ESSENZE NATURALI
Le essenze naturali sono gli elementi originari dell'evoluzione,
che hanno preso vita dall'energia primordiale che ha perduto il
proprio equilibrio instabile.
Esse rappresentano, quindi, i fattori della trasformazione dell'e-nergia
da uno stato più semplice ad uno stato più complesso.
Le essenze naturali sono costituite da energia, spazio, tempo, vita,
morte.
ENERGIA
Quando parliamo di energia come essenza naturale, la conside-riamo
in una accezione diversa dall'energia primordiale, che
abbiamo affermato essere stata in equilibrio, in assenza di spazio
e di tempo: in questo caso definiamo l'energia come espressione di
forze interdipendenti, in continua evoluzione.
Attraverso il processo di trasformazione che ne determina
l'evoluzione, questa energia (in movimento) assume la proprietà di
materia la quale, perciò, non è altro che il risultato delle modifica-zioni
che subisce l'energia più semplice per produrre energia più
complessa.
Dall'energia primordiale costituita da particelle elementari in
equilibrio all'energia in movimento nello spazio e nel tempo; da
energia in movimento ad agglomerati di nebulose nei quali l'energia
stessa in movimento libera materia (sotto forma di gas), dai
gas ai solidi, dai solidi alla vita, dalla vita al cervello (massima
espressione della materia), dal cervello alla ragione umana. Ecco
il processo che avviene tra energia, spazio e tempo.
SPAZIO
Spazio è l'ambiente, il mezzo nel quale l'energia si trasforma dallo
stato precedente, più elementare, nello stato successivo più
complesso.
È fattore naturale, che ha origine dal disequilibrio di forze
interdipendenti ed ha fine con il riequilibrio divenuto stabile nella
forma di energia massimamente complessa: quando, cioè, la
ragione, come forma massima di energia, potrà diventare perfetta.
Si è parlato all'inizio di un'origine costituita da particelle
elementari in equilibrio, dotate di intelligenza primordiale, di
quell'intelligenza che, attraverso un complesso di trasformazioni,
potrà ricomporre l'equilibrio stabile finale.
Ora dobbiamo ammettere, con molta umiltà ma anche con tutta la
logica della quale siamo capaci, l'esistenza di un'intelligenza
elementare che opera, come spinta propulsiva irrefrenabile, nello
spazio e nel tempo, dentro e fuori di noi, pur senza prescindere da
noi, esseri umani, che siamo la forma di energia più naturale e
funzionale che abbia la capacità di percepire quella stessa intelli-genza
primordiale per consentirne la massima evoluzione.
Mettiamo a disposizione degli scienziati la possibilità di
realizzare tutte le strumentazioni da questi ideate per giungere
all'identificazione del "più piccolo", e poi vedremo se le particelle
elementari che costituiscono il tutto non sono intelligenti!
Ed in caso negativo, e solo in quel momento, forse, noi potremo
arrenderci nel dover accettare l'inspiegabile, cioè l'essenza che ci
sfugge e che potrebbe esistere a prescindere anche da noi.
TEMPO
Tempo è la misura dell'evoluzione dell'energia rispetto all'origine.
Tempo è, perciò, andamento degli eventi caratterizzati dalle
successive trasformazioni dell'energia in materia e, da questa, in
nuova energia più complessa.
Il tempo avrà una fine al compimento di ogni trasformazione
necessaria a costituire l'equilibrio finale stabile.
VITA
Vita è possibilità di utilizzo di energia, spazio e tempo.
È la condizione o, meglio, il complesso delle condizioni che
consentono ad un'energia più complessa di controllare un'energia
più semplice.
Ciò non deve peraltro indurre a credere che senza la vita l'energia
non possa subire evoluzioni. Si vuole solo affermare il concetto
secondo il quale la vita, come ultima grande fase dell'evoluzione
dell'energia, sia in grado di controllare tutte le forme di energia
che hanno concorso a provocare la vita stessa.
Per la prima volta, nel processo di evoluzione dell'energia, la vita,
come effetto di una causa precedente che l'ha prodotta, può
controllare la causa stessa.
La ragione dell'essere umano è effetto che controlla l'energia che
questa ragione ha prodotto e che è causa, quindi, della ragione
stessa.
E, forse, è proprio qui che quell'intelligenza primordiale voleva
arrivare: ad essere quel tutto che ci costituisce, organizzato nel
modo più complesso e più perfetto. L'effetto che governa la causa,
questa è la rivoluzione che avviene rispetto alla situazione
originaria.
MORTE
Innanzi tutto dobbiamo dirimere il concetto di morte dal concetto
di fine, attribuendo alla prima carattere contingente o peculiare ed
alla seconda carattere naturale, come risultato della
trasformazione di ogni evento in un evento successivo.
Morte è, soggettivamente, scadenza ultima per produrre risultati a
problemi percepibili; oggettivamente è evoluzione degli effetti
prodotti, ma cessazione della possibilità di controllo delle cause di
quegli stessi effetti.
E questo accade finché vita ed energia massimamente complessa
non diventeranno tutt'uno, sulla base della logica secondo la quale
la massima evoluzione non può più subire involuzioni.
La morte, quindi, è un male utile all'evoluzione, perché questa
possa continuamente ricondursi al fine ultimo perseguito da quelle
particelle elementari dotate d'intelligenza primordiale dalle quali
ha avuto origine il tutto: quell'energia in movimento che, nello
spazio e con il tempo, diventa perfezione.
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