno una struttura gerarchica organizzata su livelli
diadici che assegnano alle parti una doppia valenza: ogni parte rappresenta
se stessa quando si rivolge verso l'alto mentre rappresenta la totalità
quando si rivolge verso il basso. Per questo si tende verso l'alto: ogni
parte si sente schiacciata dalle parti che si trovano sopra di lei e
reagisce. Che
forma ha una struttura gerarchica? La
forma di una struttura gerarchica può essere rappresentata da una piramide a
scale nella quale ogni gradino corrisponde ad un livello con una portata
massima e che può ospitare un numero massimo di parti. L'aumento del numero
totale di parti non può essere ospitato sui livelli esistenti ma richiede la
creazione di nuovi gradini cui corrispondono nuovi livelli. I nuovi gradini
non possono essere creati sul vertice o sui lati della piramide, ma solo alla
sua base. Come
si sale? La
parte che vuole salire un gradino deve compiere uno sforzo per salire ed uno
per trovare uno spazio per sé nel gradino superiore, dove ogni parte cerca di
difendere il proprio spazio. Ad ogni parte che scende o viene trascinata in
basso corrisponde una parte che riesce a salire verso l'alto. Qual è
il problema? La
struttura gerarchica e la valenza diadica influenzano le relazioni tra le
parti e tra i loro comportamenti, determinando così il modo di evoluzione
delle parti stesse. Come
lo percepiamo? Dal
fatto che tutto ciò che conosciamo esprime una valenza inferiore al suo
potenziale a causa dei cicli che si verificano nello spazio e nel tempo. La
sola volontà delle parti non riesce a superare un certo limite, perché
l'evoluzione dell'energia non trova riscontro nell'evoluzione del tutto che
comprende lo spazio ed il tempo. Per questo l'energia è costretta ad
attendere che ci sia abbastanza spazio e abbastanza tempo per far evolvere
il tutto del quale fa parte. E la causa di questo limite è la struttura del
sistema in cui viviamo. Come
possiamo riconoscere che esiste il problema? Semplicemente
confrontando quello che sappiamo che sarebbe giusto rispetto a quello che
riusciamo a fare. La struttura del sistema limita le nostre volontà che non
riescono ad esprimersi liberamente. La regola segue l'esigenza la quale,
finché manca la regola, fa regredire il tutto, gli fa compiere un mezzo passo
indietro. Poi nasce la regola, ed il tutto fa un passo avanti. Da
quando è così? Da
sempre, perché l'inizio parte dall'esigenza dell'energia di evolvere.
Prima è sorta l'esigenza, poi la regola. Per questo l'inizio avviene nel
caos, perché all'inizio non esistono regole. Ad un certo grado di complessità,
si è stabilita la prima regola. È nato l'ordine causale, poi seguito da un
caos parziale (determinato dalla differenza di evoluzione dell'energia
rispetto all'insieme di energia, spazio e tempo), a sua volta seguito da una
nuova regola, poi da un nuovo caos. Questo è il processo dei cicli, una concatenazione
di stati di evoluzione e di involuzione che rallenta l'evoluzione del tutto.
E l'energia imprigionata nel tutto è costretta a seguire questo processo.
Quando è sorto il sistema ha avuto origine anche la sua struttura. Perché è così? Perché
l'energia prima dello spazio e del tempo, cioè il tutto prima dello spazio e
del tempo, ha avuto l'esigenza di evolvere ed ha trovato il modo per farlo ma
non la regola per ordinare l'evoluzione del nuovo tutto che si è creato nello
spazio e con il tempo. L'energia pura non conosce e non ha bisogno di regole.
Solo l'insieme di energia nello spazio e con il tempo pone l'esigenza delle
regole. E noi
che cosa possiamo fare? Dopo
aver risolto le proprie esigenze essenziali, invece di inventarsi altre
esigenze, alcune parti possono decidere di modificare la struttura. Il
miglioramento della struttura produce di per sé il miglioramento del tutto. È
la rivoluzione, ed anche il riequilibrio, della regola della selezione:
superato il livello minimo, invece di perpetuare la spinta di affermazione
sugli altri, ci si rivolge alla struttura, per modificarla per sé e per gli
altri. Quale
può essere l'obiettivo? Pensare
di portare il livello di evoluzione del tutto al livello di evoluzione
dell'energia. Significa scoprire il tutto di noi stessi ed usarlo per
migliorare il tutto del quale siamo parti. Per modificare il modo di
evoluzione dei rapporti e dei comportamenti delle parti dei sistemi complessi
è necessario superare la loro struttura gerarchica e creare una struttura
partecipativa, trasformando la piramide a scale in una sfera a percorsi
equidistanti dal centro. Come
si risolve il problema della struttura? Modificando
la sua forma. La composizione delle parti di un pezzo di legno è la stessa
dei trucioli ottenuti dalla sua macinazione. Ma il comportamento è diverso.
Il soffio di vento che può spargere i trucioli non può alzare il pezzo di
legno. Ad una forma diversa della realtà non cambia la sostanza della realtà
ma cambiano i suoi comportamenti. Si tratta di adeguare la forma della
struttura alla sostanza del contenuto. Per trasformare la piramide in una
sfera è necessario muoverla e farla ruotare affinché assuma la forma prima di
un di cono ellittico, poi di un doppio cono ellittico con base comune e,
infine, di una sfera. Per far ruotare la piramide è necessario che una parte
che si trova su un certo gradino scenda di un livello e, lasciando al suo
posto un'entità sostitutiva che occupi lo spazio liberato, associ la sua
valenza a quella del livello sul quale è sceso: la valenza del livello
inferiore risulta così aumentata della valenza della parte che è scesa,
mentre la valenza del livello superiore risulta ridotta dalla neutralità
della parte che sostituisce la parte che è scesa al livello inferiore.
Ripetendo il metodo si ottiene un processo che aumenta la valenza dei livelli
inferiori fino alla base della struttura, da dove è possibile muovere
l'intera piramide unendo gli sforzi delle sue parti. Il movimento di rotazione
modifica la forma della piramide in quella di un cono ed inclina le scale ad
elica. L'accelerazione del movimento rotatorio espande la superficie
laterale mediana del cono ed assottiglia la sua base fino a diventare un
doppio cono con base comune. Infine assume la forma di sfera. Per
ottenere cosa? Per
fare in modo che ogni parte del tutto possa esprimere meglio il suo
potenziale. Cambiare la struttura per liberare la sostanza dai limiti della
struttura stessa. Con
quali mezzi? Impiegando
la nostra intelligenza per il tempo necessario per conoscere e per il tempo
necessario per agire (QET2 = quoziente intellettuale per energia
nell’unità di tempo per tempo per conoscere per tempo per agire). Noi abbiamo
la coscienza di essere, la sensibilità per conoscere ed elaborare e la capacità
di comunicare rapidamente. In fondo la nostra differenza rispetto ad un
sasso è la capacità di fare, a parità di tempo, più cose. Possiamo affermare
di essere parti del tutto che vanno più veloci del tutto. Per realizzare
l'equilibrio, noi possiamo o regredire rispetto al tutto oppure far evolvere
le altre parti del tutto. Come
ci possiamo organizzare? Scoprendo
come siamo ed agendo in funzione dello scopo che vogliamo ottenere. Prima di
tutto dobbiamo amarci. Poi dobbiamo stabilire come ciascuno di noi deve avere
rapporti con ciascun altro, in base a quello che siamo e non in base a quello
che vorremmo essere. Poi dobbiamo stabilire come ciascuno di noi si deve
porre rispetto all'insieme di tutti gli altri. Poi è necessario produrre.
Infine dobbiamo essere coerenti con i nostri obiettivi e rielaborare le
nostre idee nella continua ricerca della verità. Più verità scopriremo e meno
errori faremo. Quali
azioni possiamo compiere? Tutte
quelle che sappiamo essere in coerenza con la nostra strategia. Le azioni
sono un mezzo di comunicazione di quello che pensiamo. Se le azioni sono
incoerenti anche i pensieri saranno distorti e diventeranno incoerenti. Ci
saranno ostacoli? Il
tutto è racchiuso in una struttura primordiale che cerca di ricondurre alla
propria forma (piramide a scale) gerarchica le azioni di ogni parte del
tutto. Siccome la valenza di un insieme di parti è superiore alla somma delle
valenze delle sue parti, gli ostacoli si superano solo attraverso l'azione
compiuta da un insieme di alcune parti senza che tutto il resto si unisca
contro l'insieme di quelle parti. E se
non sarà possibile? Se si
percepisce un problema è perché esiste la possibilità di risolverlo. Se
nessuno avesse mai pensato allo stesso problema, fino ad ora, significherebbe
soltanto che non sono esistite le condizioni per affrontare il problema.
Percepire un problema significa prima o poi affrontarlo ed affrontarlo
significa prima o poi risolverlo. Anche
il sistema umano, quindi, è un sistema complesso? Il sistema
umano è un insieme organizzato di persone e di relazioni tra di esse e tra i
loro comportamenti, mentre la Terra è l'ambiente costituito dall'insieme di
tutto quello che influenza tale sistema ed anche di tutto quello i cui
comportamenti sono influenzati dallo stesso sistema umano. La base del
sistema umano, cioè la regola fondamentale e, quindi, anche il principio
organizzativo, è la necessità di comunicare tra le sue parti. Perché
si parla di sistema olistico? Il
sistema umano è fondato su tanti sottosistemi. Ogni sistema ha una propria
base fondamentale. Sistema olistico, cioè un tutto insieme, significa che
siamo tutti parti dello stesso sistema nel quale abbiamo rapporti e
comportamenti che dipendono dai sottosistemi sociali, civili, politici,
economici, morali e religiosi. Cos'è
un sistema sociale? Un
sistema sociale è l'insieme spontaneo ed organizzato di due o più individui
e di relazioni tra di essi e tra i loro comportamenti in un campo ordinato
di rapporti attraverso i quali si può esprimere la massima personalità dei
singoli, mentre l'ambiente sociale è costituito dall'insieme di tutti quegli
individui che influenzano tale sistema ed anche di tutti gli altri individui
i cui comportamenti sono influenzati dal sistema sociale stesso. La base
sociale fondamentale è l'attrazione tra due o più persone. Cos'è
un sistema civile? Un sistema civile è l'insieme delle regole che realizzano
l'equilibrio dei rapporti dei singoli e dei gruppi che partecipano ad una
società organizzata e di relazioni tra di esse e tra i loro effetti, mentre
l'ambiente civile è costituito dall'insieme di tutti i comportamenti che
influenzano tale sistema ed anche di tutti quelli che sono influenzati dal
sistema civile stesso e dalle sue regole. La base civile fondamentale è la
libertà del singolo rispetto a quella di tutti gli altri. Cos'è
un sistema politico? Un
sistema politico è l'insieme dei modi in cui vengono coordinati i rapporti ed
i comportamenti di tutti coloro che partecipano ad una società organizzata
attraverso la formazione e la gestione dell'autorità che deriva all'intera
società sul singolo in funzione del bene comune, mentre l'ambiente politico è
costituito dall'insieme di tutte le volontà che influenzano tale sistema ed
anche di tutte quelle che sono influenzati dal sistema politico stesso. La
base politica fondamentale è la reciproca aspettativa tra ogni persona e
tutte le altre. Cos'è
un sistema economico? Un
sistema economico è l'insieme organizzato dei soggetti che partecipano ai
processi di produzione e di destinazione della ricchezza ed anche dei
rapporti e dei comportamenti tra quei soggetti e tra di essi e le risorse
naturali, mentre la natura è l'ambiente costituito dall'insieme di tutti i
soggetti e le risorse che influenzano tale sistema ed anche di tutto quello
che risulta influenzato dal sistema economico stesso. La base economica
fondamentale è la disponibilità delle risorse che si è in grado di
trasformare. Cos'è
un sistema morale? Un
sistema morale è l'insieme degli atteggiamenti umani e di relazioni tra di
essi e tra i comportamenti personali e collettivi che si realizzano nelle
manifestazioni e nelle condizioni della vita intellettuale e nelle loro
concretizzazione, mentre l'ambiente morale è costituito dall'insieme delle coscienze
e degli atti che influenzano tale sistema ed anche di tutto quello che viene
influenzato dal sistema morale stesso. La base morale fondamentale è la
coerenza tra pensiero ed azione. Cosa
sono i sistemi religiosi? Un
sistema religioso è l'insieme delle idee e delle concezioni sull'esistente
dei singoli e dei gruppi e delle relazioni tra di essi e tra le loro
manifestazioni, mentre l'ambiente religioso è costituito dall'insieme delle
conoscenze, dei fatti e delle deduzioni che influenzano il sistema ed
anche di tutto quello che viene influenzato dal sistema religioso stesso. La
base religiosa fondamentale è la necessità di conoscere la verità. Come
si può cambiare? Noi
siamo fatti di sostanza e non possiamo cambiare ciò di cui siamo fatti. La sostanza
ha un suo sistema, una sua struttura e una sua regola fondamentale. Per
modificare la sostanza bisognerebbe cambiare il sistema dei rapporti e dei
comportamenti tra le sue parti. Per modificare il sistema bisognerebbe
modificare la sua struttura e per farlo bisognerebbe conoscere tutte le
regole della struttura stessa. Siccome nessuna parte di un sistema può
conoscere tutte le regole del sistema di cui è parte, non sembra possibile
modificare né la struttura né il sistema della sostanza. Possiamo invece
cambiare la forma della sostanza, come possiamo cambiare la forma di quasi
tutte le cose che i nostri sensi percepiscono. Può darsi che la trasformazione
della forma della sostanza modifichi anche la sostanza, ma può anche darsi
che ciò non avvenga. In ogni caso l'effetto sarà positivo, perché anche il
solo miglioramento della forma consentirebbe alla sostanza di vivere e
svilupparsi meglio. Per cambiare la forma della sostanza è necessario che il
sistema individuale di una sua parte – cioè l'organismo di un singolo – venga
portato ad una tale complessità da richiedere la modifica della propria
struttura. Modificando la struttura del sistema si dà origine ad un nuovo
sistema, che potrà essere emulato e perfezionato da altri soggetti mediante
il continuo miglioramento della sua struttura. Quando l'insieme dei soggetti
del nuovo sistema raggiunge una tale unità per cui la valenza dell'insieme
risulta superiore alla somma delle valenze dei soggetti che ne fanno parte,
l'unità di quell’insieme può incidere sul sistema umano. Nessuna delle parti
che incontra può essere capace di resistere, perché la valenza delle azioni e
delle contro-reazioni dell'unità dell’insieme è superiore alla somma delle
valenze delle reazioni che incontra. Vale la regola per cui cinque parti in
disaccordo esprimono la massima debolezza del loro insieme, mentre l'unione
di due parti d'accordo ha una valenza superiore non solo alla somma delle
valenze di ciascuna delle due parti ma anche a quella delle tre parti in
disaccordo. Che
cosa bisogna fare? Prima
di fare bisogna essere, per essere bisogna pensare, per pensare bisogna
dedurre e per dedurre bisogna percepire. Siamo quello che mangiamo e quello
che respiriamo perché pensiamo a nutrirci ed a respirare. Pensiamo a nutrirci
ed a respirare perché deduciamo dalla nostra esperienza e dalla nostra
intuizione il modo di farlo. Deduciamo il modo di farlo perché percepiamo,
cioè sentiamo la sensazione di fame e l'esigenza di respirare. Senza
percezione non esiste deduzione, senza deduzione non esiste pensiero, senza
pensiero non esiste coscienza di essere, senza coscienza di essere esistono
solo il passato e il presente, non il futuro. Aprile
1995. Rodolfo Marusi Guareschi |